LA FIDUCIA IN DIO

(Statua di Lorenzo Bartolini)

Da: Giuseppe Giusti,  Opere, a cura di Nunzio Sabbatucci, Torino, Utet, ristampa 1983 (ed. 1° ed., 1976), p. 133 (collezione “Classici Italiani” fondata e diretta da F. Neri e M. Fubini)

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Lorenzo Bartolini (1777-1850), La Fiducia in Dio, 1835, gesso, 93 cm altezza, Milano Museo Poldi-Pezzoli

 

Quasi obliando la corporea salma,

rapita in quei che volentier perdona,

sulle ginocchia il bel corpo abbandona

soavemente e l’una e l’altra palma.

 

Un dolor stanco, una celesta calma

le appar diffusa in tutta la persona:

ma nella fronte che con Dio ragiona

balena l’immortale raggio dell’alma:

 

e par che dica: “Se ogni dolce cosa

m’inganna, e al tempo che sperai sereno

fuggir mi sento la vita affannosa:

 

Signor, fidando al tuo paterno seno

L’anima mia ricorre, e si riposa

In un affetto che non è terreno” .

 

NOTE 

La Fiducia in Dio. Scritto nel 1836 questo sonetto si ispira alla famosa statua scolpita da Lorenzo Bartolini che ritrae una fanciulla inginocchiata a pregare, le mani giunte e lo sguardo al cielo. La statua scolpita su commissione della Marchesa Rosa Trivulzio, sposata a Giuseppe Poldi, si trova ora nel Museo Poldi-Pezzoli, a Milano. Il Bartolini, quello stesso che è chiamato Lorenzo, col solo nome di battesimo, nella Terra dei Morti , era uno scultore famoso a quei tempi. Nato a Savignano, presso Prato nel 1777 e morto nel 1850, insegnò prima a Carrara, poi all’Accademia di Firenze.

Il Giusti che aveva veduto la statua nello studio dello scultore, ne era rimasto turbato e commosso. Quell’abbandono del corpo, scriveva all’amico Frediano Fredianelli, inviandogli questo sonetto nel 1837, parvemi che mirabilmente indicasse il distacco dalle cose di quaggiù (Ep. I,141). Un anno dopo, scrivendone a Francesco Puccinotti, il Giusti dirà che il sonetto fu gettato giù … in un momento nel quale l’anima cercava nello studio delle lettere e nelle opere dei sommi artisti,  un conforto a molti dolori che l’opprimevano (Epist I, 168).

 

1: la corporea salma  : il suo corpo.

2 : Quei che volentier perdona : Dio (crf Dante, Prg. III, vv 119-120).

7-8 : nella fronte ecc. :  nella persona è ancora il segno del dolore umano, ma sula fronte volta al cielo, balena una luce celeste, segno della conquistata serenità.

10. al tempo che sperai sereno : la giovinezza.

12-14 : fidando ecc. : delusa nelle speranze  terrene la giovinetta si rifugia confidente nell’amore di Dio.

 

Fonte: Giuseppe Giusti, Opere, a cura di Nunzio Sabbatucci, Torino, Utet, ristampa 1983 (ed. 1° ed., 1976), p. 133 (collezione “Classici Italiani” fondata e diretta da F. Neri e M. Fubini)

 

FINE

 

 

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