IL GENIO, HA IN DIO LA SUA FONTE PRINCIPALE

20-5-06

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                Noi intendiamo oggi il Genio come una capacità, un talento particolare per qualche settore delle facoltà umane: arte, scienza naturale, meccanica, cinema , ...ecc. .

                Ma in antico, nella mitologia classica, per esempio (ma non solo in quella e in tanti altri popoli) , il Genio, come le Muse.., erano divinità che oltre ad avere una loro vita divina, potevano faustamente o infaustamente ispirare gli uomini .

                La nostra attuale concezione del genio, è dunque troppo limitata: infatti, noi limitiamo la dimensione geniale, all'ambito della facoltà più naturale che viene acquisita o detenuta da un dato individuo o al massimo famiglia o popolo . Questa concezione è però piuttosto statica o circoscritta alla facoltà, al talento naturale.

                Ma nella realtà più profonda delle cose, avevano ragione gli   antichi : non voglio dire che deve credersi all'esistenza di divinità chiamate Geni, come nel passato pagano; ma voglio dire invece che la dimensione divina esiste eccome , nella economia della genialità umana; essa si trova  a mio avviso, specialmente al livello della ispirazione, pur avendo varie e misteriose possibilità di comunicazione . Infatti, può essere che geniale, non sia solo colui che ha talento, ma molto più anche colui che per natura e condotta di vita , è meglio predisposto a comunicare con le vie della ispirazione che ha vocazione espressiva, forse più interiore che esteriore .

                In questo senso, lo stesso talento naturale, diventa un presupposto che può essere eminentemente governato; e pertanto non è staticamente fisso o incollato alla identità dell'individuo, onde chi ce l'ha: bene, e chi non ce l'ha: male; certamente chi lo possiede è avvantaggiato; ma diventa fondamentale, una volta chiarito o ipotizzato che si possiede il genio, saper governare il proprio talento, per garantirne l'apertura necessaria alla dimensione geniale, cioè non solo naturale, ma specialmente soprannaturale e divina .

                Infatti la conoscenza naturale dell'uomo, intesa come facoltà da esercitare, per quanto limitata o ampia possa essere, a me sembra che in condizioni di salute psicologica e spirituale, non ami la solitudine investigativa o d'esercizio, ritenendosi, per così dire, bastante a se stessa ; al contrario l'esperienza della conoscenza, l'esercizio quotidiano e naturale del talento, implicano, cioè sono naturalmente aperte alla ricerca e alla compagnia della dimensione soprannaturale.

                E quando questa ricerca e questa compagnia si unisce al talento umano naturale, allora il genio diventa lume e guida per gli altri , e fa un servizio effettivo e insostituibile al prossimo, perché oltre al talento, mette anche a disposizione delle sue publiche conclusioni o opere, la sintesi finale che deriva da quel dato talento esercitato non solo in proprio e privatisticamente, ma anche publicamente , cioè in comunicazione e compagnia del divino soprannaturale .

                Dio presiede dunque al governo del genio umano, due volte : una prima volta mediante la creazione dell'anima o spirito umano; una seconda volta ispirando , comunicando ulteriormente mediante l'ispirazione stessa, con quegli uomini già prescelti in modo più o meno particolare, all'atto della creazione dei loro spiriti .

                Se così stanno le cose : si capisce quanto incompleta sia la nozione di genialità che si impara a scuola o dalla cultura comune : secondo questi schemi, come sopradetto, è geniale ciò che è frutto di talento; e il merito del talento è un po' fatalistico: viene variamente attribuito all'uomo stesso, alla razza, alla famiglia, alla nazione...ecc. ; mentre noi abbiano ordetto che il talento oltre alle doti naturali date da Dio, ha bisogno di essere in comunicazione e dialogo dinamici con Dio medesimo, per potersi esprimere al meglio .

                Dunque è Dio e non l'uomo la principale fonte del talento e della genialità , sebbene l'uomo può metterci del suo : la buona o cattiva volontà , il senso del sacrificio, il mettersi a disposizione degli altri o magari l'usarlo per il proprio egoismo ...  .

 

 

FINE

 

 

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