E' NECESSARIO ALZARE IL CROCIFISSO IN SEGNO DI FEDE E GUERRA SANTA (AL MODO CRISTIANO) CONTRO L'EUROPA MISCREDENTE CHE VUOLE AUTODISTRUGGERSI E DISTRUGGERCI

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                Vi è una parte dell'Europa contraria a Gesù Cristo e  specialmente a Roma Cattolica : se la piglia, questa PseudoEuropa, particolarmente con la Chiesa e la fede che insegna, conoscendo essere  questa istituzione della Chiesa Cattolica e Romana, il vero baluardo dell'Evangelo : se riuscisse a espugnare questo baluardo, la partita sarebbe vinta.

 

                La bestia pagana avrebbe campo e mano libera, perché le altre chiese, piccole e divise, non sono in grado di tenere il campo.

 

                E che sia il cattolicesimo il principale obbiettivo, lo si capisce dal fatto che da sempre, e specialmente dalla riforma protestante in poi, Roma cattolica predica l’unità espressiva della fede con le opere; e dunque, per così dire, del crocifisso nella vita privata delle alcove come nella vita pubblica dei tribunali e delle scuole. Anche altre chiese, possono predicare l’espressione privata e pubblica della fede nel crocifisso; ma nessuna come la cattolica, lo fa con tanta chiarezza di idee e forza teologica e tradizionale mobilitazione di popolo.

 

                Però questa Europa più anticattolica che anticristiana (ma anche anticristiana) ha persino una geografia : è centro nordica, è più nordica che del centro, è più del centro che del sud; è più atea che protestante; è più protestante che cattolica; sebbene ormai abbia messo radici ovunque.

 

                Questa Europa che misconosce le radici cristiane, ha l'allergia del Papa e del Vangelo, propone come contropartita le radici e la

sostanza pagana e il culto dell'AntiCristianesimo, cioè dell'AntiCristo.

 

                Il vero obbiettivo non sono tanto i crocifissi, quanto specialmente Gesù Cristo stesso e i Cristiani e la Chiesa, che sono sentiti ancora vivi e pericolosi : è necessario secondo questa logica, rinnegare la cultura del passato e i suoi simboli, per tentare di nasconderne sia la sostanza vitale che lo splendore : quello splendore del bello, del vero e del buono, che per naturale superiorità del vero medesimo, dissolve il paganesimo, naturale inferiorità del falso; ma dicevo, per tentare di confonderne ancor meglio in tal modo, specialmente le menti e gli animi dei cristiani meno avveduti.

 

                L'Anticristianesimo ha bisogno vitale di spazio simbolico e culturale; e non potendoselo pigliare legittimamente, perché non ha sufficienti ragioni nel passato e nel presente (tantomeno nel futuro essendo votato alla negazione della vita), tenta guadagnarsi un posto illegittimamente, cioè con l'impostura e la frode giuridica e pubblica.

 

                E questa frode assoluta e sfacciata, in cosa consiste ? Si dirà nel togliere il Crocifisso. Vero. Ma più esattamente consiste nel voler costringere l'intera Europa ad autodistruggersi 1) , cioè a rinnegare il cuore più intimo e santo della propria stessa identità :

 

                La Croce 2) in quanto vessillo di cultura e di vittoria; di trionfo dell'Amore sull'Odio e sul Male; di speranza e fede su ogni disperazione e negazione gratuita o pessimista; di fraternità universale contro ogni rigurgito etnico, o nazionalista o ideologico, sempre in agguato e mai del tutto sconfitti, in ogni parte della terra; la Croce, quale dimensione umana più universale, alla quale nessuno può scampare, tantomeno i pagani, tantomeno i non cristiani; la Croce quale formidabile arma, contro ogni miseria materiale e specialmente spirituale.

 

                E qui non si può fare a meno di ricordare a titolo di esempio, le parole della comunista e atea Natalia Ginzburg; la quale pur comunista e atea, ciononostante indipendentemente dalla fede in Dio che più non aveva, fu pure un esempio di laica colta e intelligente.

 

                E ciò possiamo dire, perché malgrado i suoi limiti ideologici, ma con la forza della sola tradizione culturale, dimostrò esser capace di leggere persino il senso più intimo della nostra stessa cultura (capacità che dovrebbero avere tutti i laici veri, senza degradarsi a laicisti), onde priva di dubbio, poteva dire già nel 1988:  

 

                A me dispiace che il Crocifisso scompaia per sempre da tutte le classi. Mi sembra una perdita. Tutte o quasi tutte le persone che conosco dicono che va tolto. A me dispiace che il Crocifisso scompaia. Se fossi un insegnante, vorrei che nella mia classe non venisse toccato… Il Crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. E' l'immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l'idea dell'uguaglianza fra gli uomini fino allora assente… Il Crocifisso è segno del dolore umano. La corona di spine, i chiodi, evocano le sue sofferenze… Fa parte della storia del mondo… Prima di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uomini sono uguali e fratelli tutti, ricchi e poveri, credenti e non credenti, ebrei e non ebrei e neri e bianchi, e nessuno prima di lui aveva detto che nel centro della nostra esistenza dobbiamo situare la solidarietà tra gli uomini… A me sembra bene che i ragazzi, i bambini, lo sappiano fin dai banchi della scuola. Gesù Cristo ha portato la croce. A tutti noi è accaduto o accade di portare sulle spalle il peso di una grande sventura. A questa sventura diamo il nome di croce, anche se non siamo cattolici perché troppo forte e da troppi secoli è impressa l'idea della croce nel nostro pensiero. Tutti, cattolici e laici portiamo o porteremo il peso d'una sventura, versando sangue e lacrime cercando di non crollare. Questo dice il Crocifisso. Lo dice a tutti, mica solo ai cattolici .

 

                  [Natalia Ginzburg (1916-1991) il 25 marzo 1988 ha scritto sul quotidiano L'Unità, un articolo dal titolo "Non togliete quel

 Crocifisso" . Un commento su questo tema e articolo, è apparso su CulturaCattolica.it nel 2003 a cura di Vitaliano Mattioli ].

 

 

                            1 : Cosi come l’Italia e la Germania nazi-fasciste avevano in loro un germe di autodistruzione, similmente l’Europa odierna ha in sé stessa un più profondo e pericoloso focolaio di autodistruzione… .

                            2 : Da qui innanzi, traduzione parziale in francese, in : http://handycapp.blogs.nouvelobs.com  , e inglese in : http://americablogger.com/handycapp , probabilmente a cura della redazione del Sito .

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APPENDICE DOCUMENTARIA
 
 
 
 
 
 

1. CROCIFISSI BERTONE : L’EUROPA CI TOGLIE TUTTO E CI LASCIA SOLO LE ZUCCHE

 

"Io dico che questa Europa del terzo millennio ci lascia solo le zucche delle feste recentemente ripetute e ci toglie i simboli più cari. Questa è veramente una perdita": lo ha detto il segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone a proposito dela sentenza di Strasburgo. "La nostra reazione - ha aggiunto - non può che essere di deplorazione" e "ora dobbiamo cercare con tutte le forze di conservare i segni della nostra fede per chi crede e per chi non crede".
 
"Abbiamo ascoltato tante voci - ha affermato il porporato - e anche l'eco del dolore di chi si sente un pò tradito nelle sue proprie radici pensando che questo simbolo religioso è simbolo di amore universale, non di esclusione ma di accoglienza. Questo credo che sia l'esperienza di tutti".
 
"Io dico purtroppo - ha aggiunto Bertone che ha preso parte a una conferenza stampa presso l'ospedale Bambin Gesù - che questa Europa del terzo millennio ci lascia solo le zucche delle feste recentemente ripetute prima del primo novembre e ci toglie i simboli più cari". Secondo il porporato inoltre "tutte le nostre città, le nostre strade, le nostre case, le scuole" presentano simboli religiosi come il crocifisso e dunque, ha chiesto, "dobbiamo togliere tutti i crocifissi? Penso a tutte le opere d'arte che presentano il crocifisso e la Pietà, mi domando se questo è un segno di ragionevolezza oppure no". Il segretario si Stato ha poi detto ai giornalisti di non aver ancora sentito l'opinione del Papa sul tema. "Lo vedrò domani", ha affermato.
LA SENTENZA DELLA CORTE
Gianluca Cazzaniga
 
La Corte europea  dei diritti dell’uomo ha emesso ieri una sentenza provvisoria contro l’Italia per la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche, giudicata una violazione sia della libertà religiosa dei bambini che del diritto dei genitori di educare i loro figli alla luce delle loro convinzioni religiose. A parere della Corte di Strasburgo l’Italia ha violato l’articolo 2, protocollo 1 (diritto all’istruzione) e l’articolo 9 (libertà di pensiero, di coscienza, di religione) della Convenzione per i diritti dell’uomo. I giudici della Corte avevano già emesso alcune sentenze in materia di diritto all’educazione e di libertà religiosa, ma questa è la prima che riguarda la presenza dei simboli religiosi nelle scuole. Una camera composta da sette giudici della seconda sezione della Corte, tra cui l’italiano Vladimiro Zagrebelsky, ha condannato all’unanimità il governo italiano a pagare un risarcimento di 5 mila euro per danni morali alla cittadina italiana che ha sollevato il caso. Per ora si tratta di una sentenza provvisoria e il giudice Nicola Lattieri, che difende l’Italia davanti alla Corte di Strasburgo, ha già dichiarato che il governo vuole chiedere il rinvio alla Grande Camera della Corte per riaprire la partita.
Se il ricorso del governo non fosse accolto, la sentenza emessa ieri diverrebbe definitiva dopo tre mesi. Quindi spetterebbe al Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa decidere, entro sei mesi, quali azioni il governo italiano dovrebbe prendere per non incorrere in ulteriori violazioni legate alla presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche. La vicenda approdata a Strasburgo nasce dalla battaglia giudiziaria avviata anni fa da Soile Lautsi, cittadina italiana di origini finlandesi, sposata con un professionista padovano e madre di due figli. Nel 2002 i due ragazzi frequentavano la scuola media statale "Vittorino da Feltre" di Abano Terme. Nelle aule scolastiche, come succede da secoli in ogni istituto scolastico del nostro Paese, c’era il crocifisso appeso dietro la cattedra.
 
La signora Lautsi, convinta sulla base di chissà quale teoria, che la presenza del simbolo cristiano in classe fosse contrario a quella laicità a lei tanto cara - o forse si tratta di laicismo – andò a scuola a protestare, invocando un parere della Cassazione del 2000, secondo cui la presenza dei crocifissi nelle cabine elettorali sarebbe contrario al principio della laicità dello Stato. Nel maggio del 2002 il preside della "Vittorino da Feltre" decise di lasciare i crocifissi nelle aule. Un approccio in seguito raccomandato anche da una direttiva del ministero dell’Educazione. Non contenta, la signora Lautsi decise di presentare ricorso al Tar del Veneto, che nel gennaio del 2004 rinviò il caso alla Corte costituzionale per stabilire se la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche fosse conforme o meno ai principi sanciti nella Costituzione italiana. Nel marzo del 2005 l’Alta corte rigettò le istanze sollevate dalla caparbia italo-finlandese, giudicando che il crocifisso è sia il simbolo della storia e della cultura italiana e, quindi, della stessa identità nazionale; sia il simbolo dei principi di uguaglianza, libertà, tolleranza. Nonché della laicità dello Stato. Anche il Consiglio di Stato, nel febbraio del 2006, respinse il ricorso presentato da Soile Lautsi.  Ieri, invece, ignorando completamente i pronunciamenti dei giudici italiani, la Corte di Strasburgo ha dato  ragione alla signora Lautsi. «La presenza del crocifisso, che è impossibile non notare nelle aule scolastiche, potrebbe essere facilmente interpretata dagli alunni di ogni età come un simbolo religioso», si legge nel comunicato  diffuso dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. «Questo potrebbe essere incoraggiante per gli alunni religiosi, ma allo stesso tempo potrebbe disturbare gli alunni atei o quelli che praticassero altre religioni, specialmente se appartenessero a minoranze».
 
I giudici (tra cui l'italiano Zagrebelsky). I sette giudici autori della sentenza sono: Francoise Tulkens (Belgio, presidente), Vladimiro Zagrebelsky (Italia), Ireneu Cabral Barreto (Portogallo), Danute Jociene (Lituania), Dragoljub Popovic (Serbia), Andras Sajò (Ungheria), e Isil Karakas (Turchia).
 
 
 

2. L'EUROPA E IL CROCIFISSO: LA CRISTIANOFOBIA AL POTERE

Da :  http://www.cesnur.org/2009/mi_lautsi.htm  18-11-09

 


 

Ci siamo. Da diverso tempo s'accumulavano i segnali di un prossimo colpo delle istituzioni europee contro il cristianesimo e la Chiesa Cattolica.
Qualche mese fa, il 4 marzo 2009, avevo avuto occasione di partecipare come esperto a Vienna a una conferenza dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), dove era stato lanciato l’allarme su una montante «cristianofobia», che in diversi Paesi non si limitava più alla propaganda ma si esprimeva in leggi e sentenze contro la libertà religiosa e di predicazione dei cristiani e contro i loro simboli.
L’attacco anticristiano si era finora svolto in modo prevalentemente indiretto, attraverso la proclamazione di presunti «nuovi diritti»: anzitutto, quello degli omosessuali a non essere oggetto di giudizi critici o tali da mettere in dubbio che le unioni fra persone dello stesso sesso debbano godere degli stessi riconoscimenti di quelle fra un uomo e una donna.
Tutelando gli omosessuali non solo – il che sarebbe ovvio e condivisibile – da violenze fisiche, ma da qualunque giudizio ritenuto discriminante ed etichettato come «omofobia», le istituzioni europee violavano fatalmente la libertà di predicazione di tutte quelle comunità religiose, Chiesa Cattolica in testa, le quali hanno come parte normale del loro insegnamento morale la tesi secondo cui la pratica omosessuale è un disordine oggettivo e uno Stato bene ordinato non può mettere sullo stesso piano le unioni omosessuali e il matrimonio eterosessuale.
La sentenza «Lautsi c. Italie» del 3 novembre 2009 della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, segna il passaggio della cristianofobia dalla fase indiretta a una diretta.
Non ci si limita più a colpire il cristianesimo attraverso l’invenzione di «nuovi diritti» che, proclamando il loro normale insegnamento morale, le Chiese e comunità cristiane non potranno non violare, ma si attacca la fede cristiana al suo cuore, la croce.
I giudici di Strasburgo – dando ragione a una cittadina italiana di origine finlandese – hanno affermato che l’esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche italiane viola i diritti dei due figli, di undici e tredici anni, della signora Lautsi, li «perturba emozionalmente» e nega la natura stessa della scuola pubblica che dovrebbe «inculcare agli allievi un pensiero critico».
Ove tornasse in Finlandia, la signora Lautsi dovrebbe chiedere al suo Paese natale di cambiare la bandiera nazionale, dove come è noto figura una croce, con quale perturbazione emozionale dei suoi figlioli è facile immaginare.
Basta questa considerazione paradossale per capire come, per qualunque persona di buon senso, la croce a scuola o sulla bandiera non è uno strumento di proselitismo religioso ma il simbolo di una storia plurisecolare che, piaccia o no, non avrebbe alcun senso senza il cristianesimo.
In Italia la signora Lautsi intascherà cinquemila euro dai contribuenti – un piccolo omaggio della Corte di Strasburgo – e avrà diritto di far togliere i crocefissi dalle aule dove studiano i figli.
Certo, ci sarà l’appello, e giustamente il nostro governo rifiuterà di applicare questa sentenza ridicola e folle.
Ma le «toghe rosse» italiane si sentiranno incoraggiate dai colleghi europei. Che non sono tutti «stranieri» dal momento che uno dei firmatari della sentenza è il giudice italiano a Strasburgo, il dottor Vladimiro Zagrebelsky, campione – insieme al fratello minore Gustavo – del laicismo giuridico nostrano.
 

di Massimo Introvigne
 


 

FINE

 

 

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