I TORDI

10-3-06

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Finestra sul popolo aretino, toscano, italiano

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                L' inverno è ormai avanzato. La neve abbondante rende preziosa ogni fonte di calore; uomini e bestie si scoprono in tal caso, molto simili quanto a capacità di resistere al freddo : tutti si sentono attratti dal tepore della stalla o dal vivo focolare; persino i passeri sentinellano i camini dei   tetti , perché sperano sollievo o qualche briciola per lenire la fame ; ma presto  delusi, passano a ispezionare il cortile, la prossimità delle stalle, quella delle case, e specialmente , quando non v'è l'uomo nei pressi, raspano a branchi le letamaie, trovandoci pure là, qualche compagno o  qualche merlo.

                Di tanto in tanto, s'ode un belato solitario di pecora che forse chiama l'agnello o desidera la libertà dei prati o rodere del buon fieno; per il resto tutto è pervaso da un silenzio generale e dalla voglia di focolare domestico apportata dalla neve; però d'improvviso questo silenzio viene squarciato da una schioppettata e si sente solo il tuono e l'eco lunga della minaccia che si perde nel mare bianco della neve; ma nessuno esce a raccattare la preda o a vedere chi ha sparato; e ciò fa perché tutti sanno chi è che spara e perciò non è  necessario accertarsene; inoltre non si vuole spaventare ulteriormente gli uccelli  e si tenta far loro credere, se fosse possibile, che è tutto tranquillo; infatti la raccolta delle prede sarà fatta alla fine dell'appostamento; e i bersagli sono per lo più,  passeri  e merli , che il freddo e la neve han trasformato quasi in animali domestici. E molti finiranno rapidamente allo spiedo.

                Infatti, le condizioni grame dell'economia agricola non disdegnano, ma anzi spingono all'attività venatoria, appena essa è possibile, secondo la stagione e con men cura, secondo le leggi della Republica in proposito. Ma in questa attività non si usano solo i fucili, bensì anche altri espedienti, tipo le paine da vischio , i lacci, le trappole.

                In particolare , al villaggio delle Querciole, s'usava la Trappola rudimentale e i Lacci tra i ginepri .

                La Trappola era diretta specialmente alla cattura dei passeri: consisteva nel togliere dai gangheri un vecchio uscio , localizzarlo in loco strategico (cioè frequentato dagli uccelli nei pressi del casolare), puntellarlo con un bastone o piolo al quale era attaccata una corda , e quando un numero sufficiente d'uccelletti si spingeva fin sotto l'uscio, adescato dalla fame e dal grano posto come esca, l'uccellatore-agricoltore nascosto nei pressi e ben vigilante, tirava rapidamente la corda, facendo bottino di passerame, per cosi dire, sia sottoporta che sottocasa .

                Quel giorno però Beppe Mercanti ventenne, aspira a qualche caccia più grossa e divertente; vuol tentare il colpo che faccia notizia nel villaggio; vuole far vedere a tutti che ormai è un cacciatore capace , uno che ha imparato bene la lezione dai più anziani . Pertanto, nel primo pomeriggio, nonostante la neve alta e la bufera col cielo grigio , parte per i monti circostanti e dice a casa :

                Vado a prendere i tordi !

                Si dirige dunque al Monte dei Ginepri , cioè un luogo  dove ci sono grandi estensioni di ginepri dalla coccola rossa e celeste; e li tira le fila della sua caccia :

                Beppe aveva disseminato il Monte dei ginepri con una diecina di Stazioni Laccio , cioè piccoli bastoni montati con lacciolo a stringere fatto di crini di cavallo, e infilati nel terreno in prossimità dei ginepri stessi e in punti ritenuti più adatti all'atterraggio dei tordi desiderati . Infatti, i tordi, specialmente quelli detti cesene, mangiano volentieri le bacche di ginepro, anche perché difficilmente avrebbero trovato altro, povere bestie, con quella neve e con quella bufera .

                Va dunque Beppe su per i pendii del monte, munito del suo bastone; egli vorrebbe rapidamente trovare il suo bottino , e fare presto ritorno per scaldarsi al fuoco domestico, in compagnia dei familiari. Ma resiste a questa tentazione , anche se frattanto s'è già fatto buio : tra qualche ora difficilmente si sarebbe scorto un uccello a un metro di distanza . Beppe sapeva però esattamente la localizzazione delle sue Stazioni; e pertanto per nulla intimorito dal buio imminente , preseguì il cammino :

                finalmente ritrova la prima Stazione, poi la seconda, poi la terza, finché s'accorge  d'aver già raccolto una quindicina di bei uccelli , nonostante che per lo più fossero morti strozzati dal laccio; e quelli acciuffati per una gamba impigliata li finiva spezzandogli il collo, con un gesto secco e rapido .

                Ma ormai era notte ; e se proseguire poteva , era grazie al biancore della neve .

                Frattanto a casa i signori Mercanti sono in allarme :

                sono già le 19 e non è tornato ; che cosa sarà accaduto ? dice mamma Aurelia .

                Quello si è messo in testa di girare tutto il Monte dei Ginepri ; se non si ravvede potrebbe far la mezzanotte ! Risponde Amedeo, preoccupato della indebita audacia ritardataria del figlio .

                Io vado incontro a mio fratello , propone Fabrizio .

                Bell' idea ; a vedere se poi ti perdi , tu pure , annota la nonna  Delia .

                No , se mai vado io . Sono io il babbo , e oltre che conoscere il Monte , ho fatto la Campagna di Russia, e ve lo ricordo, l'ho fatta nel corpo degli alpini. Mio figlio , sono convinto , anche lui da militare , sarà un alpino; dopotutto , questo coraggio, quest'amore per la montagna e la caccia , lo conferma : è temperamento audace ed ha pure giusto sangue , sebbene vi ha bisogno d'affinare la perizia .

                Andiamo insieme babbo! Si sforza di convincere Fabrizio .

                Aspetteremo ancora un'ora, e poi dobbiamo partire: è il minimo che possiamo fare .

                Fuori s'avverte frattanto che la sizza della tormenta, s'appresta al frigido notturno e pertanto ulteriore. Ma mentre tutti i Mercanti fan semicerchio fraterno attorno al fuoco di casa , gli animi hanno una pausa di silenzio : è bello infatti  il calore del focolare, ma avere un figlio solo in mezzo alla tormenta , che non è ancora tornato, mette tutto in secondo piano . Bisogna muoversi e prendere una decisione : infatti , potrebbe esser già tardi , se gli fosse accaduto qualcosa .

                La nonna Delia, comincia dunque a sgranare la corona ; la mamma Aurelia subito la segue . Amedeo prepara invece la doppietta e la cartucciera ... . Fabrizio si arma del cappotto e di un bastone . Insomma tutti in famiglia pregano o son pronti a far qualcosa  per il ritardatario e stanno in definitiva , per cedere all'allarme generale .

                Ma la tensione è improvvisamente smorzata dalla speranza: sentono infatti che qualcuno sale le scale : sosta davanti la porta ; si scrolla abbondantemente la neve battendo i piedi e si sente anche da ciò, che il passo potrebbe esser quello di Beppe. Ed è proprio lui: apre dunque l'uscio che cigola come al solito , entra infilando per prima un mazzo di una cinquantina di tordi attaccati a due  stanghette  e legati per giunta con dei vinchi mediante le zampe.

                Ecco qua il mio bottino ! Dice soddisfatto come mai Beppe .

                Ho che abbandonza ! Quanto ben di Dio ! Annota Aurelia .

                Che bravo cacciatore ! esclama la nonna .

                A turno dunque ognuno dice la sua , per celebrare il ritorno di colui che fino a qualche istante fa, si riteneva un probabile disperso sui monti .

                Ma ora che Beppe è tornato , bisognerebbe arrostire i tordi allo spiedo. Però, vista l'ora tarda, s'aspetterà ormai il pranzo dell' indomani. Ma da subito è bene spennarli: a questo è addetta la nonna Delia. Frattanto a Beppe vien fatto posto al focolare con gran premura da parte di tutti, si che, mentre Aurelia rinsanguata dal rincasare del figlio, gli prepara la tavola per la cena, egli se ne va intanto nel suo cantone in capo del tradizionale semicerchio; e li gradisce raccontare la sua ennesima avventura; ma prima, come ogni sera, il micio  rosso gli è saltato sul ginocchio, così che si scalda meglio e allo stesso tempo, quel batuffolo di pelo morbido, si sente pure lui della famiglia: è questo infatti un gesto felino abituale nelle sere d'inverno in casa Mercanti; e ogni volta che ciò avviene, la nonna Delia dice  :

                Ma guardate quanto conoscono la convenienza e quanto in definitiva son furbe le bestie; guardate questo gatto : da me o da altri non viene ; invece va sempre da Beppe, e li vuole rimanere: capisce insomma chi più lo ama e è disposto a riceverlo; e poi qualcuno, talvolta, vorrebbe far credere  che le bestie non hanno intelligenza: se poi ne avessero !

               

 

FINE

 

 

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