L'AGROTECNICO MORENO MORALDI, DONA AL SANTO PADRE, FRANCESCO I°, UNA PIANTINA CLONATA DAL CIPRESSO DEL CONVENTO DI VERUCCHIO, IN OCCASIONE DELLA VISITA AD ASSISI, DEL 4 OTTOBRE 2013

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Sullo sfondo il Cipresso plurisecolare del Convento francescano di Verucchio (Rimini). A destra, Moreno Moraldi s'appresta a conseggnare a Papa Francesco, la clonazione dello stesso Cipresso di Verucchio .

Una poesia di tale Giuseppe Nanni  (del paese di Virucchio), termina con queste parole : Nell'Orto mite e breve (Francesco) lo piantò con le sue mani / ed il Ramo secco breve, mise rami, rami, rami.../ Fu un Colosso, ed è ancor là./ Qui si culla nell'azzurro, ogni ramo ha il suo nido: / e gli Uccelli il loro sussurro: danno un fremito e un grido / di bellezza e di bontà

               Il fatto della donazione Moraldi al Papa,  è dettagliatamente descritto sottostante, da alcuni brani di stampa inviatimi alla vigilia della visita ad Assisi di papa Francesco, nell'ottobre scorso: il Moraldi, presidente di UmbriaFlor ... , prima ha l’dea giusta e poi riesce a perseguirla felicemente, clonando il Cipresso di Verucchio (un piccolo comune di circa 10 000 abitanti, in provincia di Rimini).

                L'importanza storica del Cipresso di Verucchio, come è noto, ha origine da un gesto memorabile del Santo d'Assisi, quando un giorno ordinario del 1200, piantò nell'orto del Convento dei locali francescani verucchiesi, un ramo secco di Cipresso raccattato per strada, usato come bordone (bastone medievale dei mendicanti), e che stranamente non voleva bruciare.

                In conclusione, Moreno regala al Papa una piantina di circa 40 cm, come benvenuto e insieme (credo possa dirsi), simbolo di rinascita e rinnovamento, oltre i secoli trascorsi dal 1200, quando quel Cipresso cominciò ad attecchire nell'orto dei frati in terra verucchiese e italiana, a causa della straordinaria devozione del santo serafico, del quale il Papa odierno, ripercorre con successo, le orme memorabili in Assisi come nel nome e nel programma .

                 E' infatti evento straordinario e innaturale, che un ramo secco di Cipresso, abbia messo le radici e sopravviva gigantesco, tuttoggi : il Cipresso non è una latifoglia, ma una conifera, e non si riproduce per talea (rami interrati che mettono le radici); inoltre anche se fosse stata una specie capace di mettere le radici dai rami (come per esempio la Vite e numerose altre), rimane straordinario, cioè oltre le leggi naturali, che abbia attecchito un ramo secco, e non verde ... .

 

APPENDICE

 

1. Clonato il Cipresso di San Francesco: Andrà in dono al Papa

Moreno Moraldi ha clonato la pianta nel convento a Verucchio e la donerà al Pontefice in visita ad Assisi

Il Cipresso di San Francesco nel Convento di Verucchio …..

              Rimini, 3 ottobre 2013 - UN CIPRESSO per Papa Francesco. Non uno qualunque. La piantina alta una quarantina di centimetri che verrà donata domani al sommo Pontefice in visita ad Assisi, è diretta discendente dell’alberello che 800 anni fa un altro Francesco, divenuto santo, piantò nella terra dell’odierna Verucchio.

              UNA PIANTA che secoli più tardi divenne un simbolo del convento che ancor oggi la custodisce all’interno del chiostro. Tra corsi e ricorsi storici, la volontà di un agronomo, Moreno Moraldi titolare di Umbraflor, unirà idealmente San Francesco al Papa che ne porta il nome. E domani quando il pontefice scenderà dall’elicottero che lo porterà a pochi passi dalla Basilica di Assisi, la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, lo accoglierà con la pianta custodita in un vaso giallo, in omaggio al colore del Vaticano. Quando si parla di diretta discendenza arborea con l’arbusto messo in terra da San Francesco, non è un modo di dire. «Sono sempre stato affascinato dal cipresso che il Santo piantò a Verucchio nel 1213, 800 anni fa – premette Moraldi -. Così grazie anche a padre Michele ho insistito con i frati del convento perché il mio desiderio di clonare quella pianta divenisse realtà».

                DIFFICILE resistere al fascino del Cipresso di Verucchio. Un arbusto che, raccontano le cronache, s’impigliò nella tonaca del Santo che lo raccolse attraversando l’Appennino, per farne [un] bordone nel suo peregrinare, il tipico bastone con manico ricurvo usato dai pellegrini. Giunto a Verucchio, non avendone più bisogno, decise di bruciarlo. Il ramicello cominciò a contorcersi ‘frigolando’, e Francesco disse: «Se non vuoi ardere, cresci!». Quel piccolo arbusto generò «gran germogli, laonde, in segno di maggior miracolo, pel bene degli umani».

                Questo si racconta, e l’albero è stato tanto forte da superare nei secoli l’incendio appiccato dai francesi nel 1798, i tentativi di abbattimento, le cannonate della guerra e la tromba d’aria che nel 1980 ne mozzò la parte alta. Moraldi, sposato con una romagnola («Sento il fascino di questa terra», ammette lui), è riuscito così nell’impresa di clonare un simbolo.

                «DOPO avere convinto i frati, sono salito con un cestello fino ad arrivare alla sommità del Cipresso, perché per avere qualche possibilità di riprodurre la pianta era necessario utilizzare le sue parti più giovani». Poi le serate di lavoro al vivaio e infine il responso tanto atteso. «Sono riuscito a far crescere alcune piantine e una di queste verrà donata al Papa».

                Lo scorso 31 agosto alcuni esemplari sono stati presentati alla conferenza episcopale, e ieri mattina i primi tre arbusti sono idealmente tornati a casa. I frati hanno messo a dimora tre piccole piante davanti alla basilica di Assisi. Domani sarà il gran giorno con il dono del cipresso al Pontefice.

                Andrea Oliva

Fonte : Il Resto del Carlino 25-10-13  8,26

 

2. La Visita di Papa Francesco ad Assisi

 

 

Assisi Notturna

              “Abbiamo bisogno dello spirito di Assisi": a scriverlo è il presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, in un messaggio alla vigilia delle celebrazioni per San Francesco, Patrono d'Italia, e della visita del Papa nella città umbra. E’ il diciannovesimo Pontefice che arriva nella terra del Poverello, ma il primo che ne abbia assunto il nome e che ne stia facendo un indirizzo di Pontificato. Le attese sono di parole e gesti forti che diano speranza, ardore di fede e siano di guida anche per la comunità civile. Era da più di cinquant’anni che la Festa non coincideva con la presenza di un Pontefice ad Assisi.

                Il servizio della nostra inviata Gabriella Ceraso:  

                “Bentornato Francesco”: così titolano molti quotidiani di Assisi, oggi. Dunque, nei volti e nei gesti del Papa si attende di rivedere quel Francesco che qui visse e operò in povertà mutando il corso della Chiesa. “Papa Francesco, semplice tra i semplici”, recita invece lo striscione che campeggia all’Istituto Serafico, dove l’arrivo dell’elicottero papale è previsto alle 7.45, prima di 11 tappe di un percorso di oltre 30 km alle pendici del Subasio.

                Mettendosi sulle orme di Francesco, il Papa non poteva -come lui -non “abbracciare chi è nel bisogno”: e così farà con gli oltre 100 ragazzi disabili gravi che l’Istituto cura. Poi sarà la volta dei poveri, i prediletti dal frate del Duecento e parola chiave di questo pontificato: Francesco li incontrerà in vescovado e al pranzo nella mensa della Caritas. Saranno dunque gli “ultimi” a connotare questa visita, un “evento unico” per il sindaco Claudio Ricci:

                “Noi riteniamo che questa unicità abbia un senso culturale e teologico molto ampio e profondo. Sarà un pellegrinaggio, un rimettere in luce i valori di Francesco oggi e quindi sarà un momento di straordinaria valenza teologica, spirituale e culturale”.

                Intanto la città cura gli ultimi dettagli. Prendono forma i due palchi: sulla piazza davanti alla Basilica di San Francesco per la Messa, e davanti a Santa Maria degli Angeli dove sono attesi 12mila giovani. Lungo le strade colorate di bandiere vaticane, sono pronti i 9 maxischermi e le prime transenne, 10 km in tutto. 100mila i pellegrini attesi e oltre 1000 giornalisti. Dunque emozione nei cuori e riflettori accesi, con 14 nazioni a trasmettere l’evento. Ma l’ultimo atto di questa vigilia sarà la preghiera, come è nello stile di Assisi. Da stasera solenne commemorazione del Transito di San Francesco alla Porziuncola, occasione speciale per affidare a Lui la giornata di domani, come spiega il Custode della Porziuncola, padre Fabrizio Migliasso:

                “Quest’anno la abbiamo intitolata ‘Con le lampade accese’ -Veglia di preghiera in attesa di Papa Francesco, ripercorrendo le tappe del pellegrinaggio del 4 ottobre. Abbiamo preso come traccia della preghiera i luoghi che Papa Francesco visiterà e per ogni luogo abbiamo estrapolato una Parola di Dio, una parola di Francesco e una parola di Papa Francesco. Vogliamo così prepararci a quello che vivremo il giorno dopo”.

                Un contributo economico a favore delle Caritas per la loro attivita' in aiuto dei poveri e un piccolo cipresso. Sono i ''pensieri'' per Papa Francesco, che domani al suo arrivo gli saranno consegnati dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. :

                “Quella del Pontefice”, dice, “sarà una visita di straordinario significato per l’intera comunità umbra in quanto il francescanesimo ha segnato profondamente anche la nostra coscienza civile”.

                Sentiamo la presidente della Regione al microfono di Gabriella Ceraso:

                R. -Quello di san Francesco è un messaggio di grande modernità; è anche utile per guardare al futuro. Prima di tutto, c’è il tema pace e del dialogo tra i popoli e, oggi, anche quello dell’interculturalità. Inoltre, sicuramente l’altro messaggio è quello attinente la natura, il Creato come diceva Francesco, e quindi il rispetto per tutti gli esseri viventi, per l’ambiente e per lo sviluppo sostenibile. Non da ultimo, questo momento difficilissimo di crisi economica e sociale rimette al centro il tema dell’impoverimento della popolazione e quindi l’attenzione verso gli ultimi. Questo, per le istituzioni civili significa misurarsi nell’azione di governo con i temi della sostenibilità sociale e delle scelte che si compiono.

                D. -Vorrebbe dire qualcosa al Santo Padre o che lui dicesse a voi, alle istituzioni dell’Umbria, alle istituzioni civili?

                R. – Il Papa ha già mostrato una grande attenzione ai temi del lavoro. L’ Umbria, come tutte le regioni, in modo particolare quelle del Centro Nord, ovvero quelle regioni che erano caratterizzate da una grande operosità, oggi sono pesantemente indebolite. Quindi il Papa troverà i nostri lavoratori: quelli della Merloni, quelli del polo chimico di Terni, quelli dell’acciaio che hanno un futuro incerto, quelli della Sangemini e tante piccole imprese indebolite dalla crisi. Quindi, forse, il messaggio più forte e atteso, è proprio il messaggio di fiducia e di speranza anche sul futuro che riguarda il mondo del lavoro.

(Fonte : SitoWeb RadioVaticana)

 

 

3. In dono al Pontefice il Cipresso sacro che fu piantato da San Francesco

 

 

 

 

Fonte : Corriere dell’Umbria 8-10-13  1,29

 

4. Papa ad Assisi: una Riproduzione di San Francesco, un’Anfora

e un Cipresso in dono

 

3 ottobre 2013 

Regione e Provincia consegneranno due doni emblematici del nostro

territorio nelle mani del Pontefice

 

Il Cipresso e l’Anfora da donare al Papa Francesco I° nella sua visita

ad Assisi, del 4 ottobre 2013

 

                Una riproduzione fedele della raffigurazione di San Francesco realizzata dal Cimabue nella basilica d’Assisi, considerata l’immagine più fedele del Santo. E’ questo il dono che, a nome della Provincia di Perugia, il presidente Marco Vinicio Guasticchi consegnerà a Papa Bergoglio, il primo nella storia della chiesa ad aver assunto il nome pontificale del Poverello di Assisi. «Il Santo Padre, nell’assumere il nome di Francesco ci ha indicato con chiarezza la sua missione impregnata del messaggio del Santo d’Assisi – dichiara Guasticchi -. Un messaggio che viene dal passato, ma che oggi più che mai è di dirompente attualità. Il donare l’immagine che si dice più vicina a quella reale di San Francesco ci è sembrato un modo per dichiarare la nostra condivisione di un cammino di speranza, uguaglianza e pace dentro il quale la nostra comunità è impegnata da sempre anche e soprattutto grazie alla figura del Santo d’Assisi».

                I doni della Regione Due “pensieri” per Papa Francesco saranno consegnati domani dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. Si tratta di un contributo economico a favore delle Caritas per la loro attività in aiuto dei poveri e di un piccolo Cipresso. Nella lettera che accompagnerà i due doni e che la presidente consegnerà al Pontefice, viene ricordato come «il piccolo cipresso è figlio diretto di quello piantato dal Santo nel 1213 nel Convento di Verucchio di Rimini, quale dono simbolico di una continuità ideale e materiale di Francesco attraverso ottocento anni di storia». 

                La presidente, inoltre, nella lettera al Papa scrive che la decisione della giunta regionale – l’atto è stato proposto alla giunta dalla vicepresidente Carla Casciari – rappresenta «un contributo a favore delle persone e delle famiglie indigenti e delle mense per i poveri, in coerenza con i Suoi concreti insegnamenti a guardare con attenzione e disponibilità alle esigenze degli ultimi e, nel nostro piccolo, a conferma delle politiche di difesa dei meno abbienti che ogni giorno poniamo al centro della nostra azione amministrativa, anche e specie in momenti difficili sotto il profilo economico e sociale». Provengono invece dalla bottega di ceramica “Ubaldo Grazia” l’Anfora della Regione Umbria, che conterrà l’olio donato per alimentare la lampada votiva sulla tomba di San Francesco, e l’ampolla del Comune di Perugia, che saranno donati al Sacro Convento di Assisi

 

Fonte : Umbria24.it , 3-10-13 13,50

 

FINE

 

 

 

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