SAN DONATO PRESENZA BENEFICA E VESCOVILE

(Arezzo, Festa di San Donato, del 7 Agosto 2014)

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Processione in onore di San Donato vescovo e martire del IV° secolo, Biccari (Parrocchia di Biccari), Foggia

1. Al mondo ci sono cristiani,

che il vescovo nemmeno ce l’hanno,

ci sono cristiani che pur conoscendo Gesù Cristo,

nemmeno sanno che è necessario avere il vescovo;

ci sono cristiani che un tempo sapevano tante cose sulla

fede, ma oggi se ne sono dimenticati;

ci sono credenti  (lo ripeto), che nemmeno sanno

che è bene per il popolo, avere il vescovo.

 

2. Al contrario, noi aretini non solo abbiamo il Vescovo,

non solo sappiamo che è una istituzione necessaria,

ma di vescovi ne abbiamo avuti centotredici (?),

cioè molto più di tante altre città e popoli;

e l’ultimo come il primo, parla con sapienza continuativa;

questa cattedra di san Donato,  è dunque viva

e non è mai morta; anzi mentre gli altri poteri

deflettono, e sono impegnati in un programma ampio di

neosfruttamento dei poveri e dei deboli,

in un programma mortale di dequalificazione

della famiglia e della vita; il vescovo e la Chiesa, san

Donato con la sua firma di martire,

con lucidità naturale e soprannaturale,

come agli albori della giovinezza del Vangelo,

e analogamente alla visibilità

di una città in cima a una montagna,

puntano con chiarezza eloquente, il dito contro

questo nuovo e antico errore: infatti sono rimasti solo essi

(solo  i preti ), a difendere il vero e il giusto;

gli altri cittadini sono da tempo fuori gara,

squalificati dalla storia: purtroppo hanno esaurito le

motivazioni i sindacalisti, i partiti politici, i comunisti,

i burocrati della amministrazione varia, la stessa democrazia,

perfino i patrioti del risorgimento

(un tempo, tanto fieri e guerrieri),

perfino la stessa Europa, le Nazioni Unite,

spesso non sono più un lume,

nella misura che si separano dalla fede;

ma per nostra buona sorte,  il vescovo e la Chiesa

rimangono lucidi e operosi, presenti e consapevoli,

anche se in pochi; energici anche se attempati; attivi e

vittoriosi, fino all’ultimo  respiro; in realtà, solo essi leggono

correttamente gli errori principali della nostra epoca,

e li additano affinché i fedeli  non cadano 

ma si conservino credenti, e non siano perciò sminuiti,

squalificati, corrotti, dalla assunzione mortale,

di tali errori epocali, velenosi, sempre in agguato,

un pericolo forte e costante, da cui guardarsi .

 

 

3. Dunque noi non abbiamo più materialmente

in questo mondo  San Donato, eccetto la memoria

della sua vita santa, la tomba,  le reliquie,

 i templi a lui dedicati;

però abbiamo il vescovo successore di San Donato,

perché abbiamo la Chiesa; 

e specialmente perché il vescovo successore,

dimostra esser tale e d’esser vivo di fatto

e di nome (e non solo di nome),

ogni volta che addita  infallibilmente

gli errori tipici dominanti della nostra Italia

e del nostro tempo; e anzi, avendone

piena consapevolezza, e mettendoli in rilievo

con chiare e dotte spiegazioni,

invita di conseguenza il nostro vescovo successore,

a evitare sapientemente, tali errori.

 

4. Così abbiamo parlato fin qui di San Donato,

secondo vescovo aretino, che ha avuto e avrà numerosi

successori nella  Diocesi di Arezzo.

Ma San Donato con la sua santità da martire potente

(bisogna ricordarlo), ha devoti  numerosi

in tante altre parti d’Italia e d’Europa.

 

5. E la sua presenza non solo resiste al tempo,

ma bisogna aggiungere  che Oggi

l’abbiamo presente più di prima

della sua morte corporale,

nella memoria terrena ;

l’abbiamo presente

più di prima della sua morte,

con la sua vita eterna in cielo;

l’abbiamo presente specialmente  

come conseguenza benefica e eterna,

di chi oltre che vescovo e martire,

è anche partecipe diretto della eternità di Dio;

in conclusione, abbiamo per noi San Donato

più di prima che fosse santo;  

e mentre prima l’ebbimo per pochi anni,

ora l’abbiamo per l’eternità;

perciò è bene  evidenziare pubblicamente

e ripetere, che il nostro Santo Vescovo,

non è solo nel nostro cuore; ma è più vivo e potente

di quanto già lo fosse da santo, prima della morte terrena;

ben si può dire, che mai questo nostro padre vescovile,

ci è stato tanto beneficamente vicino,

quanto ci è spiritualmente vicino, dal Cielo :

si tratta d’avere l’animo giusto per poterci parlare,

e ascoltare direttamente i suoi consigli,

le sue sante e paterne parole. Questo giusto animo,

è dunque anche l’ augurio principale a me stesso,

come a tutti i lettori .

 

FINE

 

 

 

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