IL PRIMO MAGGIO E' UNA FESTA, NON UN FUNERALE(PRIMO MAGGIO 2014)

VAI IN FONDO

Finestra sul Lavoro

HOME

VAI IN FONDO

Festa del Lavoro  e dei lavoratori, 1° Maggio 2014

 

Il mondo attuale sembra sistemato:

è decadente, decaduto,

sprofondato, perfino perduto…

 

Per questo anche il Lavoro

risulta meno bello,

meno vero e utile,

meno buono e facile…

di quello che effettivamente è.

 

In generale,

mentre gli indipendenti

sparano incessantemente sul lavoro;

i dipendenti

sembrano aver finito

le cartucce del valore, e non sanno,

in conclusione,

né medicarsi le ferite,

né rispondere al fuoco.

 

Con queste premesse

e in questo contesto squilibrato,

la festa del lavoro e dei

lavoratori, rischia

di diventare la festa

dell’anti-lavoro

e dell’anti-lavoratori;

l’anti-lavoro (cioè il piagnisteo e il complesso

delle norme inique che ostacolano

e sminuiscono la civiltà del lavoro),

è infatti programmato a tavolino

da quei dirigenti che han tolto

l’Europa ai popoli

e l’han data di nascosto alle banche,

ai monopoli potenti,

a scapito del mercato e della

convivenza equilibrata e civile;

quei dirigenti erronei, han rubato

l’Europa ai lavoratori e al lavoro

per svenderla al capitalismo

selvaggio e globale,

impoverirla sempre meglio,

barbarizzarla sempre più,

fino nelle radici più profonde

e cristiane, specialmente cattoliche.

 

Ormai al popolo

non rimangono che le ceneri

e le terre o le attività non coltivate

o malcoltivate,

 

 

spesso (malcoltivate) a discapito

della dignità del lavoro

e della società civile.

 

A causa di tutto ciò,

il primo Maggio,

più che una festa

 è  piuttosto

la celebrazione di un lungo

e chiassoso, lamentevole,

dolente funerale :

il funerale male-augurante

della civiltà del lavoro

e dei lavoratori.

 

In conclusione, mentre

il mondo fa le onoranze funebri

alla civiltà del lavoro e ai lavoratori,

e queste onoranze chiama per ipocrisia

e debolezza mentale,

Festa del Lavoro;

coloro che veramente amano il lavoro

e i lavoratori, coloro che onestamente

ci tengono a quella

civiltà benedetta del risparmio

e del mercato, della giustizia

individuale e sociale, dove

lo Stato e la Cittadinanza sono

garanti del Bene Comune

(e non di una classe a scapito dell’altra),

costoro devono intonare

il canto pasquale della

Resurrezione dalla morte,

dal disvalore, dalla ingiustizia

come dalla povertà,

dalla disoccupazione

come dalla inoperosità,

dalla sfiducia e tristezza

dei perduti o perdenti,

come dalla rabbia di chi non sa

né reagire tantomeno agire

opponendo la sostanza

della ragione e della

vera soluzione;

vera soluzione che ripeto,

sta nella resurrezione dalla morte

che debella il disvalore

dell’ingiustizia; ripigliando impavida

il metro santo della giustizia

sociale e fraterna, umana e divina,

audace o intrepida.

 

FINE

 

 

 

TORNA SU

Finestra sul Lavoro

HOME

TORNA SU