VOGLIATE BENE AL VOSTRO (AL NOSTRO) PAESE

(A dei dirigenti di una azienda Toscana, in procinto di compiere scelte ritenute discutibili per la salvaguardia del benessere generale...)
 

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                Esorto tutti quanti a voler bene al proprio paese, alla propria gente, più del danaro, più del potere, più di ogni altra ambizione dopo i diritti di Dio e del prossimo (che son tutta la Legge, cioè tutta la Religione).

                Vogliate bene al proprio Paese, perché esso rappresenta la libertà di essere e di lavorare in casa propria, tra quelli della propria famiglia, del proprio villaggio.

                Perché il proprio paese ben custodito e in salute, è anche la libertà di ospitare e di ridare piena dignità umana, a quelli che ne hanno bisogno, cioè ai cacciati dalla miseria e dalle guerre, dalle povertà materiali e spirituali, di questo o quell’altro continente che siano.

                Perché il proprio paese è la casa e la famiglia che ci ha dato Dio stesso, onde vivessimo più facilmente in pace e in buona compagnia, per il bene nostro e di tutti gli uomini del mondo, animati dalla fiamma del progresso che spesso coincide col semplice ben pensare e ben vivere.

                Perché il proprio paese è una fonte universale di bellezza, anzi forse è la più grande fonte universale di bellezza: raccolto com’è intorno ai suoi campanili e monumenti che s’elevano al sereno del cielo, rappresenta nella parte migliore, il più eclatante e riuscito tentativo degli uomini, di elevarsi verso la nobiltà; onde le campane suonano dall’alto sempre, almeno ad ogni ora; ma specialmente suonano quando qualcuno o molti son rimasti indietro o possono aver dimenticato Dio, nella fatica di camminare verso l’altitudine del cielo.

                Perché il proprio paese è l’operosità cittadina e campagnola, è il benessere generale, è il respiro della natura, è la scienza, è la genialità delle opere umane frutto di audacia e di sacrificio, è l’economia che dà da vivere e da prosperare, è il diritto che regola la convivenza e garantisce il volto benefico delle istituzioni, è lo Stato che quando agisce bene, trasforma la volontà collettiva in servizio decoroso e  pubblico, ammirato dal mondo intero.

                Perché il proprio paese è, più facilmente che altri luoghi, la libertà di vivere facendo del bene, e di morire nella grazia di Dio; infatti è l’esercizio di questa libertà, l’insegnamento principale dei nostri padri; è questo esercizio l’insegnamento principale di Gesù Risorto; è questo esercizio l’eredità fondamentale da vivere e da tramandare, che ci rende creature pasquali, cioè credenti nel Risorto e capaci di risorgere oggi dagli errori e domani dalla morte.

                Perché il proprio paese è la possibilità di diventare sani se malati nel corpo e nello spirito, di diventare ricchi se poveri, dotti se ignoranti, buoni se cattivi, forti se deboli.

                Oh il proprio paese in salute, è tutta una libertà e possibilità; tutta una bellezza che risplende illuminando il passato, il presente e il futuro.

                Ricordiamoci dunque, che questo paese si chiama Italia; ricordiamoci, o amici o nemici o indifferenti che potete essere, che l’Italia è anche la Toscana, che l’Italia ha nella Toscana una parte importante del suo cuore, con le signorili colline, le gentili montagne, l’arte e la lingua nazionale, la grande cultura, la fede universale, così tanto bene e tanto eloquentemente espressa nelle forme artistiche, a beneficio non solo nostro, cioè italiano, ma per il benessere privato e pubblico del mondo intero.

                Tutti pertanto, hanno il dovere di custodire e tramandare questo splendore; nessuno ha il diritto di dimenticarlo, sminuirlo, svenderlo, consegnarlo a chi potrebbe non amministrarlo al meglio, anche parzialmente, anche per errore, anche per un attimo nello spazio ristretto di una Azienda. Il buon senso ci chiede di conservarlo e tramandarlo con ogni attenzione, ce lo chiedono il grande numero delle generazioni a venire e Dio stesso, il Creatore, per il bene nostro e del mondo.

 

 

 

 

FINE

 

 

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