MANIFESTO DELLA SITUAZIONE ATTUALE DEL MONDO : SI VUOLE SFIDARE LA SENTENZA SECONDO CUI: SENZA DI ME NON POTETE FAR NIENTE

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Allegoria della Verità che viene nel Mondo

                Anche giustamente e in omaggio alla democrazia, si dice nelle scuole che bisogna educare i ragazzi allo spirito critico. Ma questa buona intenzione, il più delle volte non riesce; e che fallisce frequentemente, lo si vede dal fatto che alla fine del corso degli studi pure universitari, se si chiede al neodottore, qual’è il principale problema del mondo attuale, spesso non sa rispondere; oppure fa una lista di varie situazioni, e in fondo, si sottolinea alla fine, dipende dalle opinioni; la gerarchia dei problemi e della percezione del reale (quindi anche delle soluzioni agli stessi problemi), è dunque un fatto relativo e opinabile; e in questo consiste la sintesi o formazione di molti dottorati attuali. Questa è in ultimo  la coscienza critica perseguita da parte considerevole delle scuole moderne, e dal sistema complementare mass-mediatico.

                Ma le opinioni varie e la relatività, per quanto possano essere utili, non sono sufficienti alla penetrazione virtuosa della realtà; il vero, il bello e il buono, non sono soltanto opinioni e relativismo; infatti, ad esempio, non è una opinione la scienza, ma è un metodo;  non è una opinione che domani è un altro giorno, ma è un dato di fatto; non è una opinione ma realtà oggettiva e non relativa, che al giorno e ai giorni, seguirà un mese, poi un anno, un secolo, un millennio…e via dicendo; inoltre non è una opinione ma una realtà certa,  l’esistenza della storia; non è una opinione relativa, la fine della vita o morte corporale, di tutti gli esseri viventi; non è una opinione l’esistenza mirabile del mondo e dell’universo; non è una opinione l’esistenza dell’uomo e delle cose; non è una opinione ma un fatto certo fino ad oggi, l’esistenza dell’uomo nell’universo, limitata alla terra …ecc, ecc. : potremmo continuare all’infinito.

                In conclusione, la realtà per quanto suscettibile di cambiamento e relativismo, ha una sostanziale stabilità oggettiva, che la fa consistere, la qualifica e riveste nel corso del tempo. E di questa stabilità oggettiva, bisogna tenerne conto. Perciò qualsiasi discorso culturale, non può prescindere da questo fondamento, senza incappare in errori .

                Se ciò s’ammette, si vede meglio che nel corso della storia, il maggior fattore di stabilità, chiarezza, lume, progresso, civiltà…, è stato l’affermazione di Gesù Cristo; egli ha infatti diviso in due la Storia stessa, prima di Lui dopo di Lui, come dal ricorrente calendario; e tale divisione trova il suo fondamento nel fatto che prima di Cristo, Dio non aveva assunto la Natura umana; il Verbo allora non si era ancora fatto carne, perché lo stesso Verbo reggeva e governava la creazione soltanto quale  Dio; ma con l’incarnazione, lo stesso Verbo, il Verbo in persona, è venuto a reggere, rinnovare  e governare la Creazione stessa, sua fattura, non più solo da Dio, ma da Uomo-Dio, cioè in compagnia e da Maestro supremo di tutti gli uomini. L’eternità, con l’incarnazione è entrata nel tempo, e attira tutto a se, finché anche la morte verrà sconfitta, e resterà soltanto la vita eterna.

                Ora, stando così le cose,  pretendere di risolvere i problemi umani da soli, ignorando Gesù Cristo, o in opposizione allo stesso, è una falsa pretesa; ma più esattamente è la negazione della incarnazione e dei traguardi mirabili che essa ha portato all’umanità e porterà ancora di più in futuro..

                In conclusione, Gesù Cristo, la sua Dottrina, la sua Chiesa, la sua Presenza…sono la chiave e la soluzione di tutti i problemi, secondo la fede,  ma anche secondo la lezione della storia; infatti è vero che crediamo al vangelo sulla testimonianza dei Padri, cioè noi non abbiamo visto coi nostri occhi la nascita, morte e resurrezione del Signore; tuttavia è anche vero però, che noi, al contrario dei Padri nostri che furono, vediamo la sua presenza e assenza nella storia, nella misura in cui Gesù è stato creduto o ignorato o negato; vediamo la sua presenza e assenza al presente, secondo le necessità che lo stesso presente ha, di credere, negare, ignorare Gesù Cristo;  ma anche vediamo la sua presenza,  secondo le necessità del futuro, che dal presente medesimo, prende spesso le mosse : per esempio la sfiducia nel futuro e il pessimismo diffuso, dipendono dalla mancanza di assicurazioni sul futuro stesso; ma tra tutte queste assicurazioni mancanti, Dio è la principale mancanza, perché Vita Eterna e Creatore di tutto e tutti . E’ dunque naturale che più debole o assente è l’idea di Dio, anche più scarsa è la speranza e l’ottimismo  del futuro .

                E’ dunque perché Gesù Cristo rappresenta la soluzione  positiva di tutti i problemi, che  il mondo attuale offende, nega, ignora, combatte e cerca di confondere in mille modi, la fede in Gesù Cristo e nella Chiesa; ecco perché anche a livello planetario, il 70-80 per cento delle persecuzioni, sono contro il cattolicesimo e contro il cristianesimo; ecco perché sorgono continuamente false idee di progresso, falsi diritti  e pensieri, il cui scopo è comunque sempre uguale: confondere la fede in Cristo, Uomo-Dio, indebolirla o cancellarla, screditare la Chiesa e la sua gerarchia, nascondere il più possibile la grande soluzione a tutti i problemi .

                Ciò è tanto vero che mai come negli ultimi due secoli, il Male ha aspirato a soverchiare il Bene; vuole chiaramente apparire il più forte, pur sapendo di non esserlo e di non poterlo essere; piglia di mira e bersaglia in modo particolare la speranza e la fede in Gesù Cristo, perché sa che nella misura in cui riesce in questo disegno, ha campo più libero, o addirittura via libera. Perciò dopo aver tolto Dio e le garanzie di stabilità oggettiva e di vita secondo il bene reale che ne deriva a tutti i livelli della realtà visibile e invisibile, compreso il livello filosofico, politico, economico, sociale…ecc., il Diavolo più che i suoi seguaci, sta attuando i seguenti propositi :

                1. distruggere la salute fisica e spirituale del pianeta e dei suoi abitanti; pertanto gli effetti dei peccati che distruggono l’ambiente, sono chiamati non conseguenze del peccato, ma soltanto cambiamenti climatici; si incolpa il clima o la natura, per nascondere ogni possibilità di soluzione; cioè per nascondere, che  il vero colpevole è l’uomo;

                2. distruggere la stabilità dei rapporti di lavoro : non ci si accontenta di usare il diritto di proprietà troppo frequentemente contro il bene comune; si vuole lucrare anche distruggendo l’ultimo dei diritti economici rimasti a una parte dell’umanità, cioè il salario; per questo si predica la flessibilità e si attacca la stabilità del lavoro;

                3. distruggere l’economia, facendola dipendere o dallo Stato e basta (collettivismo), o da una plutocrazia sempre più ristretta (capitalismo), a scapito di una moltitudine sempre più numerosa e povera; per perseguire questo disegno, si predica la globalizzazione selvaggia, cioè il mercato senza regole, è chiamato semplicemente globalizzazione; in conclusione la globalizzazione del peggiore capitalismo, viene chiamata vera globalizzazione; quando la vera globalizzazione è il bene individuale e comune a livello universale, e non più nazionale, tantomeno solo a favore di pochi individui o fazioni..

                4. distruggere il Sindacato e il Diritto del lavoro e lo Stato di Diritto : i sindacati sono già una sovrastruttura non necessaria in una società giusta o equilibrata; in questo tipo di società, i mezzi di produzione e la proprietà sono equamente distribuiti, onde garantire, autosufficienza, concorrenza, produzione, prosperità generale; perciò la civiltà del lavoro, quando è parte e protagonista dei rapporti di produzione, si difende da sola e non ha bisogno del sindacato; l’istituzione sindacale è sorta come necessità sociale, da quando avendo dato tutti i poteri alla proprietà e ai detentori dei mezzi di produzione, si è creata la necessità conseguente di difendere il salario e i contratti; ma questa necessità dipende non dalla natura della società umana, bensì da un artificiale squilibrio di poteri sui mezzi di produzione stessi. Lo dimostra anche il fatto che nel medioevo, quando ancora non si può parlare di capitalismo moderno, esistevano  quali parti attive, le corporazioni, le gilde; ma non il sindacato; esistevano le corporazioni, ma non i contratti di lavoro. Fatti i contratti, cioè dopo lo sfaldamento dell’economia medioevale con la sua etica protettiva e la manomissione delle proprietà ecclesiastiche passate ai neoborghesi capitalisti (sovente con riserve sulla religione o sulla Chiesa: vedi il caso dell'Inghilterra; ma in tutta Europa), è rimasto solo il salario e la necessità di difendere i contratti collettivi dalle sopraffazioni selvaggie, cioè non più controllate dall’etica economica medioevale.

                Tuttavia nel sistema capitalistico e collettivista, il sindacato è necessario; ma entrambi i sistemi lo vogliono o distruggere o negare, perché mirano a monopolizzare il diritto del lavoro; cioè l’obbiettivo è fare delle leggi e uno Stato che difenda gli interessi del capitalismo plutocratico o di Stato, a scapito di tutte le altre entità o classi. Ma questa operazione distrugge anche lo Stato di diritto, perché così come distribuisce in modo impari il potere sull’esercizio dei mezzi di produzione, così crea delle leggi e uno Stato, che non tratta tutti i cittadini in modo eguale, ma alcuni di serie A, altri di serie B… .

                5. distruggere la democrazia : eliminato lo Stato di diritto come al punto 4, viene automaticamente distrutta anche la democrazia; infatti se lo stato di diritto ha radice nel tutelare il principio che di fronte alla legge, tutti i cittadini sono eguali; la democrazia, autrice più immediata dello Stato di diritto medesimo, ha la sua radice più profonda nel principio religioso, che tutti gli uomini sono fratelli; e quindi non possono esserci né schiavi né schiavisti come nelle democrazie dell’epoca antica, per quanto sia vero che queste democrazie, furono pure virtuose; infatti è noto che le antiche democrazie della Grecia e di Roma (in particolare la romana rispetto a tutti gli altri popoli dell’epoca), furono animate da uno spirito di giustizia che si rifletté notevolmente nel diritto come nella vita; riflessione o conseguenza giuridica, che spesso sorprendeva e suscitava ammirazione negli altri popoli, al punto che talvolta questi nemici dell’espansione romana, accettavano volentieri o spontaneamente il giogo dei romani, perché ritenuto giusto o comunque meno arbitrario di quello indigeno; d’altronde ancora oggi, quel diritto romano, col suo senso di giustizia, è utile per gli Stati moderni;

                6. distruggere la famiglia : nessuna epoca ha attaccato la famiglia, quale gli ultimi secoli; il capitalismo avendo bisogno di persone su cui esercitare facilmente il proprio potere, si è adoperato per isolare gli individui; ne ha coltivata la distruzione della civiltà contadina e del radicamento alla terra e alla proprietà; poi ha predicato il divorzio e l'aborto, perché l’uomo libero da affetti e legami parentali, impegnato in rapporti occasionali e fragili, è meglio sfruttabile, cioè più ossequiente all’ingiusta avidità: per es. la donna in fabbrica è ridotta a unità operaia; ma più difficilmente è anche madre di famiglia; e se si ricorda di esserlo, esiste talvolta per lei, la punizione del licenziamento; l’uomo se divorziato, cercherà di colmare col lavoro, il maggior vuoto; si cercherà anche altri legami che tuttavia, il più delle volte sono fragili e volubili, perdono la caratteristica della stabilità familiare; ma un uomo senza famiglia, obbedisce spesso, più facilmente alle necessità della produzione; e anche qui c’è una operazione omologante e spersonalizzante : serve l’uomo unità produttiva, ma non serve il padre di famiglia; serve l’uomo e la donna che consumano e che dedicano la domenica allo shopping, non alla famiglia e alla messa; serve la profanazione della festa come comanda Satana, non la santificazione della festa come comanda inderogabilmente Gesù Cristo; serve l’offesa alla dignità umana mediante l’accoppiamento innaturale di due uomini o due donne, ma non serve la santificazione e la tutela del matrimonio, tra l’uomo e la donna;

                7. distruggere la considerazione sacra della vita, e sminuire l’attaccamento alla medesima : nemmeno le eresie comuniste e naziste hanno fatto tanti morti prenatali, quanti ne sta facendo sempre più e meglio, il pensiero moderno, fondamentalmente anticattolico e anticristiano. Ma tutta questa carneficina, di fronte alla quale l’uccisione cruenta degli innocenti da parte di Erode crudelissimo, fu cosa trascurabile, produce costume e pseudocultura; l’uomo e la donna deboli e mediocri, spesso s’adeguano; talvolta incapaci di penetrare da soli la gravità dei fatti e delle situazioni, magari appositamente isolati o malconsigliati, abortiscono in modo contraccettivo, spesso con la stessa preoccupazione con cui si procede alla sterilizzazione di una cagnetta o di una gatta domestica. Ma questo neocostume della morte, insieme al provettismo e pillolismo e al bisbeticismo antifamiliare e eutanasanico, carico di sterilità mortifera e assolutamente privo di fecondità vitale, è la maggiore carta d’identità del mondo che si prepara come alternativa a quello comandato da Gesù Cristo. Coloro che accusano i cattolici di fanatismo appena esprimono la propria fede in modo non quiescente e non accomodante, coloro che  accusano la Chiesa di oscurantismo e dogmatismo antiliberale, sono già diventati i più fanatici, i più oscurantisti, i più dogmatici contrari alla vita e alla sua necessaria accoglienza, che la terra abbia mai visto, dai suoi inizi fino al momento attuale. E ben si badi, questo amore alla vita a base di aborti e omicidi embrionali con la scusa delle necessità scientifiche o curative o liberatorie, è soltanto l’inizio di un percorso, le cui premesse, i teorici della morte, hanno già chiarito: l’aborto  è da loro considerato un diritto inviolabile, e guai a chi tocca un simile e prezioso progresso .

                8. distruggere la Pace nazionale e universale : le guerre nel mondo sono sempre in agguato, si potrebbe dire oggi come nel passato recente e lontano; ma c'è una novità di cui tener conto, cioè la pericolosità maggiore delle armi, e l'ingiustizia sociale che pretende mantenere nella miseria numerose zone del Pianeta. Non c'è dubbio che la Pace sia in pericolo, e che sia pure in discussione la stessa sopravvivenza del mondo, visto che potenzialmente alcune armi chimiche o nucleari potrebbero perseguire tale obbiettivo. Il Male sobilla perciò i focolai e i malcontenti sociali, gli odi vari, e tenta distruggere il Pianeta. Gesù Cristo è l'unica forza in grado di fermare questo disegno, a causa della sua dottrina, ma specialmente a causa della sua morte e risurrezione.

 

FINE

 

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