IL BESTEMMIATORE E LA CAMPANA

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Treggiaia (Terranuova Bracciolini -AR-), Un grande Vigneto, Villa Carbonaia al centro, uno scorcio delle Balze del valdarno e

il villaggio di Piantravigne appena visibile.

 

Ovunque nel mondo,

la Campana di mezzogiorno

puntuale, loda Dio

e richiama gentile e materna

il popolo, al dovere secondo la Grazia divina;

ma il bestemmiatore  1)

ritiene di non sentire

e di non ascoltare;

e anzi, pure dal sacro suono

interrotto o interdetto,

si disgiunge e prosegue sfacciato

a offendere e dissacrare

il santo nome di Dio:

sembra allora dell'inferno

un qualunque burattino.

 

Così pietosamente avviene

che mentre la Campana

richiama dolce e santa

al dovere di lodare Dio

con la vita che manca,

il bestemmiatore poco si scuote

e anzi tutto si raccoglie e determina

nella bestemmia turpe e brutta

infernale danza;

e la bestemmia stessa, ahimè,  il futuro e il presente

copre con una coltre nera

d'errore e d'infausto, imminente dolore.

 

Poi la Campana

sfuma e tace

e il bestemmiatore si fa ora

più sicuro e purtroppo, pertinace.

 

Ma qualcosa nel profondo

della coscienza muove:

forse  è la voce di Dio Padre

che il proprio figliolo

va rimproverando;

forse è l'anima dell'uomo

che ascolta se stessa

e perciò sta finalmente

rinascendo:

 

non sa invero il bestemmiatore

ben distinguere l'avvenimenti 2) ;

ma certo pensa un po' turbato,

che la campana, di non offendere Dio,

gli ha ancora una volta

(come infinite volte del giorno e della notte)

pazientemente ricordato.

 

Perché dunque la Campana

è così dolce, paziente e buona

non solo coi santi

che incoraggia ad esser più santi,

ma anche coi peccatori,

e perfino coi bestemmiatori,

che né vorrebbero sentire

né vorrebbero talvolta ascoltare ?

 

Questo e altro si chiede

il bestemmiatore, in qualche attimo

imprevedibile di vita solitaria o rusticale .

 

Auguri dunque anche

ai bestemmiatori. 

 

 

 

FINE

 

 

APPENDICE O NOTE IN FORMA DI COMMENTO

 

1 : Rispondi qui, o bestemmiatore!

  1. –  O credi o non credi. Se credi, e bestemmi, tu sei un vile balordo. Se non credi, e bestemmi, tu sei un imbecille. Scegli quel che vuoi.
  2.  – Perché bestemmi! Che ti ha fatto il Padre Eterno? Ti ha creato, ti conserva la vita, ti dà l’aria da respirare, la terra che ti sostiene, il cuore che batte, la lingua, sì quella così sporca con cui l’insulti. Che ti ha fatto Cristo Dio? Si è fatto uomo per te, è morto per te, ha istituiti i sacramenti per te, ti vuol salvare coi meriti del suo sangue. Che ti ha fatto Maria Santissima? Ti ha amato qual tenera madre. Che ti hanno fatto i Santi? Hanno predicato Cristo, hanno esteso la Chiesa, hanno aperto gli ospedali, gli asili, hanno consolato gli afflitti, hanno fatto le opere di carità. E se è così perché bestemmi?  (Fonte : http://www.volontari.org/bestemmia.htm , 18-7-10  )

 

2 : Malizia e stoltezza della bestemmia :

La bestemmia è contro la legge naturale, insita nella natura stessa dell’uomo, valida per tutti gli esseri umani in tutti i tempi e in tutte le circostanze; e contro la legge positiva, dettata e fatta scrivere con parole da Dio, a conferma e a sviluppo della legge naturale.

Sfida Dio, in quanto lo tratta per nemico, lo provoca a reagire, lo considera impotente a controbattere, lo oltraggia solo per il maledetto piacere di oltraggiarlo.

È il linguaggio del diavolo, che disse: "Salirà in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono.., salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farà uguale all’Altissimo" (Is. 14, 13-14).

Offende gli altri nella loro coscienza religiosa che sente sacro il sentimento verso Dio e verso quanto è a Lui intimamente unito, e li offende anche nella loro dignità di persone.

Contagia tutti, perché l’uomo ripete quello che sente, vive di imitazione, opera secondo l’ambiente, diventa prigioniero delle abitudini comuni, ripensa alle cose udite anche quando non è pienamente cosciente di sé.

Attenta alla società, perché, essendo di solito pubblica, è facile a dilagare, arriva anche alle orecchie di chi non vuol sentirla, rende peggiori i cattivi, indigna i buoni, diminuisce il rispetto per l’uomo, abbassa il comune sentire religioso.

È esattamente il contrario dell’adorazione, della lode e della preghiera dovute al Creatore; lo sputo della malvagità più ripugnante di quello della bocca; il peggior segno dell’empietà umana.

Procede più da scelleratezza che da fragilità o da ignoranza si beve essa stessa la maggior parte del suo veleno, è peccato. Ma oltre che malizia, la bestemmia contiene stoltezza.

E irragionevole. Se il bestemmiatore crede nell’esistenza di Dio e quindi sa che Egli è infinitamente potente e può colpirlo sull’istante, perché lo offende invece di invocarlo per le proprie necessità?

Se il bestemmiatore non crede nell’esistenza di Dio, perché bestemmia il nulla?

 “Chi ragiona non bestemmia, chi bestemmia non ragiona” (Bettazzi).

La bestemmia è inutile. Lo è nei riguardi di Dio e nei riguardi del bestemmiatore.

A Dio non fa perdere assolutamente nulla, lo lascia tale quale è da tutta l’eternità, non gli dà nessun male di nessun genere.

"È il simbolo del peccato idiota, dell’imbecillità puzzolente"

(G. Papini,+ 1956, scrittore).

Ricorda l’ordine di tirare le frecce contro il cielo dato da Caligola per colpire Giove, che faceva piovere impedendo il grande spettacolo pubblico; ma la pioggia continuò a cadere. Inutile per il bestemmiatore, perché non gli reca nessun vantaggio di nessun genere, mentre gli altri peccati danno al peccatore una qualche utilità, almeno apparente.

È controproducente. Proprio con l’ostinazione e con la protervia, la bestemmia finisce con l’attestare l’esistenza di Dio e la necessità di ricordarlo, come fanno i credenti non bestemmiando.

 

PREGHIERA 

"Benedetto sia il Padre,

il Figlio e lo Spirito Santo,

Cari figli, oggi vi chiedo di aggiungere

un impegno ai vostri impegni;

diffondete questo richiamo a tutti:

FATE CHE NON SI  BESTEMMI PIU'!

Sappiate che molte volte al giorno

il coro delle preghiere, di voi fedeli,

viene soffocato da una infinità

di bestemmie contro Dio.

A Dio si deve soltanto lode.

Lui l'Autore della vita,  Lui il Creatore.

Onoratelo Sempre.

Fate che non si bestemmi più.

Ascoltatemi. Vi benedico"

 

Messaggio della  Madonna Regina dell' Amore

 San Martino di Schio

 

Un vero ateo non bestemmia. Perché dovrebbe nominare ad ogni momento un Essere che secondo lui non esiste, sia pure per insultarlo? La bestemmia, a ben pensare, implica una sua ‘fede’ nell’esistenza di Dio: ma una fede tutta negativa, tutta diabolica.

Anche il diavolo crede in Dio (non potrebbe farne a meno); eppure lo bestemmia!

Paradossalmente, il coro infernale delle bestemmie è una testimonianza indiretta che Dio esiste e che non può essere dimenticato dalle coscienze: o per rendergli lode, o per coprirlo di insulti.

È incivile. Infatti contravviene al galateo. al senso democratico che vuole il rispetto per ogni convinzione, alla decenza, alla tradizione della maggioranza, così che anche il non cristiano non dovrebbe dirla, pure l’ateo non potrebbe dirla senza sentirsene offeso.

Doveri del cristiano che sente bestemmiare

"Tacerà un giorno il Signore, il grande offeso, infinitamente buono ma anche giusto, quando poi giudicherà il nostro atteggiamento vile che non ha difeso Lui dagli oltraggi blasfemi, mentre non e stata spesa una parola buona di correzione per chi ha sbagliato?".

Proprio così: un mutismo paralizzante sembra colpire tutti i cattolici di fronte alla bestemmia; mutismo motivato da vigliaccheria, da rispetto umano, dal desiderio di non esporsi e principalmente da scarsa fede.  

Il cristiano non può rimanere indifferente dinanzi a chi bestemmia, ma ha il dovere di intervenire in difesa dell’onore dovuto a Dio.

“I cani abbaiano per difendere il padrone, e io dovrei essere muto quando si maltratta il nome di Dio? Morire piuttosto, ma non tacere!”

(San Girolamo).

“Dobbiamo sopportare con pazienza le ingiurie che ci si fanno, ma quando, dinanzi a noi, una bocca sacrilega vomita bestemmie contro Dio, noi, lungi dall’essere pazienti, dobbiamo resistere all’empio e condannare la bestemmia, senza nascondere la nostra indignazione

(S. Agostino).

Il tono della reazione del cristiano alle bestemmie non può essere che calmo, perché ispirato dalla carità e perché più convincente. Ma dev’essere forte, quando si rivolge a un bestemmiatore che non vuole ammettere di aver peccato e di doversi correggere. E stato il tono anche di santi. (...)

Gemma Galgani (+ 1903), nel sentire le bestemmie, sveniva o piangeva lacrime di sangue o sudava sangue dal viso e dal collo. Un giorno rispose alla zia: "Nell’udire le bestemmie vedo Gesù che soffre tanto e io soffro con lui: soffro al cuore e mi esce quel sangue".

(Fonte : http://www.profezieonline.com/Varie/la_bestemmia.htm  18-7-10 , 11,45)

 

 

 

FINE

 

 

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