LA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA HA EMANATO UNA SENTENZA STATALISTA E INGIUSTA, CONTRO L'ITALIA

( Sentenza del 3 febbraio 2012 )

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Una Seduta della CIG (Corte Internazionale di Giustizia) nel Palazzodella Pace, all'Aja
(città di oltre 700 000 ab. nei Paesi Bassi o Olanda, sede del Parlamento, del Governo e
della Sovrana Beatrice, pur non essendo la capitale, che è invece Amsterdam)
 
 

                Con Sentenza del 3 Febbraio 2012, la Corte Internazionale di Giustizia (International Court of Justice) con sede all’Aja nei Paesi  Bassi, ha detto che le vittime delle efferatezze naziste in Italia durante l’ultima guerra  (praticamente 400 stragi e 15 000 morti) non hanno alcun diritto di essere risarcite; al contrario la Germania attuale, ha tutto il diritto di ritenersi  violata  e offesa nella propria immunità, riconosciutagli dal diritto internazionale :

                La Cour, ..Par douze voix contre trois, Dit que la République italienne a manqué à son obligation de respecter l’immunité reconnue à la République fédérale d’Allemagne par le droit international en permettant que soient intentées à son encontre des actions civiles fondées sur des violations du droit international humanitaire commises par le Reich allemand entre 1943 et 1945  (Crf : Sentenza, n. 139)

                Anzi l’Italia dovrà osservare l’obbligo di non pronunciare più sentenze su casi simili, e di annullare ogni esecuzione in proposito … (Idem  n. 137).

                Si tratta chiaramente di una sentenza che difende lo statalismo a scapito dei diritti e della dignità della persona.  Cioè difende un principio che sta moltissimo a cuore alle tradizioni culturali e giuridiche estranee al cattolicesimo;  e al contrario,  principio fortemente avversato dallo stesso cattolicesimo : infatti tutta la dottrina sociale della Chiesa, ma anche la sostanza del messaggio biblico ed evangelico, fondamento primo della stessa dottrina, mettono la persona al primo posto nella scala dei valori : pertanto con questa logica, qualsiasi istituzione trova il suo fondamento e il suo scopo principale nel servire e promuovere la persona e le sue necessità; per es. lo Stato deve ritenersi  al servizio delle persone e non viceversa, come vogliono gli Stati totalitari, dittatoriali, o collettivisti; il mercato deve servire gli uomini, e non schiavizzarli come vuole il liberismo senza regole, del quale l’attuale globalizzazione e politica, ne è  l’ennesima rinascenza;  il diritto deve poggiare sulle ragioni naturali, e l’uomo come gli Stati, non possono crearsi a lor  piacimento diritti inesistenti perché contrari alla Natura e alla volontà del Creatore, come abortire le nascite, divorziare le coppie, eutanasiare gli sfigati, gli infermi, i malati, i vecchi…ecc.ecc.

                In conclusione, la sentenza della Corte internazionale è impregnata di statalismo a scapito delle giuste istanze delle persone, gravemente colpite dalla prevaricazione di ogni diritto nel nome di ideologie assurde e barbare.

                Essa vuole affermare il principio irrazionale e ingiusto, secondo il quale chi ha subito gravi danni, cioè le vittime di tutte le guerre e stragi (e perciò non solo italiane e greche…), non hanno diritto al risarcimento mediante la via penale rivendicata dallo Stato nel quale sono avvenute tali efferatezze (in tal caso l’Italia per la prima volta al mondo, con molto merito e lungimiranza).

                In realtà la nostra giurisprudenza, illuminata dalla tradizione e spinta dai danni subiti e dalle rivendicazioni effettive degli eredi di alcune vittime 1), ha compiuto invero, un capolavoro assoluto di coraggio e buona teoria del diritto, onde dare finalmente alle vittime stesse, quel minimo che si può, cioè il risarcimento in danaro, visto che la vita agli uccisi, comunque non è restituibile dai poteri umani.

                Ma a quanto pare, la parte dei giuristi mondiali rappresentati dalla Corte internazionale suddetta, ha praticamente dimostrato di non essere all’altezza della civiltà giuridica italiana che ha chiesto tali risarcimenti; ha dimostrato invero d’essere inferiore e fortemente interessata a  rivendicare il primato astratto e assoluto dello Stato di fronte alla dignità viva e ai diritti insindacabili delle persone .  

                Se dunque i 15 giudici di questa Corte Internazionale, rappresentano realmente le Nazioni del mondo secondo la natura dell’Istituzione o Tribunale delle Nazioni Unite, la cosa è inquietante, perché dimostra che la malattia dello Statalismo giustificante in ogni epoca tante prevaricazioni, tanto sangue e tante guerre, è praticamente difesa e propagandata perfino dai Giudici dell’ONU, che invece dovrebbero essere sensibili al principio opposto; cioè a fare di ogni Stato un servitore effettivo delle persone e dei popoli,  e non un affermatore arbitrario e cronico di se stesso, a scapito delle stesse persone e degli stessi popoli, sempre pronto a sminuire la democrazia dove esiste, e a confermare la dittatura e la prevaricazione, dove sopravvive… .

 

Palazzo della Pace all'Aja, dove ha sede la CIG

 

NOTE

1 : La sentenza arriva dopo che nel 2008 per la prima volta la Corte di Cassazione aveva condannato lo Stato tedesco a risarcire i familiari delle vittime delle stragi compiute durante l'occupazione tedesca. La Cassazione aveva infatti respinto il ricorso presentato dalla Germania contro la sentenza della Corte d’appello militare di Roma che aveva condannato Berlino a pagare i danni alle parti civili nei processi per l'eccidio nazista compiuto il 29 giugno 1944 in provincia di Arezzo a Civitella , Cornia e San Pancrazio, in cui vennero trucidate 203 persone, tutte civili e in gran parte donne e bambini. La sentenza della Cassazione a suo tempo era stata considerata un precedente storico sancendo per la prima volta il diritto per le vittime delle stragi naziste ad essere risarcite nell'ambito di un procedimento penale. Prima di allora c'erano state solo delle sentenze nelle cause civili per risarcimento danni chiesto dai cosiddetti «schiavi di Hitler». Nessun altro Paese al mondo aveva mai intentato cause di risarcimento nei confronti della Germania in ottemperanza alla clausola dell'immunità giurisdizionale. Il contenzioso tra Roma e Berlino ha portato all'iscrizione di un'ipoteca giudiziaria su Villa Vigoni, centro culturale italo-tedesco in provincia di Como. (Fonte: corriere.it del 5-2-12) .

 

FINE

 

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