LA POESIA E' UNA COMPAGNIA QUOTIDIANA

20-2-06

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La Musa Calliope

 

                Un uomo che fa la sua normale , ordinaria , qualunquista , routineggiante , squallida , mediocre , provinciale, misurata ..., vita  quotidiana , può aspirare a vivere in compagnia della poesia ?

                La risposta è che non solo può ma deve ad ogni costo e con ogni mezzo , aspirare alla poesia , perché il creatore del mondo e di ogni vita visibile e invisibile , progettò la poesia come luce ordinaria  e straordinaria, visibile e misteriosa ,  delle cose e delle creature , onde nessuno in futuro , fosse privato della dimensione poetica .

                E' vero , non tutti sono artisti , cioè sanno non solo vedere , ma anche creare la poesia ; tuttavia è anche vero , che tutti , in quanto uomini , sanno naturalmente riconoscere il bello in qualche misura , cioè sanno riconoscere la dimensione poetica stessa , nonostante che l'educazione e la cultura acquisita , possano notevolmente aumentare ( ma anche diminuire : dipende da quale educazione e quale cultura) la capacità di vedere . 

                Però nonostante il potere della educazione , che deve restare indiscutibile , tutti possono potenzialmente riconoscere il bello , perché questa capacità fu messa negli uomini o negli animi , nell'atto  stesso della creazione , quando fu detto che l'uomo lo si creò a immagine e somiglianza di Dio . Ora è tipico di Dio , avere l' idea più chiara di qualunque essere , a riguardo di che cosa sia e come debba essere il bello .

                Così il medesimo Dio , forse per rendere partecipe il suo popolo delle bellezze da lui create e creabili in futuro , mise nella sua creatura   umana , la stessa  capacità di vedere il bello , da lui posseduta , sebbene soggetta alle varie limitazioni umane di vita breve , malattia , schiavitù , mancanza di fiducia , peccato, indifferenza ...ecc .

                Si capisce pertanto quale deve essere il miglior contegno del vivere quotidiano , a riguardo della poesia : non devesi aver paura di vivere normalmente la nostra esistenza , per quanto piccola o sbiadita o priva di  fama , possa apparentemente sembrare , perché il bello , quale dimensione connaturale della stessa esistenza , non solo è presente ovunque , ma lo stesso Dio Creatore della bellezza e della facoltà di riconoscerla , è il Dio onnipresente e onnipotente , cioè particolarmente disposto e capace sia di compiacersi che gli uomini esercitino la facoltà di riconoscere il bello , sia di manifestarsi egli medesimo , quale bellezza  infinita .

                In conclusione , dal punto di vista naturale e divino , l'aspirazione dell' uomo ad esercitare la facoltà della bellezza , non solo è auspicabile , ma è considerata come una via importante e privilegiata nel grande viaggio     dell' umanità che progredisce nel migliorare se stessa o la qualità della propria vita .

                Pertanto l' occhio migliore e più capace di vedere il bello, non rinnega la propria dimensione quotidiana , ma cerca la bellezza dall' interno di questa dimensione (fare altrimenti significherebbe venir meno al senso ordinario del realismo), e costituisce per così dire una specie di senso in più , un sesto senso , che giudica, interpreta e medita le azioni quotidiane e i loro significati e quindi si giunge a dire : questo lavoro mi piace ; questa vacanza è riuscita , la mia famiglia mi soddisfa , la mia nazione è grande e necessaria , ....ecc. 

                E questo possono giungere a dirlo, anzi a viverlo , tutti ; gli artisti però hanno in più la capacità di dare forme varie , a tali contenuti ; ma il loro dar forma sarebbe inutile se non avesse significato alcuno per quelli che artisti non sono , e tuttavia sanno riconoscere il bello .

                In questo senso , la  pretesa delle arti astratte di produrre arte solo per pochi , o solo per quelli che asseriscono comprenderla , è una involuzione del senso del realismo , si che giustamente si dice che l'arte è in tal caso astratta, cioè persegue una realtà che solo l'artista vedrebbe e gli altri no, almeno in gran parte .

                Ma è evidente che si tratta di una affermazione e posizione teorica , molto ambigua : il rischio è che si riesca a far passare per contenuto artistico , cioè per bello , ciò che in realtà è soltanto scarabocchio e vuotezza , sia di contenuto che di forma .

                Se però questa osservazione risultasse difficile da capire , si provi a pensare per un momento cosa accadrebbe in ambito scientifico , se fossero promossi al rango di scienziati soltanto quelli che asseriscono aver scoperto quella o quell'altra legge , senza  però che i medesimi dassero agli altri la possibilità di  verificare l'appropriatezza delle loro affermazioni : subito si griderebbe alla pseudoscienza , e giusto sarebbe .

                Ma lo ricordo , non esiste solo la pseudoscienza , bensì anche la pseudoarte : e quella astratta , irreale , fatta per esser capita o da pochi o da nessuno , purtroppo il più delle volte , a mio avviso , altro non è che bufalume per imbecilli disposti a vedere i veri , dove in realtà altro non ci sono che buchi e scarabocchi .

 

FINE

 

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