IL VANGELO

Da: J.J. Rousseau -1712.1778-

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                Il Vangelo, questo libro divino, il solo necessario al cristiano, è il più utile. L'anima che lo medita s'accende d'amore per Gesù ed è spinta ad osservarne i precetti. La virtù non parlò mai si dolce linguaggio né mai la più profonda sapienza s'espresse con tanta forza e tanta semplicità.

                Non si può terminare la lettura del Vangelo senza sentirsi migliori. Che sono i libri dei filosofi con lo sfoggio delle loro dottrine, paragonati al Vangelo ?

                E come pensare che un libro così sapiente sublime sia opera umana ? Come credere che colui di cui tesse la storia, sia un semplice   uomo? C'è forse in quel libro l'accento di un esaltato o di un ambizioso settario ?

                Quanta dolcezza, quanta purezza nelle azioni di Gesù! Qual fascino commovente nelle sue parole! Quanta elevatezza ne' suoi precetti, quanta profonda sapienza ne' suoi discorsi, quale dominio sulle sue passioni.

                Dov'è l'uomo, dov'è il saggio che sappia agire, soffrire e morire così, senza debolezza e senza ostentazione ?

                Quando Platone dipinge il suo giusto ideale, coperto dell'obbrobrio di ogni delitto e del merito di ogni virtù, ritrae i lineamenti morali di Gesù Cristo. La somiglianza è tanto impressionante che tutti i padri della Chiesa ne sono stati colpiti. Il ritratto è fedele.

                Soltanto le menti oscurate da pregiudizi e le anime prive di luce spirituale, possono ardire di paragonare il figlio di Sofronisco al Figlio di Maria.  Quanta distanza tra l'uno e l'altro!

                Socrate muore senza sofferenza e senza ignominia e sostiene facilmente la sua parte fino alla fine. . se una così facile morte non avesse onorato la sua vita, si dubiterebbe che Socrate con tutta la sua intelligenza, sia stato qualcosa di più di un sofista. Si dice che inventò la morale. Ci fu chi prima di lui l'aveva praticata. Egli disse soltanto quel che altri aveva fatto e tessé la sua dottrina sui loro esempi.

                Aristide fu giusto prima che Socrate definisse la giustizia., Leonida morì per la sua terra prima che Socrate elevasse a dovere l'amore di patria. Sparta era sobria prima che Socrate lodasse la sobrietà. Fioriva in Grecia la nobiltà dei suoi figli, prima che Socrate facesse l'0apoologia della virtù.

                Ma Gesù non ha preso dal suo popolo la morale elevata di cui egli solo ci ha dato la dottrina e gli esempi. Dal seno del più cieco fanatismo è uscita la più alta sapienza; il popolo più oscuro vide fiorire vestite di semplicità le virtù più eroiche.

                La morte di Socrate mentre sta filosofando con gli amici, è la più dolce che si possa desiderare; quella di Gesù che spira tra i tormenti, ingiuriato, deriso, maledetto da tutto un popolo, è la più terribile che si possa temere.

                Socrate bevendo la coppa avvelenata benedice chi gli e la porge piangendo; Gesù fra i supplizi più atroci, prega, ma per dei carnefici crudeli.

                Se la vita e la morte di Socrate sono quelle di un saggio, la vita e la morte di Gesù sono quelle di un Dio.

                Chi potrà dire che la storia del Vangelo fu inventata a capriccio? No, non si può inventare così. e gli atti di Socrate di cui nessuno dubita, sono meno attendibili di quelli di Gesù Cristo. Inconcepibile sarebbe la composizione del Vangelo ad opera di parecchi vari, pienamente daccordo fra loro. A tutti invece appare chiaro che uno solo ne è stato il protagonista.

                 Nessun autore giudaico avrebbe potuto costruire una così alta morale, né esporla in quella limpida forma. Il Vangelo ha dei caratteri peculiari talmente inimitabili, che l'inventore di esso sarebbe più ammirabile dell'eroe di cui parla .

 

 

FINE
 

 

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