PRESEPI

 

BERNARDO STROZZI , ADORAZIONE DEI PASTORI , 1616-18 .  Baltimora, Watters Art Gallery .  IL PASTORE DI DESTRA PORTA AL MESSIA COME DONO , UN POLLO . A SINISTRA TRA I PASTORI E' VISIBILE UN ANGELO IN FORMA DI FANCIULLO : L' ADORAZIONE DEI SEMPLICI PASTORI E' PERCIO' CONVALIDATA E SUBLIMATA DAL FATTO CHE AD ESSI SI UNISCONO GLI ANGELI ADORANTI .

Bernardo Strozzi , Adorazione dei Pastori , 1616-18 , Baltimora, Walters Art Gallery .

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 INDICE

 

Introduzione 

A. Presepi fotocompostiTorna su

B. Aspetti Comuni . Torna su

 

Immagini presepiali e relativa descrizione  Torna su

 

a .  Presepi che descrivono il Lavoro agricolo (1-6) :

1. PRESEPE DELLA VENDEMMIA E DELLA RACCOLTA DELLE OLIVETorna su

2. PRESEPE DELLA RACCOLTA DELLE MELE E DELLE PERE .   Torna su

3. PRESEPE DELLA RACCOLTA DEI POMODORITorna su

4. PRESEPE DEI POTATORI DI PERITorna su

5. PRESEPE DEI BOSCAIOLI Torna su

6. PRESEPE DELLA FATTORIA NINCI  Torna su

 

b .  Presepi che descrivono il rapporto tra il Natale e alcuni islamici  (7-8) :

7. PRESEPE DEI CONDOMINI ISLAMICITorna su

8. PRESEPE DEI CONDOMINI  CRISTIANO-ISLAMICI . Torna su

 

c .  Presepi che rappresentano la santità e l'ipocrisia   (9-10) :

9. PRESEPE DETTO : NATALE DEI SANTITorna su

10. PRESEPE DETTO : NATALE DEGLI IPOCRITITorna su

 

Appendice

d .  Presepi personalizzati   (11-13) :

11. PRESEPE DEI PAESANI DI VILLA TIFI (CAPRESE, AR) . Torna su

12. PRESEPE MATTEUCCI-RONCONI . Torna su

13. PRESEPE IN CASA FRANCI (SPEZZARE IL MAIALE) . Torna su

 

 

TESTO  Torna su

 

INTRODUZIONE   Torna su

 

A. Presepi fotocomposti . Torna su

             E' bene intendere il presepe dal lato della sua evidenza più immediata e facile da capire , cioè come l' incontro fondamentale tra il Cielo e la Terra, il cui presupposto è la natività di Gesù Cristo fatto uomo .

                          Ogni Presepe è pertanto la rappresentazione di tale incontro : non ha dunque , una sola dimensione , ma varie dimensioni , e per l' esattezza , ne ha  tante quante ne può contenere la    realtà :

                 così l' invisibile  si incontra col visibile , il tempo con l' eterno , il cielo con la terra , il mistero con l' evidenza materiale , il mondo dell' uomo col mondo di Dio , il mondo del Dio-uomo col mondo degli  Uomini-dei , il mondo dei santi del cielo con quello dei peccatori terrestri , il mondo degli angeli con quello degli uomini , il mondo della redenzione col mondo del peccato, il mondo del padre celeste con quello dei figli terrestri,  il mondo dell' Amore col mondo degli orfani dell' amore, che spesso siamo noi uomini...ecc.  .

             Ne consegue , che nel tema trattato , cioè in quanto rappresentazioni dell' incontro tra il cielo e la terra , tutti i presepi sono sostanzialmente   uguali ; ma differiscono l' uno dall' altro , talvolta anche grandemente , nella descrizione e nel modo narrante il medesimo tema dell' incontro.

                 Così alle tradizionali e secolari rappresentazioni , quali le statuine e il contesto scenografico e liturgico (cose che si sviluppano specialmente dopo la rappresentazione presepiale francescana a Greccio , nella notte di Natale del 1223) ,  i drammi o composizioni letterarie , la pittura , la scultura recente pure rinnovate dalla ribalta della fotografia e del cinema , oggi è possibile aggiungerne un' altra :

                 non solo la fotografia digitale ordinaria , ma anche la fotocomposizione digitale : questa amplifica le ordinarie possibilità espressive della fotografia e permette di enfatizzare all' oc- correnza , sia il discorso particolare che generale , cioè le due dimensioni fondamentali della descrizione artistica di un qualsiasi soggetto , Presepe compreso .

            Pertanto seguiranno sotto , solo Presepi fotocomposti, titolati a seconda dei Lavori o occupazioni agricole che vi prevalgono :

                 così abbiamo il Presepe della Vendemmia e della raccolta delle olive ; il Presepe della raccolta delle mele e delle pere ; Il Presepe della raccolta dei pomodori; Il Presepe dei potatori dei peri; il Presepe dei Boscaioli .

                 Infine , usciamo dai lavori agricoli , per entrare nel mondo dell' immigrazione e per così dire , del consumismo e della religione  : 

                 nel mondo della immigrazione , col Presepe dei condomini islamici  e cristiano-islamici; nel mondo del consumismo e dell' ipocrisria antinatalizia , col Presepe detto: Natale degli ipocriti ; nel mondo della vera religione , col Presepe detto : Natale dei santi .

 

B. Aspetti Comuni . Torna su

             Vi sono tuttavia aspetti comuni tra i sopradetti Presepi , alcuni dei quali vanno oltre la fotocomposizione digitale .

                 Quali sono questi aspetti ? 

                 Sono i seguenti : 

                 i numeri 1-6 riguardano tutti il Lavoro agricolo , quanto a tema specifico ; invece il numero 7, riguarda degli islamici e non dei cristiani , i primi ritratti al momento della cena alla vigilia di natale , seduti attorno al tavolo di casa ...

                 Nei numeri 2, 4 e 5 , lo sfondo e insieme il luogo ideale dove i lavori agricoli si svolgono , è la facciata della Chiesa del Duomo fiorentino : 

                 si pone pertanto la domanda del perché collocare dei lavori agricoli sulla facciata di una Chiesa

                 La risposta è dunque la seguente : il sottoscritto oltre al tema del Presepe , intende pure enfatizzare e celebrare la bellezza del lavoro agricolo manuale e no (anche se vi descrivo specie quello manuale) . Pertanto , onde colpire la fantasia e accendere le corde del sentimento della bellezza , ho scelto uno sfondo tanto nobile quanto noto , cioè la facciata del Duomo fiorentino . 

                 Ma vi è anche un' altra ragione , legata al fatto che si tratta di una chiesa . Vale a dire : perché dei lavori agricoli su una Chiesa ? 

                 Riprendo qui , una antica tradizione , appunto quella dei Calendari dei mesi , dove i lavori agricoli, allegorie dei Mesi dell' anno , specie nel medioevo , si collocarono sui portali o presso gli altari o nei libri d' ore o salteri , o in seguito nei palazzi publici ,  onde comunicassero meglio al grande publico , il concetto che per i cristiani il lavoro è redenzione , riscatto dalla miseria materiale e spirituale sia in questa vita che tantopiù in vista di quella eterna .

             Ma questo pensiero per cui il lavoro manuale o intellettuale che sia , è per l' uomo motivo di nobilitazione e riscatto materiale e spirituale , è valido e fondamentale , anzi è per la verità , vitale , pure per il nostro   tempo  e  per il futuro . 

                 Però tale concetto può benissimo esser comunicato anche dalla rappresentazione di un dato ambito presepiale . Infatti il modo di presentarsi  della Natività , è  , tra le varie cose , pure un incentivo a lavorare in agricoltura , posto che Gesù nasce tra due animali simbolo di bontà e mansuetudine e nutrimento domestici e agricoli , nonché mezzo principale della trazione agricola per millenni , cioè  il bue e l'asinello ; Gesù nasce inoltre in una mangiatoia tra il fieno di una grotta o stalla , frugalissimo riparo per gli animali agricoli e forse per altre grasce o foraggi , oltre al medesimo fieno ; inoltre i primi a visitarlo sono dei pastori , che possono essere considerati l' aspetto agricolo dei monti , dove altri tipi d' allevamento o coltura non rendono a sufficienza , e rimaneva all' epoca come talvolta ancor oggi,  solo la scelta magra della pastorizia ; ma questa pastorizia , non è in fondo che la versione montagnola dell' agricoltura di pianura. 

                  D'altronde , secondo la tradizione,  i grandi e i potenti come ad esempio i magi , arriveranno per ultimi a visitare il Messia ; prima andarono gli umili , e quindi anche molti villici e operai agricoli, coi loro doni frugali . Peraltro gli sviluppi successivi alla natività , confermeranno in pieno l' alta considerazione del Cristo per l'agricoltura : ciò lo si nota non solo nelle parabole a sfondo agricolo ( la zizzania che cresce insieme al grano ; il seme che cade in vari tipi di terreno ..., i tralci e la vite , il miracolo del vino a Cana ... ecc.) , ma specialmente nel fatto che assumerà come simboli del suo sacramento principale , l' Eucarestia,  il Pane e il Vino , cioè due prodotti agricoli massimamente universali e per eccellenza . 

                   Infine è aspetto comune o frequente , pure la descrizione del modo della natura di partecipare al lavoro degli uomini: essa infatti , non vi partecipa solo col rigoglio e l'abbondanza dei raccolti , ma in più , anche con episodi , per così dire , di supplenza straordinaria ( che si vorrebbe che avvenissero , anche se mai o raramente avvengono ) , cioè caprioli che sbucano a destra o a sinistra mentre gli uomini lavorano , fagiani che beccano la frutta sulle mani dei raccoglitori , pettirossi che si posano sul capo ..., picchi che sbibeccano  a fianco dei  taglialegna ... ecc .   .

                   Vien da chiedersi pertanto il perché la fauna e la flora possono partecipare in  modo così fantastico , comunque con un margine di irrealtà , alle attività lavorative

                   Ebbene il motivo è simile al perché gli stessi lavori , si svolgono sullo sfondo della facciata del Duomo fiorentino : vi è una intenzione celebrativa della bellezza del lavoro agricolo, il quale se ben  progettato e inteso , spinge all' armonia con la natura , all' amore per le piante e gli animali in mirabile equilibrio con le esigenze della produzione; e pertanto il lavoro agricolo ben inteso e progettato , predica non solo e non tanto (come ordinariamente si può pensare) il rispetto dell'ecologia , quanto la promozione tecnica e filosofica della armonia o equilibrio corporale e spirituale dell' uomo col suo ambiente : e l' epilogo di questo equilibrio o armonia , se adeguatamente perseguiti , a mio parere sarebbe il ritorno all'amicizia piena con l' uomo (fino a non temerlo , come nelle mie fotocomposizioni) , della flora e della fauna , nonché della natura tutta: così si capisce che ciò che letteralmente è irreale , richiama tuttavia l' idealità del bello , benefica e surreale 

                    invero , nel corso della storia conosciuta , solo la civiltà post-industriale , a causa del dio supremo del profitto , è riuscita pericolosamente a mettere talvolta in discussione questo sentimento di equilibrio tra l' uomo che produce cibo e la natura che gli ubbidisce benigna . 

                   In questo contesto , l'amore per le piante e gli animali , l' ambiente , come è noto , può sminuirsi anche in agricoltura , a causa delle necessità del guadagno .  Ma pure questo sentimento pericoloso delle ragioni di mercato che non sempre  tengono conto della salute e integrità delle leggi della natura (quando invece sono le stesse leggi naturali a rappresentare un limite fisiologico, e perciò naturale, alle medesime necessità economiche del profitto) , nonostante sia destinato a molto corrompere e distruggere e a far varie vittime probabilmente anche tra gli uomini ( e perciò non solo tra la flora e la fauna e l' ecologia ) , tuttavia , nei tempi lunghi non prevarrà sulla stessa esigenza universale , di salvaguardare il benessere e l' integrità delle leggi naturali , per il semplice motivo che sarà la stessa natura a ribellarsi e a costringere  l' umanità a retrocedere . 

 

 

IMMAGINI  PRESEPIALI  E  RELATIVA  DESCRIZIONE. Torna su

 

a .  Presepi che descrivono il Lavoro agricolo (1-6) :

 

1. PRESEPE DELLA VENDEMMIA E DELLA RACCOLTA DELLE OLIVE Torna su

 

                            

                               Sul piazzale davanti la Fattoria di Dorna in Vadichiana (Badia al Pino , Arezzo) , si svolgono vari lavori o occupazioni quotidiane della  stessa fattoria , sotto lo sguardo della Madonna col Bambino del pittore spagnolo Bartolomé Esteban Murillo (Siviglia : 1618-82) :

                         abbiamo pertanto tre vendemmiatori (due fanciulle vendemmiano e un giovane porta un canestro) , mentre a sinistra tre operai separano dal fogliame le olive raccolte ,  prima della sistemazione provvisoria in cassette di plastica o da frutta , arancioni .

                         Invece l' uomo seduto e quello in piedi davanti una bascola , alludono al momento della pesatura delle olive .

                         In alto , un trattorista (che è anche responsabile ) irrompe a bordo del suo mezzo sulla scena ; e a sinistra della Madonna , il magazziniere seduto dopo una giornata di lavoro sui campi (con alle spalle la città di Arezzo), annota alla sera ,  sul suo registro , il peso delle proprie olive come quello di ciascun operaio .

                         Sotto , un extracomunitario mangia al sacco sul campo , nell' ora della pausa prevista (dalle 12 alle 13) ; mentre un altro è nell' atto di arrampicarsi su una scala : gesto consueto per i raccoglitori di olive . Infine si trasportano le cassette di olive appena pesate , sulla catasta del magazzino , in attesa che il camion le porti al mulino o frantoio , l' indomani o tra qualche giorno .

 

 

2. PRESEPE DELLA RACCOLTA DELLE MELE E DELLE PERE Torna su

 

                       

                        Lo sfondo non è più come sopra , il Casale della fattoria , ma addirittura la facciata del Duomo fiorentino .

                        La scenografia qui è ricca e varia .

                        A sinistra una anziana signora , raccoglie le pere mentre una fagiana gli e le becca  e dietro un bullo , fa capolino : è evidente che trama qualche scherzo , magari proprio ai danni della laboriosa operaia .

                        A destra invece , si vedono i raccoglitori di mele che le buttano su dei pancali , poi caricate dai muletti o trattori .

                        Sotto è la volta dei trattoristi e di un carrista o guidatore del carro che scorrendo sui filari del frutteto , permette la raccolta sia in basso ad altezza d'uomo , che in alto oltre le possibilità di raccolta da terra , senza scala .

                         Il trattorista ,  manda semplicemente avanti il mezzo di qualche quindicina di metri , onde il lavoro di raccolta , scorra verso la fine del filare .

                          Invece il carrista , insieme al trattorista che segue e l' uomo impegnato nel mezzo , traggono il carro dal fango : la Valdichiana è infatti bonificata , e la sua agricoltura è oggi una delle più prospere d' Italia e del mondo . Ma per questo non può fare a meno di migliorare o costruire tuttoggi ulteriori sistemazioni idrauliche (vespai , canali di scolo ecc.) , se vuole circolare agevolmente coi mezzi , lungo i frutteti :  infatti spesso i carri s' infangano malamente , per via del ristagno delle acque che non hanno deflusso appropriato , dopo le pioggie . Così , quando il carro s' arena , un trattore apposito interviene a trainare : l' uomo in tuta blu tra il carro e il   trattore , sta dunque attaccando il cavo , per la trazione del  disimpegno dal fango . Una operazione frequente , dopo le pioggie eventuali .

                          Seguono poi varie scene riempitive :

                          il signore in auto , in basso , è il figlio del titolare dell' azienda , che fa il suo lavoro di controllo ; quello con l' ombrello verde aperto , è invece un veterano del lavoro agricolo , che esercitatolo per tutta la vita , ora in pensione coi figli sistemati e la casetta costruita , si concede la raccolta della frutta; ma in caso di necessità è ancora in grado di tornare al lavoro di piena responsabilità (per es. la guida di un carro da raccolta troppo nuovo e costoso per rischiare d'affidarlo a giovani inesperti o imprudenti : se dunque i suoi collaboratori o raccoglitori di mele e pere , sono studentelli inabituati alla fatica , nonostante la differenza d' età , è difficile che non se ne vadano prima di sera) .

 

 

3. PRESEPE DELLA RACCOLTA DEI POMODORITorna su

 

 

                            Questa composizione ha un significato teologico molto profondo , ed è uno sguardo potente oltre l'apparenza del lavoro quotidiano .

                       Il significato teologico , non si limita a descrivere il Natale quale nascita del Messia ; ma questa nascita richiama la fondamentale onnipresenza della Pasqua , infatti tutto avviene sullo sfondo dello sguardo divino della Sindone . Ma unire il Natale alla Pasqua , cioè la natività allo sguardo della Sindone , che significa ? Che legame ha , con la descrizione del lavoro agricolo e quotidiano della raccolta dei pomodori o altro simile ?

                       La risposta è la seguente :

                       significa che grazie alla Pasqua , qualsiasi lavoro l' uomo svolga onestamente , può  lavorare con determinazione e gioia , amichevole letizia e libertà ,  nonostante i problemi eventuali del momento ; può lavorare con successo garantito quale che sia la sua condizione sociale o collocazione nella gerarchia del lavoro ,  perché la compagnia di Dio , il suo sguardo quotidiano ordinario e straordinario , visibile e invisibile , sono garantiti per i meriti umani e divini di Cristo, e rappresentano la garanzia migliore e irremovibile dell' uomo nuovo , del mondo e della civiltà nuovi .

                       Venendo alla descrizione minuta dell' immagine , si vede che vi compaiono signore bianche o nere , con pere o mele sulle mani : e dunque dove sono i pomodori richiamati dal titolo ?

                       La raccolta dei pomodori è richiamata dalla grande macchina raccoglitrice ai piedi dei cinque uomini in primo piano : essi posano durante una pausa occasionale a fine raccolta dei pomodori : al centro c'è il responsabile dell' azienda ; a sinistra un terziario e il viceresponsabile ; a destra un agronomo della Regione Toscana e l'autista della Macchina Raccoglitrice di pomodori . 

                       Questo presepe, è dunque tutto dedicato a costoro , quali protagonisti più diretti ; tuttavia viene richiamata anche la produzione abbondante di pere e mele , quando son tenute in mano dalle donne soprastanti e quando traspaiono da sotto i piedi dei cinque uomini in primo piano .

                        Invece la fiat 600 che converge in basso , è quella del cosidetto Fattore o Responsabile , e rappresenta pertanto un simbolo , una specie di mezzo domestico , che tutti sono abituati a vedere .

 

 

4. PRESEPE DEI POTATORI DI PERI .   Torna su

 

 

                        

                          La scena ritorna sulla facciata del Duomo fiorentino .

                    A destra il potatore vestito pesantemente a inverno , da le ultime forbiciate alle vette da capolinea di un filare di peri : egli munito di guanti da lavoro , tiene con la sinistra , il braccio metallico del carro da frutteto , che dunque non serve solo per la raccolta , ma anche per la potatura ( il diradamento e consimili) . Ma con la destra stringe le forbici pneumatiche (cioè azionate dall'aria compressa generata dal Carro da frutteto) .

                    Poi lo stesso Potatore alle spalle del trattorista , alza la mano munita di forbici : lo fa chiaramente in un gesto di autoidentificazione ed esaltazione .

                    Ai lati , lo stesso Potatore ,  smeriglia un utensile , onde farlo migliore : anche durante la potatura infatti , può capitare di dover riparare qualcosa .

                    Segue dunque il trattorista , e a sinistra la raccoglitrice di pere , allude al momento finale di tutte le fatiche , cioè alla raccolta . Mentre alle sue spalle , un trattorista con un aratro apposito , taglia le radici dei peri , per ridimensionarne l' eccessivo rigoglio che potrebbe andare a scapito della produzione .

 

 

5. PRESEPE DEI BOSCAIOLITorna su

 

 

                          L' operazione selvicolturale principale che viene descritta , è il tagliare la legna mediante la motosega o il semplice pennato . 

                    Al centro un villico alza il pennato per tagliare un ramo onde alimentare il fuoco degli scarti delle operazioni di pulitura . Più a destra e a sinistra si vedono due motoseghe in azione , mentre emergono dal suolo bei fusti di quercia , abbattuti da poco .

                     Sotto la Madonna , emerge una testa adagiata su un letto d' ospedale : è l' ultima descrizione di una tragedia consumatasi sul luogo di lavoro : infatti caduto da un pino durante una operazione di pulitura , Sergio Pasqui morì dopo circa tre anni di coma irreversibile . In  questa circostanza il personale ospedaliero , i familiari , hanno sopportato fino alla fine la sua lunga agonia . Tuttavia , se nessuno lo trattò come la assassinata di recente ,  signora eutanasiata Terry Schiavo , un pò tutti non ebbero lo zelo di credere al suo recupero mediante nusicoterapia  o altro . Egli giace dunque sopra , sotto l' immagine della Madonna ,  mentre i compagni e lui stesso , gli lavorano intorno : la speranza del paradiso e il ricordo dei  compagni e dei familiari , sono infatti le uniche cose che gli restano ; tra poco , con la morte , perderà anche quelle , sebbene le riacquisti definitivamente nella Vita Eterna. 

                     Il camion volante , in alto a sinistra , sopra il Picchio al lavoro sul tronco di quercia , è il mezzo dei boscaioli , i quali hanno adagiato in terra qualche zaino e due decespuglautori : l' uomo forestale odieno , ha infatti a disposizione varie macchine , e quelle fondamentali credo possa dirsi che sono il Decespugliatore e la Motosega .

                     In alto a destra, l' uomo seduto sulla ghiaia bianca accanto al collega in piedi , sta affilando la catena della motosega , mediante una lima rotondeggiante . 

 

6. PRESEPE DELLA FATTORIA NINCI . Torna su

 

               

                Descrive i lavori agricoli nell' anno 1999 , presso la Fattoria Ninci o Fraternita , in Civitella della Chiana (Arezzo) e come i precedenti , unisce pittura e fotografia : infatti il cuore del discorso figurativo è L'Adorazione dei Pastori di Guido Reni 1) eseguita attorno al 1640 . La scena centrale narra dunque oltre alla Natività , la visita al Messia , di una categoria agricola  plurimillenaria , quella dei Pastori : essi tuttavia fanno nella circostanza una operazione sublime , molto al di sopra della loro quotidianità ordinaria , cioè sono volti colpiti da una fonte luminosa nella notte santa , in atto di adorazione . Tuttavia le vesti , la povertà della grotta , il bastone che alcuni stringono in   mano , richiama la natura del loro mestiere .

                Quanto alla descrizione dei rimanenti lavori agricoli , essa è tutta di natura fotografica , e dal vivo o diretta , cioè eseguita in toto dal sottoscritto . Si pone dunque nel seguente modo :

                in alto una mietitrebbia esegue la raccolta del girasole ; essa è guidata dall' operaio con la sigaretta in bocca e in primo piano , che tiene nella circostanza , la mano sinistra sul grande specchio retrovisore del veicolo .

                Più in basso , col trattore fiat , si esegue la erpicatura dei filari di un oliveto a scopo diserbante .

                Seguono dunque  tre descrizioni della potatura della vite , una delle quali , a sinistra , è la potatura verde (infatti l'operaio ha appena estirpato una fogliuta vite selvaggia , cioè nata al di sotto dell' innesto , e perciò non buona per produrre uva); gli altri due invece eseguono su un vecchio vigneto , una normale potatura secca di produzione  .

                Abbiamo poi tre descrizioni della Vendemmia : con la prima,  si rovescia un carico d'uva appena colta nella vigna da un carro di trattrice a un altro carro più capiente , il quale porterà il tutto presso la cantina in Castiglion Fibocchi (AR) ; giunti alla cantina , il medesimo trattorista preleva con una provetta del mosto dalla frangitrice  , per misurarne il grado zuccherino ; più in alto invece si descrive il riempimento di un carro agricolo mediante il cosidetto Muletto , un leggiero montacarichi che facilita la manovra della trattrice nei filari del vigneto , essendo più piccolo e maneggiabile rispetto al normale rimorchio .

                La figura di fumatore sulla destra in basso e a mezzo busto , è l' ultimo dei fattori di tradizione antica sul territorio della Valdichiana : insieme ai proprietari e ai contadini , specialmente da dopo la grande bonifica delle acque della Chiana , il fattore e questo medesimo fattore , alternando severità a bonomia, talvolta bestemmie a silenzi ,   ha condotto la produzione agricola , esercitando comunque , al di la delle discussioni e lotte di classe , un ruolo importante sul piano della qualità e quantità prodotta .

 

1 : Le Adorazioni dei pastori dipinte da Guido Reni (Bologna 1575-1642) sono tradizionalmente due, e son simili nella scenografia : una è quella soprastante e si trova alla Galleria Nazionale di Londra ; l'altra si trova a Napoli nella Certosa di S. Martino . Ma ve nè secondo alcuni una terza nei depositi della Pinacoteca di Brera a Milano , e una quarta nel Museo Püskin a Mosca .

 

b .  Presepi che descrivono il rapporto tra il Natale e alcuni islamici  (7-8) :

 

7. PRESEPE DEI CONDOMINI ISLAMICI . Torna su

 

                         

                          L' intero primo piano del mio condominio è occupato da islamici dal Marocco e dall' Algeria . Sopra alla vigilia di Natale dell' anno 2003 , si sente area di festa speciale : credo sia il fascino del Natale che per vie misteriose è comprensibile più o meno anche ai non cristiani .

                          I giovani attorno ad un tavolo , hanno cucinato (in un tipico piatto di coccio con coperchio conico), una specie di zuppa di carni e verdure :  tolto il coperchio , il contenuto vien consumato attingendo tutti al medesimo piatto , in grande allegria e spirito festivo .

                          Invece , sempre sul tavolo a destra , vi è una caraffa di tè e bicchieri ; in Marocco infatti si consuma il tè , ma si preferisce unirvi non tanto il limone , quanto la menta , che a giudicare dal comportamento di questi condomini , deduco esser coltivata anche negli orti marocchini : infatti , ho visto io stesso , i suddetti condomini , tentare di fare attecchire piantine di menta in un angolo di terra orticola : il tentativo non è riuscito ; ma è chiara l' aspirazione a rifare anche in Arezzo , ciò che essi sanno esser fatto con successo in Marocco , appunto l'allevamento orticolo della menta .

                           In basso vi è inoltre un vero e proprio Presepe : infatti i mussulmani non possono credere che Cristo è Dio , oltre che uomo ; ma possono credere che Cristo è un Santo Uomo , un profeta (caso unico tra tutte le religioni del mondo , escluso il cristianesimo) ; pertanto , si capisce , che la natività di Cristo , è in qualche modo condivisa e compresa dagli islamici istruiti , più facilmente che da altri di religione non cristiana .

                           Il gesto di questa composizione presepiale , ha voluto essere pertanto , un atto di cortesia e amicizia , verso chi per ragioni e contingenze storiche , si è trovato a passare il Natale sotto il mio stesso tetto, tuttavia, senza poter comprendere e celebrare consapevolmente il medesimo Natale ,  conservando per giunta nel cuore , tanta nostalgia di casa propria, laggiù oltre il mare e il deserto d' Algeria o del Marocco .

 

8. PRESEPE DEI CONDOMINI CRISTIANO-ISLAMICI . Torna su

 

 

 

                            Ricalca il modello figurativo precedente , e ne esprime finanche lo stesso concetto fondamentale , cioè che la Bellezza ci parla di Dio

                            [Però i componenti islamici della famiglia in data 11 agosto 07, hanno chiesto di esser tolti dal presepe soprastante perché impauriti (non so bene da che cosa e da chi) : è dunque rimasto solo il vecchio padre abruzzese, il quale sostiene di essere ancora cristiano. La famiglia di questo veterano è dunque islamica, avendo costui vissuto per tanti anni in Algeria : in Algeria vi giunse quale membro della Legione straniera francese, e là vi rimase a lavorare per molti anni, finché separato dalla moglie algerina, è oggi tornato con la figliola in Italia].

 

 

c .  Presepi che rappresentano la santità e l'ipocrisia   (9-10) :

 

9. PRESEPE DETTO : NATALE DEI SANTI . Torna su

10. PRESEPE DETTO : NATALE DEGLI IPOCRITI. Torna su

 

 

APPENDICE

 

d .  Presepi personalizzati   (11-13) :

 

11. PRESEPE DEI PAESANI DI VILLA TIFI (CAPRESE, AR). Torna su

 

                             Riprende , come i seguenti 12 e 13 , il modello 6 : Personaggi vari attorno alla Adorazione dei Pastori di Guido Reni . I personaggi  però son tutti di Caprese e per lo più abitanti tuttoggi a Villa di Tifi (Caprese Michelangelo , AR); vi compaiono anche alcuni defunti ed emigrati altrove, nonché il prete del paese (don Franco Franchi in alto a sinistra) e alcuni amici stretti , abitanti nei dintorni . Alcuni personaggi se ne stanno in posa , e guardano verso il visitatore : essi vanno intesi tuttavia , in cammino verso il Presepe ; al contrario altri , conversano o lavorano o portano oggetti : tutte queste categorie vanno comprese come operanti in onore del Salvatore appena nato ; e se qualcuno attende seduto , intendiamolo come contemplatore del Neomessia . Infatti , nessuno aspetto della vita , può estrapolare dal Presepe , cioè dall'incontro fondamentale tra il Cielo e la Terra il Tempo e l' Eternità .

 

12. PRESEPE MATTEUCCI-RONCONI . Torna su

 

 

                               Quello soprastante l'abbiamo definito il Presepe dei paesani ; questo potremmo chiamarlo , il Presepe degli zii del Casentino e lor familiari , sebbene vi compaiano pure il sottoscritto e congiunti  e uno zio da Valsavignone . E' tipico di questa triade   11-13 , unire morti e vivi , cioè familiari morti dappoco o da  molto , possono comparire tra i parenti pellegrini verso il Presepe . Ci si può chiedere pertanto che senso ha , unire morti e vivi nel grande pellegrinaggio della Notte Santa . La risposta è la seguente : i morti , gli antenati di un tempo , conobbero durante la loro vita , il Dio fatto uomo; al contrario i viventi lo conoscono o stanno imparando sempre meglio  a conoscerlo; pertanto mentre i morti nello spirito di Dio , ricordano e godono già colui che conobbero e ora conoscono al meglio in Cielo , i viventi nello spirito del medesimo Dio, aspirano a conoscere e godere la presenza di Colui che per lo stesso scopo di donarsi , si è fatto uomo . Ne consegue che vivi e morti secondo Dio , trovano nel medesimo Dio della vita , la ragione eterna della stessa vita  eterna . Per questo non considero una contraddizione ma un buon auspicio , unire i morti ai vivi , anche in un Presepe .

 

13. PRESEPE IN CASA FRANCI (SPEZZARE IL MAIALE) . Torna su

 

 

                            Attorno al Presepe di Guido Reni , giganteggiano due lavori agricoli dalla Fattoria Ninci (crf. n. 6) : la mietitrebbiatura del Girasole a sinistra e lo scaricare l'uva sul carro della trattrice a destra . Segue poi la descrizione abbastanza serrata , delle varie fasi della macellazione del maiale in procinto del Natale : al centro il primo macellaio , ospite dei Franci , prepara insaccati; tre familiari Franci lo aiutano disposti attorno alla tavola ; mentre a sinistra si riempie il budello delle salsiccie girando il manico della macchina macinante e a destra si ripongono in cantina i salami e si lava qualcosa con acqua calda in un paiolo o recipiente . In alto , sopra la mietitrebbia , è rappresentata una fase dell' uccisione cruenta del porco : la cosidetta raschiatura ; ucciso l'animale con apposita pistola che spara alla nuca , gli si bruciano i peli cospargendolo con paglia incendiata ; dopodiché si raschiano le rimanenze con una apposita pietra nella circostanza (oppure con un coltello) . A destra un cagnolino che si vede appena , assiste avido alla scena e già spera di ricavarci qualcosa da mangiare ; mentre sullo sfondo , forse qualcuno (probabilmente una massaia) sbircia il tutto dalla finestra dell'abitazione , onde uno degli uomini , guarda proprio in quella direzione .

 

 

FINE

 

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