LA FEDE E LA VITA SECONDO DIO E LE SUE VIRTU', CI PERMETTONO DI RICONOSCERE IL MESSIA, CIOE' DIO IN MEZZO A NOI

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   NATALE 2013

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Domenico Beccafumi, Sacra Famiglia con san Giovannino, 1515 - 1525, Alte Pinakothek, Monaco

 

BUON NATALE

SANTA EPIFANIA 2014

         

Per quattro mill'anni s'attese

quest'ora su tutte le ore 

E' nato! E nato il Signore !  1)

 

                                Et habitavit in nobis : E venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14 ), per sempre, il Creatore del Cielo e della Terra.

                Pur annunciato dai profeti, venne però un po’ nascostamente (velatamente), avvolto dalla povertà del primo presepe, di Giuseppe e Maria, dalla povertà dell' umanità tanto semplice e modesta quanto esigua nel numero, Pastori compresi;  venne avvolto dalla povertà delle cose come la grotta e la mangiatoia, il bue e l'asinello .

                Venne, e cominciò la sua missione, mentre il Mondo che in origine, fu fatto per mezzo di Lui  (Omnia per Ipsum facta sunt : Gv 1,3), pensava a se stesso o alle sue cose, e ignorava l’evento; perciò si può dire che Dio inizialmente, nascose al Mondo dei potenti e dei più, la sua venuta natalizia; infatti, che  questo seminascondimento iniziale fosse  necessario e nell’ordine della Provvidenza, lo si deduce dal fatto che in seguito, quando l’umanità s’accorse della venuta effettiva del Cristo, proprio allora, finì per negarlo e crocifiggerlo ; perciò, se della nascita di Gesù-Messia, ci si fosse accorti prima, quando era ancora infante o comunque prima della vita pubblica o evangelizzatrice attorno ai trenta anni d'età, la stessa umanità avrebbe cominciato prematuramente rispetto alla pienezza del tempo fissata in Cielo, la persecuzione in vista della Croce, disturbando così con eccessiva efficacia, la crescita ordinata del Messia e il generale disegno divino.

                Dunque il Mondo è nemico di Dio, del vero Dio ?

               La risposta è scritta nella Croce stessa : una parte dell’umanità, ieri come oggi, pretende di mettere Cristo-Dio e  i giusti e i santi di Cristo-Dio, sulla Croce; è questa l’Umanità dell’Anti-Decalogo, che preferisce l’errore al vero; il peccato vario, al posto dell’Amore fraterno, verso i simili e verso Dio; detto in parole moderne, è l’umanità che preferisce pensare che Dio forse non esiste, o è remoto, incapace comunque, di interferire nei nostri affari; è l’umanità del laicismo ma talvolta anche della sana laicità, per cui in fondo si desidera far da soli, in piena autonomia, affrancati il più possibile, dalla volontà divina .

                Però  tra questa umanità che ignora o respinge sulla Croce il Dio vero, non ci sono soltanto gli irriducibili, gli amici di Satana che finiranno  nell’Inferno, se  con malizia, continuano senza ravvedersi, a rinnegare Dio e la sua Legge; ma spesso ci sono anche i santi potenziali che devono formarsi, i numerosi fedeli che pur credenti, devono tuttavia crescere nella fede, una parte dei giusti e dei buoni, i quali pur essendo tali (quasi santi o giusti o buoni…), tuttavia hanno bisogno della Redenzione, della presenza viva di Dio, della sua Grazia Santificante :

                ne hanno bisogno per salvarsi dalla imperfezione e dall’errore, cioè dal peccato; ne hanno bisogno per salire verso l’alto e interrompere la discesa verso il basso, come la stasi pericolosa della mediocrità, come pure la salita troppo lenta verso l’alto, il Bene, il Cielo, la Vita Eterna, l’Amore del Prossimo e di Dio;  ne hanno bisogno, per salire verso l’Amore che è il Regno di Dio già presente in mezzo a noi, perché Egli stesso come abbiamo detto, è venuto tra noi, ha assunto la natura umana, e vuole la nostra salvezza, cioè la nostra santificazione, il nostro cammino quotidiano verso la Vita eterna, a scapito della morte quotidiana o eterna.

                In realtà, così come in passato il principale bisogno dell’Uomo è stato Dio, la sua vicinanza, il desiderio che finalmente scendesse in mezzo a noi; allo stesso tempo e allo stesso modo, anche oggi, nel nostro tempo, il principale bisogno universale e insieme desiderio più segreto dell’umanità, è distinguere l’Emmanuele, il Dio in mezzo a noi, accoglierlo e non respingerlo, sentire la sua vicinanza, il suo consiglio, la sua sapienza ispiratrice, la sua forza creatrice e redentrice, ma anche inconfondibile e invincibile, se non dal peccato o dal disamore .

                Poiché Dio ebbe il suo Natale, vale a dire, è già venuto una volta per sempre sulla Terra, il pericolo odierno per i Cristiani, non è più come in passato prima di Cristo, la distanza trascendentale e incolmabile di Dio dall’Uomo; ma il pericolo è oggi, dopo Cristo, il non vedere e il non sentire la sua vicinanza e ispirazione, nonostante Egli abbia assunto la natura umana senza abbandonare o nascondere quella divina; il pericolo è il non vedere e il non sentire la sua presenza necessaria e inconfondibile, certa, santificante, tra le vicende di bene e di male della vita; è il non vedere l’Emmanuele, è il non riconoscere questa presenza salvifica e personale, che essendosi fatta più vicina e visibile con l’incarnazione, giudica anche più severamente chi la respinge oggi rispetto a chi la respingeva ieri nel paganesimo antico, quando Cristo non aveva assunto la natura umana e non era ancora né nato, né morto, tantomeno risorto;  il pericolo è il non riconoscere questa presenza tra il rumore del mondo, tra la sfacciataggine dolce o cruenta del peccato, che in ogni epoca, nella misura in cui viene assunto, pretende confondere la vista di Dio, allontanare da Dio e in definitiva, prevalere … .  E questo pericolo storico fondamentale (non si tratta pertanto di un pericolo qualunque, ma di un pericolo storico fondamentale), non può essere che superato mediante la Fede e la Vita conseguente, coerente …

                Perciò dire Buon Natale, significa prima di tutto, augurare:

               che tu possa distinguere e godere, della presenza e vicinanza di Dio, Padrone della vita e della morte, Costruttore dell’ordine e del futuro prospero, immediato e eterno, del futuro di tutti (dei giovani come dei vecchi, dei vivi come dei morti), Sostenitore della necessità antropologica di prolungare o ricostruire  la vita dell’Umanità, come fatto eterno per eccellenza, e non più fatto soltanto attuale e temporale, incidentale e provvisorio, mortale.

 1 : Guido Gozzano, (1883-1916), “Notte Santa” ,  Conclusione o versi 56-58 . Crf. : http://www.lettereadioealluomo.com/notte_santa_Gozzano.htm#1  .

 

FINE

 

 

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