GLI AMANTI DELLA VITA E DELLA PASQUA (CIOE’ DELLA RESURREZIONE DALLA MORTE) SONO LA GARANZIA E LA SPERANZA DEL MONDO 

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BUONA PASQUA DELL'ANNO 2008

Annibale Carracci, San Pietro incontra Cristo sulla via Appia  (Domine quo vadis?) 1601-1602; Londra, National Gallery. Olio su Tavola, cm 77,4 X 56,3 Inv. NG9

Alvise e Antonio Vivarini, Resurrezione di Cristo, 1490-1500. Venezia, San Giovanni in Bragora.

Bernardino Scappi (detto Bernardino Luini), Cristo Benedicente, 1525 c. Milano, Pinacoteca Ambrosiana. Tempera e olio su tela, cm 43 X 37, inv 80

SANTA PASQUA DELL'ANNO 2008

                            

                Dio non esiste, dicono alcuni; Dio non vede, ripetono altri. Perciò, più e meglio dei  nazifascisti, questi sapientissimi filosofi, e lor seguaci, accumulano concordi, centinaia di migliaia di milioni di cadaveri; ma spesso, lo fanno di nascosto, prim’ancora che la vita sia nata.

                Un nuovo regime è dunque sempre più in divenire, accanto alla democrazia che purtroppo, sempre più ripiega : è il regime della dittatura della morte. Esso è dittatura, ed  è dittatura della morte, nell’unico modo possibile a tale regime, cioè rubando, assassinando, viltando.

                Questa dittatura  è ladra perché ruba a Dio il diritto di dare e togliere la vita alle sue stesse creature umane; è assassina, perché uccide senza giusto motivo le medesime creature; è vile perché uccide di preferenza i più deboli, i non ancora nati, e lo fa nel modo più sadico che possa esistere, cioè trasformando padri e madri ministri devoti di Dio, in confusi assassini, cioè ministri devoti di Satana.

                Può dunque Dio, il Dio della vita, che guarda gli assassini con occhi infuocati, e il fumo gli esce dalle narici e dalle orecchie quale simbolo di potenza non contenibile da immaginazione umana, può costui, in occasione della Pasqua, morire e risorgere anche per salvare il regime della dittatura della morte?

                La risposta è la seguente: si che può, perché la Grazia è potenzialmente rivolta a tutti gli uomini, nessuno escluso; tuttavia il regime della dittatura della morte rifiuta ogni grazia, perché esso è una istituzione della morte non voluta da Dio che è la Vita 1), ed  è pertanto un regime virtualmente già morto a ogni grazia, cioè a ogni vita; si che  può, anche a riguardo di quelli che amano il regime della morte, e lo ritengono una conquista, anzi lo ritengono il futuro prospero di se e dei loro pari; ma se non si ravvedono, sono essi da se stessi ad annullare ogni potere salvifico della grazia divina, poiché scelgono e difendono la morte al posto della vita; infine, si che può, se qualcuno, tra gli assassini della dittatura in questione, desidera ancora salvarsi.

                Perciò, a Dio che guarda il mondo dall’alto, si presenta lo spettacolo desolante della dittatura della morte; egli vede che i sostenitori di tale regime son sempre più numerosi; e l’ira divina si monta e si prepara, il suo braccio giusto e santo, non può non calare, oggi o domani che sia.

                C’è da chiedersi pertanto perché cala, perché è calato anche pesantemente, e tuttavia non è mai calato del tutto, fino a colpire in modo radicale e definitivo ogni iniquità del regime della dittatura della morte e dei suoi complici.

                Qui è difficile rispondere, essendo il nostro un Dio che è Risorto, ma prima è voluto morire in croce e ha predetto al contempo, che dividerà definitivamente i buoni dai cattivi, solo alla fine dei tempi, col Giudizio Universale. Tuttavia, la spiegazione è forse questa: Dio è giusto; vede che accanto al regime della morte, ancora ampio, è il regime della vita; ancora ampio è il numero di quelli che abbisognano di tempo per ravvedersi; ancora considerevole è il numero di quelli che amano e cercano la vita. Pertanto l’Altissimo si compiace di costoro e ama vederli all’opera, mentre dimostrano il loro amore alla vita, a somiglianza del loro Creatore.

                Dunque si può dire, concludendo, che sono costoro, gli amanti e i cercatori della vita, gli innamorati dell’Amore universale (ovunque si trovino e di qualsiasi condizione sociale o partito politico, siano), a impedire o limitare i flagelli terreni 2) da parte di Dio e a sostenere al contempo, la preghiera pasquale: 

                essi infatti, gli amanti della Vita o dell’Amore secondo il Decalogo perfezionato dal Cristo, forse da un lato trattengono il braccio divino dal distruggere la terra a causa delle vittime innocenti del regime della morte, e a causa dei complessivi peccati del mondo; e dall’altro, di Dio stesso ne rappresentano la consolazione e la principale sorgente di preghiera, cioè la preghiera pasquale, che chiede e insieme già vive per i meriti del Risorto, l’annullamento della morte, sia quotidiana (dagli errori e dai peccati quotidiani) che eterna (cioè la morte che da separazione eterna da Dio).

 

FINE

 

 

Orlando Metozzi

Giacomo Manzù, Resurrezione (Part.) 1975, Milano, Abbazia di Chiaravalle. Scultura.

 

 NOTE

  1 : Dire che Dio è la Vita, significa che è l’unico che abbia la capacità di poterla dare; di conseguenza è anche l’unico che ha il diritto di poterla togliere.

2: I flagelli celesti post-morte, quali punizioni provvisorie o eterne, non sono sindacabili.

 

 

FINE

 

 

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