FIRENZE DESCRITTA DA GIORGIO LA PIRA

(Da : G. La Pira , Lettere alle Claustrali , Milano Vita e Pensiero (Università Cattolica) , 1978; pp. I-XX; 1-554) .

28-2-05

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Lettere dalla storia contemporanea

Testo

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Giorgio La Pira

Per comprendere la storia delle nazioni , dunque per intenderne la direzione fondamentale , le connessioni essenziali , gli svolgimenti più lineari o più contraddittori, è necessario ricorrere a Cristo e alla storia di Cristo (storia della chiesa), in funzione della quale si svolge la storia intiera del mondo (Lettera XXVI p. 185-86).

Sono un credente cioè uno che cerca di poggiare tutta la sua azione (come casa sopra la roccia) sopra una ipotesi di lavoro : questa ipotesi  di lavoro è costituita dalla Resurrezione di Cristo e dalla Assunzione di Maria, ambedue in certo senso, causa insieme efficiente e finale della storia del mondo (Lettera XXIX p. 221) .

                  Presentazione delle "lettere alle claustrali" , dalle quali vengono tolti i brani sottostanti su Firenze :

                  furono scritte tra l' anno 1951 e  il 1971 , a vari monasteri di clausura femminili , sparsi in tutto il mondo cattolico . Tale raccolta , non riporta tutte le Lettere alle claustrali , ma ne fa una scelta di quelle ritenute più significative .

                  Perché La Pira scrive alle Claustrali ? Non si da ragione del perché si rivolge solo ai monasteri femminili e non anche ai maschili; mentre è lo stesso La Pira a spiegare chiaramente il motivo delle sue missive :

                  chiede le preghiere per la sua attività socio-politica e in cambio si fa pure carico delle necessità economiche eventuali di tali monasteri .

                  Nel 1951 , La Pira è Presidente del Consiglio superiore toscano  della Conferenza di S. Vincenzo, tra i cui compiti  primari , vi è secondo La Pira stesso , l' assistenza fraterna proprio verso i monasteri . Pertanto egli ordinò e procedette a un inventario dei medesimi monasteri di clausura più bisognosi , e determinò un vero Piano di assistenza per essi .

            La contropartita chiesta da La Pira è dunque chiara : 

                   La  preghiera ; ma per quale scopo ? Questo scopo ...(egli dice) è legato ...all'attuale fase della storia della Chiesa e della civiltà. Ebbene questa svolta storica domanda un duplice impegno:

                   1. che si costruisca nel mondo una società nuova, ad ispirazione cristiana , nella quale a tutte le creature umane sia assicurato il lavoro, la casa , il pane e quanto è essenziale ad una modesta ma dignitosa vita  umana . Per capire la vastità di questo impegno bisogna tener presente che ancora oltre un miliardo e mezzo di uomini  -su un totale mondiale di due miliardi e mezzo di popolazione-  vivono in condizioni di miseria e potrebbe dirsi di fame.

            Bisogna quindi procedere ad uno sforzo gigantesco di solidarietà mondiale, tale da poter rapidamente pervenire a questo grande obbiettivo di fraternità e di pace.

                   Ma questa edificazione di una società nuova esige che le sue fondamenta metafisiche, culturali , artistiche , siano saldamente poggiate sull' Evangelo; solo se radicate sulla Grazia di Cristo , queste fondamenta potranno validamente sostenere il nuovo edificio.

            2. Ecco allora "l' orientazione" della preghiera; cioè importa pregare il Signore perché susciti nella società umana uomini di pensiero ed uomini di azione, artisti e politici , scienziati ed economisti, penetrati dello spirito di Cristo e preparati a questo compito gigantesco di costruzione sociale e civile .

                   Ed ecco allora la nostra concreta richiesta : vorremmo che ogni monastero di clausura s' impegnasse a pregare per questi fini : specialmente per la intima e reale conversione a Cristo degli uomini politici. Questo impegno concretamente si attua destinando a questo fine, durante l'  anno , i seguenti periodi di preghiera: 1. una settimana all'anno; 2. un giorno al mese ; 3. un' ora di adorazione nella settimana; 4. un' Ave Maria ogni giorno.

                   (Da : Lettera I° , pp. 314-15) .

 

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Introduzione 

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a)  Come considerare il pensiero di La Pira,  a riguardo di Firenze :

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 b)  La Vita

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  1. Firenze è città frutto della contemplazione e bellezza teologale

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 2. I mistici di Firenze sono la radice da cui germogliano gli artisti di Firenze

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3. Firenze è bella perché toccata dallo Spirito Santo.  

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4. Firenze civiltà della Resurrezione

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 5. Missione di Firenze .

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5a. Essere un punto d' interpretazione cristiana .  

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5b. Essere città della pace aperta a tutti

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 5c. Essere il punto di attrazione per tutta la terra

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5d. Essere il cielo storico nel quale in ogni momento di crisi , brilla la stella della pace

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5e. La Chiesa di Firenze è Chiesa sul monte , a cui è congeniale l' irradiazione missionaria

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5f. Politica culturale congeniale a Firenze .   

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Introduzione.

 

a)  Come considerare il pensiero di La Pira,  a riguardo di Firenze:         Vai in fondo     Torna su

 

                           Carissimo visitatore , leggendo l' Indice soprastante o i brani corrispondenti , non troverai tutto il pensiero lapiriano su Firenze , ma solo alcuni stralci da me ritenuti significativi, presi tutti dalle Lettere alle Claustrali (opera poco nota) , perché fanno capire meglio l' ordine più profondo e principale del pensiero e dell' azione missionaria del nostro, che concepisce la cultura come un servizio all' uomo, e come un veicolo di evangelizzazione totale , cioè non solo teologico, ma anche storico , politico, economico,  geografico , artistico e scientifico ....  . 

                       Non è possibile però distinguere nettamente due ambiti , uno del pensiero di la Pira su Firenze e uno sul mondo in generale : in realtà la visione del mondo lapiriana viene applicata alla comprensione di Firenze; e la comprensione di Firenze , per via del suo potenziale mistico, missionario , artistico , scientifico (che La Pira giunge a capire e riscoprire così tanto bene e profondamente) in una parola per via della sua "bellezza teologica" espressa o incarnata , rafforza e conferma e persino ispira talvolta la grande costante del pensiero e dell' azione lapiriani : La pace e la prosperità tra i popoli .

                      Pertanto  suggerirei di guardare con la seguente ottica , al pensiero di Giorgio          La Pira , sia in generale che a riguardo di Firenze  : 

                       Consideralo come una lettura profetica di Firenze da parte di un Siciliano : anche questo è singolare ; è più unico che raro che un siciliano e un uomo del sud , in genere , giunga a capir tanto e ad amar tanto , una città del centro o nord d' Italia ; al contrario , nonostante la sua origine , La Pira vola diritto allo scopo , e ci riesce : cioè riesce a voler bene e a farsi voler bene , da tutta Firenze , senza sminuire (anzi rivalutando nuovamente) il resto d' Italia , d' Europa , o del mondo, in contrapposizione tanto tacita quanto efficace , al nazionalismo ordinario, che per valorizzare qualcuno , ha bisogno di svalutare tutti o gran parte degli altri . C' è perciò da chiedersi le ragioni di questa efficacia , quando da secoli , è noto come i primati della nazione con troppa frequenza, anche nel cattolicesimo ,  sono al centro-nord anziché al sud . Ma la risposta è facile : basta che il cattolicesimo sia autentico , come in La Pira , e poi nord e sud diventano accessori geografici , rispetto al valore della persona in grazia di Dio , che anzi trae ispirazione e aiuto creativo , sapendo scegliere il meglio anche dal bagaglio eventuale della  propria origine .

                      Consideralo come una lettura di Firenze e del mondo , da parte di un uomo colto : tutti i livelli del prospetto reale , da quello scientifico , a quello economico, giuridico , politico , sociale , ... fino a quello religioso , sono letti e tra loro armonicamente sintetizzati in una mirabile armonia tra la teoria e la pratica , l' azione e la fede, le buone opere e la preghiera , dove tuttavia il primato ispirativo e orientativo della fede rinfocolata dalla lettura della Bibbia concepita come una specie di primario  manuale dello spirito , è più che evidente .

                       Consideralo come una lettura di Firenze e del mondo,  da parte di un cristiano : La Pira cavalca e domina la via maestra della civiltà cristiana : il senso della solidarietà e generosità , il senso pieno della Carità e del servizio al prossimo nel nome di Dio; e trae da questo sentimento fondamentale , la capacità mirabile di mettere il dito nella piaga ; pertanto se ci sono i poveri postbellici, s' aiutano; se mancano molte cose e case , si procurano le prime e si costruiscono le seconde; se la nuova Pignone è in pericolo , la si salva; se ci sono i carcerati , almeno il sabato si vanno a trovare e s'aiutano specie con gli amici magistrati; se c' è la guerra fredda , si scalda l'aspirazione degli animi più universali , alla pace ; se c'è ignoranza popolare sulla origine  profonda e importante della identità culturale di Firenze che si intende recuperare, si scrivono lettere ai cittadini proprio su questo punto , e magari persino a Natale o a Pasqua ; ma non solo ai cittadini maggiori , bensì, faccio osservare ,  anche ai minori , nella consapevolezza che in democrazia è necessario, vitale, il corpo popolare e non solo l'aristocratico.  

                       Consideralo come una lettura di Firenze e del mondo , da parte di un cattolico, la cui condotta fondamentale è che la fede senza le opere è morta (Gc 2,17; 2, 26); mentre è dai frutti , cioè dalle opere che si riconosce la bontà di una data condotta umana (Mt 7,16; 12,23 ; Lc 6, 44) : la Carità insieme al senso vivo del Buongoverno e della Pace locale e universale , non sono soltanto ispirazione che qualifica in astratto; ma più propriamente sono traduzione oggettiva di opere concrete : 

                       si capisce che la Pace nel mediterraneo è legata a quella tra le tre religioni               d' Abramo ; si ritiene che la pace nel mondo , trovi un possibile aiuto o prima  elaborazione , nei Colloqui sul Mediterraneo e nei Convegni dei Sindaci delle Capitali del mondo ; si dedica alla Pace in Vietnam, un apposito Symposium internazionale; e dopo di esso , sebbene con insuccesso , La Pira si recò a incontrare Ho Chi Minh  nord-vietnamita , sentito il quale elaborò una proposta di pace che non venne accettata dagli Stati Uniti , ma che nella fase successiva degli eventi ,  fu accettata nei medesimi termini lapiriani , sebbene dopo aver provocato nel frattempo ,  una gran numero di morti e massacri inutili . E mentre i grandi (Russi e Americani) si guardano con la freddezza del sospetto reciproco , quale presidente della Fmcu -Federazione mondiale delle città unite- La Pira rafforza la Ostpolitik di Willy Brandt , e si può dire, affianca la stessa presenza dell' ONU , quale fattore e garanzia di pace e stabilità universale , predicando e confermando il processo di distensione est-ovest . 

                       E il tutto è confermato da numerosi viaggi , una specie di grande pellegrinaggio in proprio, per cercare di recuperare la storia e le tradizioni e le relazioni più significative tra le città e i popoli , secondo i decreti della provvidenza , e le necessità immediate dell' Ecumenismo e della Pace e prosperità universale .

                       Consideralo come una lettura estetica di Firenze , secondo la Provvidenza : cioè secondo le  motivazioni profondissime, prime ed ultime del grande movimento della storia locale e universale ,  guidata dai decreti divini o provvidenziali , che costituiscono le ragioni principali non solo della verità e della bontà , ma anche della bellezza , e perciò anche dell' aspetto estetico , sul piano artistico e reale in generale. 

                       In un ambito dove molti in Italia e nel mondo , ammirano le fortune estetiche fiorentine , stentando però clamorosamente a  capirne l' indole più autentica e profonda che è proprio di ordine metafisico e spirituale (e procede da Dio; ed è più merito di Dio che dell' uomo) , le affermazioni lapiriane su Firenze , rappresentano una salutare provocazione e insieme una proposta di riappropriazione autentica del profondo , che insieme precede e fa consistere     l'estetica stessa .   

 

Fine di Come considerare il pensiero di la Pira ....

 

 Vai in fondo b)  La Vita . Torna su

 

 

1904: 9 gen.  Giorgio La Pira nasce a Pozzallo (Ragusa) .
1917 Consegue il Diploma da Ragioniere , e nel 1921 lo vediamo collaborare con lo zio Luigi all' azienda commerciale familiare .
1922 Consegue la Licenza liceale in un solo anno , e si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza di Messina . Ivi fa amicizia col prof. Emilio Betti , che trasferitosi in seguito a Firenze , vi inviterà anche Giorgio .
1925 Diventa Terziario domenicano col nome di fra Raimondo .
1926 Si Laurea in Giurisprudenza a Firenze , e diventa assistente del prof. Betti .
1928 Diventa Missionario della Regalità pronunciando i voti di povertà, obbedienza e celibato nella castità , onde servire particolarmente Dio dal lato del servizio agli uomini . L' Istituto secolare dei Missionari della Regalità di Cristo , vide lo stesso La Pira tra i suoi fondatori , e come dice il suo Statuto , è : una comunità di laici costituita e regolata secondo la costituzione  "Provvida Mater Ecclesia" e il motu proprio "Primo Feliciter" ,  per una particolare consacrazione a Dio nel Servizio agli uomini . 
1929-29  Vinta un a Borsa di studio per un perfezionamento che adempie alle università di Vienna e Monaco, Insegna Istituzioni di Diritto Romano a Firenze per l' AA 1928-29 .
1933 Vince , sempre a Firenze , la Cattedra di : Istituzioni di Diritto Romano .
1944 Fuggiasco per eludere la persecuzione fascista,  ritorna in questo anno a Firenze , quale Presidente dell' Ente Comunale di Assistenza .
1946 Deputato alla Costituente
1948 Sottosegretario di Stato al lavoro (Governo De Gasperi) .
1951 : 5 lug. Eletto Sindaco di Firenze (subentra alla giunta di sinistra , di Mario Fabiani). Quale Presidente  del Consiglio Superiore Toscano della Conferenza di S. Vincenzo , inizia a scrivere le Lettere alle claustrali : epistole dirette a tutti i monasteri di clausura del mondo , per chiedere preghiera d'assistenza alle sue attività socio-politiche; in cambio si prende cura anche della precaria situazione economica di questi Istituti : crf. Lettere alle claustrali .
1952 Convegni per la Pace e la Civiltà Cristiana .
1953 Attività da Sindaco : il suo motto è : Non solo case ma città di case minime. Salva la Nuova Pignone . Il Sabato va a trovare i carcerati insieme all' amico magistrato Giampaolo Meucci .
1955 Convegno dei Sindaci delle Capitali del mondo (oriente compreso) che si conclude con un Patto di Pace . Lettere Natalizie e Pasquali ai malati , ai nonni , ai ragazzi delle scuole , per parlare della vocazione della loro città  e per spiegare le realizzazioni e le scelte politiche dell' Amministrazione che dirige .
1958 Eletto deputato , presenta un progetto di legge per il riconoscimento erga omnes dei Contratti di lavoro . Primo Colloquio Mediterraneo
1961-64 :   1° marzo 1961 : Sindaco per la terza volta (giunta di centro-sinistra) . Secondo , Terzo e Quarto Colloquio Mediterraneo . Propone Firenze quale sede dell' Università europea . Vi raduna l' Assemblea plenaria del Comitato Internazionale per le Ricerche Spaziali
1965 Symposium internazionale per la pace in Vietnam : si cocnclude con un appello firmato da La Pira e lord Fenner Brokway e inviato ai governi garanti degli accordi di Ginevra sul Vietnam del 1954 e alle parti coinvolte nel conflitto . All' Appello risponde il presidente Ho Chi Minh . La Pira si reca ad Hanoi . Al ritorno elabora una proposta di pace , fallita si dice , a causa di anticipazioni su guiornali americani .
1966 Alluvione : aiuta la città anche attraverso i suoi rapporti internazionali. 
1967 Presidente della Fmcu (Federazione mondiale delle città unite). Viaggio  in Palestina (tra il Natale 67 e l' Epifania 68) per tentare di riportarvi la pace , essendo scoppiata in giugno  la guerra dei sei giorni tra Israele e gli Stati arabi confinanti .
1968 La famosa contestazione giovanile , lo risparmia .
1973 A Dakar , riconfermato per la terza volta Presidente della Fmcu , che egli usa specialmente per potenziare il processo di distensione tra est e ovest, aperto dalla ostpolitik di Willy Brandt (pertanto pone il riconoscimento de iure della Germania Est , e il problema del disarmo nucleare in Europa ...) . 
1977 : 5 nov. Muore a Firenze , nella Clinica delle Suore Inglesi .
1986: 9 gen. Il Cardinale Silvano Piovanelli , arcivescovo di Firenze , apre nella Basilica domenicana di S. Marco , il Processo diocesano per la causa di beatificazione .

 

Fine dell' Introduzione Torna a : "La vita

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TESTO

Vai in fondo1.     Firenze è città frutto della contemplazione e bellezza teologale Torna su

 

                Proprio a questo punto , Madre Reverenda , il nostro    discorso , non può non cadere su Firenze e sui compiti e le responsabilità storiche che il Signore affida anche oggi a Firenze . 

                Se c'è nel mondo una città  «contemplativa »  sorta come un fiore dalla contemplazione di Dio, radicata nei monasteri di clausura , strutturata in modo da servire alla liturgia ed alla bellezza del Dio vivente , questa è ancora Firenze . 

                Essa è ancora il più alto documento di quello che possa operare la vita contemplativa della Chiesa quando diventa lievito propulsore della città umana e della civiltà umana . 

               Qui la bellezza teologale (nella sua accezione più ampia , che va dalla « bellezza mistica » alla bellezza poetica , architettonica , pittorica , scultorea e così via ) ha raggiunto livelli di perfezione e di trasparenza altrove così compiutamente non raggiunti . 

                Ebbene ,  Madre Reverenda , Firenze non potrà mai dimenticare di essere città veramente fondata sui  «monti santi » dell'orazione (Sal. 86) ; che senza queste radici mistiche a Lei donate dai suoi monasteri di clausura e dai suoi santi essa non sarebbe quella che è : città della contemplazione e della bellezza teologale, vessillo di speranza , di gioia e di pace, per l' intiera civiltà  cristiana ed umana (gaudium universae terrae: Sal. 47. 3). 

                 Ed allora: come può Firenze non interessarsi attivamente delle sorti presenti e delle sorti future di questa civiltà cristiana che è,  per definizione,  civiltà contemplante per la edificazione della quale i monasteri di clausura sono elementi essenziali ed insurrogabili ? E proprio in vista di ciò , che Firenze si è fatta promotrice sin dal 1952 ,  dei Convegni annuali per la pace e la civiltà cristiana : essa convoca ogni anno i popoli di tutta la terra ( tutte le tribù di Israele! ) per ricordare loro il patto di alleanza stretto col Dio vivo (2 Paralip. 30, 1 ss.) ; per ricordare loro che soltanto nella osservanza di questo patto sta la radice della pace e la fioritura della civiltà (4 Re 23. 3). Ed ecco ora questa iniziativa ulteriore : questo dialogo vitale coi monasteri di clausura dei paesi di missione e del mondo intiero , questo dialogo del resto già da quattro anni (dal 1951) fruttuosamente iniziato coi monasteri di clausura italiani. 

                Un dialogo che essa , Firenze ,  ha il dovere di fare: essa che ha viva la consapevolezza storica di quello che significhi per la civiltà cristiana ed umana (di ieri, come di oggi e di domani) l' inserzione attiva e creatrice dei monasteri di clausura (i monasteri vallombrosani furono, all' alba del secondo millennio , la culla di Firenze). 

                Ecco, Madre Reverenda,  in che cosa consiste la  « tesi fiorentina , l' intuizione fiorentina » di cui Le ho fatto cenno all' inizio (di questa   missiva) : ed ecco le ragioni profonde che danno legittimità al nostro dialogo. 

                Firenze vede davanti a se , per così dire, dalla sua ideale terrazza , lo svolgimento della storia futura,  dei secoli futuri e delle generazioni future: vede fiorire su tutta la faccia della terra (come nel Medioevo ) monasteri contemplativi « ostensori » della Chiesa ,  dai quali si irradiano la bellezza di Dio e la pace di Dio e verso cui si muovono , attratti da una forza invincibile , i popoli e le civiltà del mondo intiero. 

                Essa vede fiorire città che Le assomigliano: città sorelle , città contemplative , segnate col sigillo del Dio vivo (et aedificabuntur civitates Juda: Sal. 68. 36). 

             Torna a 1   (Lettera XI,p. 95-96)  Indice   .

 

Vai in fondo  2. I mistici di Firenze sono la radice da cui germogliano gli artisti di FirenzeTorna su

 

                Ma il nostro dialogo, Madre Reverenda , ha anche una seconda premessa , strettamente collegata con la prima: questa seconda premessa concerne Firenze , cioè la vocazione e la missione cristiana di Firenze in connessione con l'intiera  «problematica storica » (come usa dirsi) non solo del tempo passato , ma altresì del tempo presente . Permetta , Madre Reverenda , che io Le dica subito , in concreto ,  di che si tratta ; come mai in me è nata questa idea della vocazione e missione di Firenze. 

                Quando nel 51 in maniera impreveduta  mi elessero sindaco di Firenze (mai era balenata nella mia mente siffatta evenienza!) , io fui in certo modo costretto dai fatti nuovi e dalle situazioni nuove nelle quali il Signore mi poneva , a farmi questa domanda : 

                 ma che senso ha tutto questo nel disegno della provvidenza ? Che significato ha , che finalità ha , dal punto di vista di Dio questa mia assunzione alla prima magistratura fiorentina ? Come essa si inserisce nel « piano » che il Signore persegue nella storia delle città , dei popoli , delle nazioni , delle civiltà nel tempo nostro ?

                  Se sono un cristiano (mi dicevo) , se credo, perciò, nella provvidenza di Dio, nel disegno storico di Cristo , io non posso e non devo sfuggire a queste domande così chiare e così impegnative. 

                  Sindaco di Firenze: capo, cioè, di un popolo (il fiorentino) e di una città (Firenze) che hanno avuto  (coi loro grandi fatti storici, mistici, artistici, civili) una parte certamente determinante, in certo modo essenziale , forse unica , nello svolgimento dell' intiera civiltà cristiana ed umana . 

                  Si tratta di fatti passati , privi di ogni significato storico e provvidenziale in ordine al presente ed al futuro ? O invece, si tratta di un passato non morto , ma vitale, che  « preme » perciò, per così dire, vitalmente sul presente e si « proietta », come forza viva e creatrice, sul futuro? 

                  Ecco il problema. 

                  Madre Reverenda , meditando queste cose , io scoprii a me stesso, per così dire, il mistero di Firenze ; non solo , ma la scoperta del mistero di Firenze mi diede una intelligenza nuova del mistero di Gerusalemme e del mistero di  Israele e dell ' intiera storia sacra e della storia delle nazioni . 

                   Mi ricordo di aver detto queste cose ad uno scrittore molto noto in Russia e nel mondo; gli dissi: 

                   da che sono sindaco di Firenze ho fatto la scoperta sperimentale della storia sacra (Israele e Gerusalemme) e della storia delle nazioni . 

                   In che senso? 

                   Ecco: il mistero della elezione e della vocazione e della missione del popolo di Israele e della città di Gerusalemme (il patto di alleanza di Dio col Suo popolo e con la Sua città) è un mistero che fa luce , per analogia , sul destino , e perciò sulla vocazione e sulla missione  dei popoli cristiani e delle città cristiane! 

                    La grazia (la Chiesa , perciò) è essenzialmente missionaria : avanza , ed avanza secondo un piano disteso nel tempo e nello spazio ; c'è, in conseguenza , una strategia della grazia , una cronologia della grazia ; una geografia della grazia ; vi è , perciò, tutto un « sistema di alleanze » che il Signore stringe coi popoli che incontra e che lo accettano (quotquot receperunt eum) ,  lungo il corso dei secoli e nello spazio dei continenti! 

                   Incontra il popolo romano e ne è  - dopo persecuzioni   sanguinose ! -  accolto ? Ecco il destino cristiano e la vocazione cristiana , permanente di Roma ! 

                   Incontra il popolo franco , a Reims , con Clodoveo , e ne è accolto ? Ecco il destino cristiano e la vocazione cristiana della Francia . 

                   Incontra il popolo fiorentino (dal tempo di San Miniato e di San Zanobi) e ne è accolto ? Ecco il destino cristiano e la vocazione cristiana di Firenze

                   Tutto ciò si ripeta per tutti i popoli (di oriente e di occidente) che hanno accolto il Signore e che si sono strutturati -religiosamente e    civilmente-  attorno a Lui (alla Chiesa , cioè , di Lui). Viene qui alla mente     1' immagine evangelica della gallina che pose sotto le sue ali i suoi pulcini (Lc. 13, 34): il Signore ha fatto da centro e da luce di questi popoli!

                    Fermiamoci a Firenze. 

                    Domando a Lei , Madre Reverenda : vi può essere dubbio sulla   « elezione » che il Signore ha fatto del popolo fiorentino e della città di Firenze ? Vi può essere dubbio perciò su questo misterioso « incontro » e su questo « patto » misterioso fra Cristo e Firenze ? Sulla vocazione cristiana , perciò , e sulla missione cristiana del popolo e della città di Firenze ? 

                    Non vi può essere dubbio su ciò, Lei certamente mi risponderà  : perché i segni ed i documenti di questa elezione e di questo patto e di questa vocazione e missione sono tanti e tali -così distesi nel corso dei secoli- che soltanto i ciechi fisicamente e spiritualmente (hanno occhi e non vedono!) possono negare questa luminosa evidenza! 

                     Del resto , Madre Reverenda , non bisogna meravigliarsi se cerchiamo di vedere la storia di un popolo dall' angolo visuale della finalità che il Signore ad esso assegna; altro angolo visuale - per spiegare il senso totale della storia dei popoli - non c'è ; come ogni persona singola, così ogni singolo popolo ha un posto, una « chiamata », una « missione » nel concerto dei popoli e nella storia totale del mondo

                     Dunque: i segni ed i documenti storici, mistici e civili insieme, della « elezione » di Firenze? 

                    Cominciamo dai segni più autentici: quelli mistici, i segni diciamo così « profetici » che costituiscono in certo modo la misura della penetrazione della grazia (della Chiesa , perciò) nella struttura e nel destino storico di un popolo e di una nazione: questi segni sono costituiti dai santi. Per misurare la grazia di Israele e di Gerusalemme, bisogna guardare ai segni che la manifestano: i patriarchi, i profeti, i giudici ed i re (quelli conformi al cuore di Dio), sino al Battista, a san Giuseppe, alla Madonna, a Gesù! 

                     I santi di Firenze? I beati di Firenze? I  «profeti » di Firenze? Quanti e quali! E tutti legati intimamente a Firenze come i profeti a Gerusalemme: tutti sono « contestuali » - come si dice - con la città; fanno corpo con essa, sono una cosa unica col suo destino storico, con la sua vocazione cristiana e con la sua missione cristiana: una vocazione universale che la coordina, in certo senso, al corpo intiero dei popoli e delle nazioni e delle civiltà tutte del mondo. 

                     Pensi, Madre Reverenda, sin dall'alba della città a San Zanobi. Egli, arcivescovo di Firenze, incide, in certo senso , sulla vita spirituale ed apostolica di sant' Ambrogio e della città ambrosiana. 

                     E poi: San Giovanni Gualberto e la fondazione dell' ordine dei Vallombrosani; i sette Santi fondatori e la fondazione dell' ordine dei Serviti; santa Giuliana Falconieri e la fondazione delle Mantellate; le grandi articolazioni fiorentine dei Camaldolesi, dei Francescani, degli Agostiniani, dei Domenicani (e di tutti gli altri ordini religiosi, maschili e femminili): pensi per questi ultimi, ai celebri conventi di Santa Maria Novella , di San Domenico e di San Marco con il beato Dominici, sant' Antonino Pierozzi (poi arcivescovo di Firenze), il Beato Angelico e il Savonarola (e tanti altri!) (e tanti altri « minori » ). Pensi ai grandi Santi fiorentini del 1500: san Filippo Neri (e gli Oratoriani che egli fondò) ; santa Maria Maddalena de' Pazzi (ed il Carmelo fiorentino cui essa diede fondamento); Santa Caterina dei Ricci (a Prato). 

                     Ma non è possibile numerarli tutti i santi ed i beati di Firenze (sant' Andrea Corsini; san Filippo Benizi; beata Domenica del Paradiso e tanti altri) : un popolo intiero di santi e beati fiorentini popola il Paradiso : c'è una Firenze anche in Cielo . 

                     Orbene: ciò che accomuna questo esercito di santi e di beati fiorentini è il loro legame organico con la città fanno parte essenziale della storia di Firenze e ne definiscono la vocazione e la missione : sono proprio essi , in certo modo , a determinare il posto di Firenze nella storia della Chiesa e nella storia dei popoli e delle civiltà .

                      Quale questo posto, questa vocazione, questa missione? Ecco, Madre Reverenda, io vorrei poter rispondere così: Guardi Firenze dalla collina di San Miniato e mi dica: non le pare il riflesso in terra della città del cielo? Lo specchio terrestre della Gerusalemme celeste? C'è nel mondo delle nazioni cristiane e non cristiane una città comparabile -per bellezza «teologale»- a questa città ? Vi è città in cui Dio abbia profuso tutti insieme , quasi contemporaneamente , gli uni legati ed ordinati agli altri , tanti doni mistici ed artistici quanti ne ha profuso in Firenze? Si può dire davvero : alla quale han posto mano e cielo e terra ! 

                      Per spiegare questo miracolo insieme mistico ed artistico, religioso e civile,  non c'è che da appropriare a Firenze le parole che il Signore disse a Mosè quando si trattò di erigere, secondo criteri di bellezza suprema  -teologale! -, il tabernacolo dell' Alleanza : « Ecco, io ho scelto espressamente Beselee1... e l' ho ripieno dello spirito di Dio, di sapienza, intelligenza e scienza in ogni  lavoro, per inventare tutto quello che l'arte può fare con l'oro, l'argento, il bronzo, il marmo, le gemme ed i diversi legni... e nel cuore di tutti gli artefici ho infuso sapienza, acciò facciano tutto quello che io ti ho prescritto: il tabernacolo dell'alleanza, l'arca della legge ecc. » (Es. 31, 2 ss .). 

                    Dio ha veramente donato a tutti gli artisti fiorentini (si può dire all' intiero popolo fiorentino) - a Dante come a Giotto, come a Masaccio, come al Beato Angelico , come ad Arnolfo , a Brunelleschi , a Donatello , a Leonardo a Michelangelo al Ghiberti , ai Della Robbia , a Leon Battista Alberti e a mille altri-  la sua sapienza destinata a creare per lui la città tabernacolo più bella della terra! 

                      Urbs perfecti decoris gaudium universae terrae : si può bene ripetere per Firenze ciò che disse Geremia di Gerusalemme . I mistici (i santi) di Firenze sono la radice dalla quale sono germogliati gli artisti di Firenze . Fra gli uni e gli altri (come fra Mosè e Beleseel) c'è un rapporto essenziale di casualità: non ci sarebbero stati i secondi se non ci fossero stati i primi; e se non vi fossero stati gli uni e gli altri la civiltà cristiana -l' intera civiltà umana- non avrebbe posseduto questo autentico fiore del mondo che è , per tutti i popoli , la città di Firenze . 

                       Ecco il posto di Firenze e la vocazione di Firenze nel mondo delle nazioni : essere il vertice, per così dire , della bellezza teologale : il punto verginale di bellezza del mondo: lo specchio che più vivamente riflette sulla città terrena la città celeste. 

                        Perché il Signore ha fatto tutto questo ? Perché Egli ama Gerusalemme, ama la bellezza di Gerusalemme! Perché ama la bellezza di tutte le città che lo accolgono , di tutte le civiltà che lo accolgono, perché desidera che questo amore sia partecipato a tutti i popoli, perché la sua gioia sta nel piantare la Sua tenda accanto alle tende degli uomini!  

                        E per mostrare i livelli cui questo amore può sollevare la civiltà degli uomini Egli crea dei tipi - per così dire - di altissimo livello e di suprema bellezza : e fra questi tipi forse il più perfetto , forse eccolo davanti a noi : Firenze, città sul monte: bella, come era bella - agli occhi di Isaia - la Gerusalemme messianica, irradiante pace e luce.

                        Ed eccoci ora alla domanda: che senso ha tutto questo in ordine alla espansione missionaria della Chiesa (che è la ragione finale dell' intiera storia umana) e quindi, in rapporto alla storia presente ed alla storia futura dei popoli ? 

                         Madre Reverenda, noi non siamo turisti (vacui contemplatori del passato), siamo cristiani: cioè creature di attesa, che aspettano ed affrettano il ritorno di Cristo; che vedono, quindi tutto il moto della storia (e vi cooperano) in funzione dell' ingresso delle nazioni nel corpo mistico di Cristo, che è la Chiesa ! Quindi un punto così singolare -quasi unico!- della civiltà cristiana e umana quale è Firenze , non può che essere un « punto strategico» di quella « geografia della Grazia » , che definisce , diciamo così , l'avanzata di Dio nel mondo .

                        Questa Firenze così singolarmente ricca di grazia e bellezza non può non avere una parte in certo modo determinante  «nella avanzata di Cristo » presso tutti i popoli e tutte le nazioni della terra. 

                          Ed allora: collochi Firenze nella prospettiva di questa avanzata, in mezzo, quindi, ai problemi più drammatici della storia presente e della storia futura della Chiesa e delle  nazioni : problemi della pace nella Chiesa e fra le nazioni; problemi della civiltà meccanica bisognosa di profonde e vaste integrazioni «contemplative » e metafisiche; problemi, perciò, della intiera scala dei valori umani che senza tralasciare i valori materiali di base li ordina a quelli oranti, spirituali , contemplativi , di   vertice : problemi, perciò, dei rapporti   -tanto essenziali!- tra la città di Dio e la città dell'uomo, tra la tenda di Dio e le tende degli uomini . 

                           Ebbene, Ella già vede, Madre Reverenda, la missione cristiana, la vocazione cristiana, proiettata sul presente e sul futuro dì questa città incomparabile: missione di pace, missione di unità , missione di gerarchia di valori, missione di amore per tutti i valori della città dell' uomo e della civiltà dell' uomo in quanto in se rispecchiano i valori della città di Dio e della « civiltà di Dio » . 

                            Rieccoci allora alla domanda: cosa deve fare il sindaco di Firenze (cristiana) se vuole operare in conformità alla missione cristiana della città di cui è capo ?

                            Cosa deve fare? Ecco:  rilanciare da questa  «terrazza della civiltà cristiana », in tutte le direzioni del mondo le speranze più alte della grazia e della civiltà ! Speranze di pace , speranze civili, speranze di Dio e speranze dell'uomo! E questo « rilancio » della duplice speranza - celeste e terrestre - ha costituito, infatti, la finalità fondamentale , la sostanza stessa della nostra azione fiorentina in questi anni ! Mettersi dal punto di vista della   « avanzata » di Cristo (della sua grazia e della Sua Chiesa) nel mondo - come lievito, attrazione e luce dei popoli tutti e di tutte le nazioni - ed operare secondo le esigenze, per così dire, « strategiche e tattiche » di questa avanzata di Dio nella storia degli uomini. 

                      La crisi delle città cristiane e delle nazioni cristiane , anzi di tutte le città e nazioni e popoli dello « spazio di Abramo », consiste essenzialmente nell' essersi staccate dalla casa del Padre ? Nell' avere dimenticato la bellezza e la grandezza del patto che Dio aveva stretto  -attraverso i patriarchi, Cristo, i santi e i profeti-  nel passato con esse ?  Ebbene : operiamo perché questo patto sia ricordato e rinnovato , perché città e popoli si ricordino della casa paterna e tornino ad essa! 

                       Ecco il convegno dei sindaci nella sua finalità essenziale , ed ecco anche il colloquio mediterraneo: che i popoli di Abramo  -che abitano le rive mediterranee- si ricordino della loro vocazione « mistica » che ha in Abramo la prima fondamentale radice: il loro valore ed il loro destino sta in questa vocazione « mistica » di cui essi sono portatori per il bene non solo proprio ma del1'intiera famiglia dei popoli. Firenze ha titolo per richiamare a questa « bellezza e grandezza di ieri », che è destinata a diventare bellezza e grandezza di domani. La crisi dei popoli sta nel pericolo tremendo di una nuova guerra scardinatrice di ogni città e di ogni nazione ? Ebbene : siano i  populorum cangregati sunt cum Deo Abraham e popoli « convocati » - per così dire - in questa città della pace (principes da essa parta un messaggio sempre rinnovato di pace e speranza . 

                      Ed ecco i Convegni per la pace e la civiltà cristiana; fra est ed ovest Firenze può essere nel presente quello che fu nel passato: un ponte che unisce e non una barriera che divide . Il problema più misterioso e drammatico ed urgente della storia presente (della storia di Dio nel mondo) è quello della unità della Chiesa (un problema che condiziona la pace stessa e    l' unità stessa delle nazioni) ? Ebbene: Firenze ha titolo per operare anche qui: perché fu lei ad ospitare il Concilio ecumenico del 1439 che vide (anche se per poco) Chiesa di oriente e Chiesa  di occidente fraternamente unite. 

                        Ed ecco la iniziativa che ci proponiamo di prendere per collaborare , dal nostro posto , alla grande opera di unità , cui mira il prossimo Concilio ecumenico! 

                        La crisi della civiltà presente sta nell'avere spezzato  -o disordinato- la scala dei valori , sottraendo i valori umani alla loro ordinazione « contemplante » e divina ? Il lavoro sradicato dalla orazione ? Non c'è più passaggio graduale ed e ordinato dalla base al vertice ?

                        Ebbene, Firenze ha titolo - per la struttura stessa della sua civiltà, della sua teologia, della sua poesia (Dante), della sua arte - per risollevare al cospetto di tutta la civiltà presente la misura dell'Angelo dell'Apocalisse (21, 15): la sola misura che da l'ordine alle cose dell' uomo e le orienta in pacata bellezza, verso le cose di Dio. 

                         Il problema più drammatico ed urgente del tempo nostro         -tanto per la Chiesa militante (Pio XII, Giovanni XXIII), quanto per la Chiesa trionfante (apparizione di Fatima), quanto per l'intera cristianità e per tutta la famiglia delle nazioni-  è quello della resurrezione cristiana della Russia? 

                          Ebbene: Firenze ha titolo (si pensi al Concilio del 1439 e a Massimo il Greco) per « interferire » in questo problema , dalla soluzione del quale dipende la pace stessa dei popoli. 

                                                      Ed ecco le iniziative degli anni scorsi e quelle prossime (VI Congresso la pace e la civiltà cristiana: nel 1960, se il Signore vorrà): si può anzi affermare che proprio questo problema tanto drammatico ed essenziale per la storia futura della Chiesa e delle nazioni è stato sempre presente in tutte le iniziative fiorentine di questi anni (sin dal I° Convegno per la pace e civiltà cristiana); e Firenze ha una immensa speranza: rivedere presto entro le  mura, in Santa Maria del Fiore, a Santa Maria Novella, nelle sue basiliche e nelle sue case, il patriarca di Mosca, il metropolita di Mosca, ed altri capi della Chiesa russa (come già vide in Palazzo Vecchio ed in Santa Croce, nel 1955, il sindaco di Mosca). 

                          emergono  -e con tanto impeto e rapidità-  in  Asia ed in  Africa , tanti popoli e tante nazioni destinate ad imprimere un ritmo nuovo alla storia del prossimo millennio? 

                          Sono popoli e nazioni che non appartengono ancora allo «spazio di Cristo» pur essendo portatori di tanti valori naturali e di tante ricchezze storiche:

                           possiamo loro offrire in Europa , in Italia , un  «punto   civile » di attrazione cristiana ? Mostrare loro un altissimo modello di lievitazione civile della grazia ? Mostrare loro, con un esempio storico valido, quale sia la potenza creatrice della grazia di Cristo quando diventa lievito dell'  intelligenza e della volontà dei popoli , delle nazioni e delle civiltà . Ed ecco ancora  Firenze centro civile di attrazione cristiana per tutte le genti : maiestate tantum .

                       Torna a 2 (LetteraXXVI, pp. 189-97). Indice .

 

Vai in fondo  3.   Firenze è bella perché toccata dallo Spirito Santo .   Torna su

 

                           Perchè (Firenze è ) così « incantatrice » , così bella ? Perchè fiore e perla dell'universo? La risposta è una sola: perché ne è verginale la struttura, ne è « orante » la destinazione , perchè è trasfigurata , perchè lo Spirito Santo ha, in certo modo, toccato le sue Chiese, le sue pietre, le sue mura, le sue porte, le sue torri, le sue piazze, le sue strade, le sue acque e l' ha resa pura e trasparente: ha riflesso nel suo volto i lineamenti immacolati del volto di Maria e l' ha fatta così, per tutti i secoli e per tutti i popoli, irradiatrice di bellezza, causatrice di serenità, apportatrice di speranza! 

                          Sogno? Idealismo? No: realtà a tutti visibile: basta fare at- tenzione: basta guardare, per essere colpiti da questa bellezza perfetta dalla quale si irradia purezza e luce

                          Chi può testimoniare diversamente? 

                          Architettura maestosa, ma delicata e verginale insieme: pittu- ra dalle forme angeliche, che è tutta luce, tutta pace -il beato Angelico! -; scultura di eleganza sacra, introduttiva del Paradiso; poesia che varca le porte della città eterna e giunge - con Maria e per Maria - sino alla contemplazione suprema: 

                           L ' Amor che move il sole e l'altre stelle. (Par. XXXIII, 145). 

                           Quello che si dice per Firenze si può ripetere per tutte le città medioevali più famose d' Italia, di Francia, d'Europa in genere: città intrinsecamente religiose: dominate dalle cattedrali, dalle abbazie, dalle basiliche, dalle chiese: la cui struttura e la cui destinazione rispecchiano, in diversa misura, la struttura « verginale » e la destinazione « orante » della      « città contemplativa » e che fanno di esse , intrinsecamente , le città di Maria, i poemi di Maria!

                            ..... Dovremmo ora sviluppare ulteriormente la nostra riflessione, per vedere rispecchiata questa struttura « verginale » e questa destinazione « orante » del cristianesimo, della città contemplativa e della città cristiana, nell'intiera civiltà cristiana. 

                            ......Pensi: le cattedrali di pietra (Chartres!) e le cattedrali di teologia (S. Tommaso) e le cattedrali di poesia (Dante); le strutture «formali» trasparenti, della metafisica ; le cattedrali di tutte le arti; le stesse «cattedrali» della politica (i Comuni, la Res publica cristianorum); le «cattedrali» del lavoro (le corporazioni : Orsammichele!) e dell' economia (le arti , i mestieri). 

                            Civiltà che rispecchia nel suo essere e nel suo destino,    l' essere e il destino del cristianesimo che  l' ha in certo modo generata: civiltà mariana: nell' essere, «verginale»; nel destino «orante» .

                          Torna a 3 (Lettera X, pp. 76-77).  Indice

 

  Vai in fondo     4. Firenze civiltà della ResurrezioneTorna su

 

                 Siamo  sempre, del resto, nell'orbita della affermazione di Gesù:    « Io sono la luce del mondo » (Gv. 8, 12); la luce quindi che illumina tutti i popoli, tutte le città, tutte le nazioni , tutte le civiltà: è la luce del Risorto! Il Signore risorto insiste -durante i quaranta giorni della Sua permanenza con gli Apostoli-  su questo punto così essenziale al suo mandato: Illuminate (con la luce della Resurrezione) tutti i popoli (perciò tutte le città, tutte le nazioni, tutte le civiltà) sino agli ultimi confini della terra (Mt. 23, 16 ss.; Atti 1, 8).

                 Il mandato è esplicito, è preciso: illuminare il mondo - tutti i popoli e tutte le città e tutte le nazioni - « a partire da Gerusalemme » (Luca, Atti 1, 8) (è così preziosa, essenziale, questa indicazione di Gerusalemme, come punto di partenza di questa opera di illuminazione di tutta la terra!).

                 Madre Reverenda, il mistero pasquale è essenzialmente          « mistero di luce» : Cristo risorto è il sole che spunta -dopo la notte- per illuminare l' intiero corso della storia e l' intiero corpo dei popoli!

                 Vestiti di luce sono gli angeli annunziatori della Resurrezione; primavera del mondo -prefigurazione ed anticipo di quella eterna- è cominciata il giorno di Pasqua a Gerusalemme; essa proseguirà irresistibilmente il suo corso, vincendo ogni ostacolo e diffondendosi gradualmente su tutta la terra! L' opera di illuminazione del mondo preannunziata, per Gerusalemme, dai Profeti (pensi ad Isaia!) eccola iniziata in questa prima alba pasquale di Gerusalemme: Cristo risorto -a partire da Gerusalemme- lume delle nazioni! 

                  Ritornano di nuovo alla mente le parole profetiche di Simeone: -Lumen ad illuminationem gentium et gloriam plebis tuae    Israël , Madre Reverenda, ebbene: quella « illuminazione » del mondo è operata, si sta operando, si opererà - inarrestabilmente -  nel corso dei secoli ? 

                  La risposta, Madre Reverenda, è evidente: ce la danno anche i fatti! Pensi all'Europa, ai popoli, alle città, alle nazioni, alle civiltà dell'Europa (nel corso di questi duemila anni): malgrado tutto (malgrado colpe, divisioni, errori, tenebre ecc.) quale miracolo di bellezza e di luce non è mai fiorito sulla terra , di Europa!

                  Quale miracolo di bellezza non ci appare davanti allo sguardo, quando si contemplino le città essenziali dell' Italia, della Francia, della Spagna e così via : e che dire di Firenze? La « civiltà della Resurrezione » è fiorita davvero (malgrado tutto) sulla terra di Europa! 

                   La Chiesa l' ha lievitata , questa terra; e ne ha fatto il giardino del mondo! 

                   Lo so: quanti errori, quante ombre in questo quadro, in questa bellezza; e tuttavia esso tiene! 

                   Il campanile di Giotto è là, bello come un giglio; ed è là la cattedrale di Chartres, poema di silenzio e di preghiera! 

                   Ed ora? E domani? 

                   Madre Reverenda, la resurrezione di Cristo sta di nuovo per invadere, con la Sua luce, il mondo intiero!  

                    L ateismo comunista ? Cristo risorto sta per rotolare la pietra del sepolcro! Surrexit, non est hic! 

                    Cose nuove, cose profonde, cose vaste, « cose di resurrezione»   -come a primavera- si preannunziano (malgrado tutto) ovunque! 

                    La pace dei popoli è già (si può ben dire) ormai venuta; la primavera storica è già (si può ben dire) ormai cominciata; l'unità della Chiesa e del mondo è già iniziata; il mistero « unitario » del Tabor (Cristo, con Mosè ed Elia da un lato e san Pietro, san Giovanni e san Giacomo dall' altro lato) appare oggi in una luce nuova, di speranza, nel cielo di Israele e dei popoli! E la Chiesa appare ogni giorno più la luce delle nazioni: Eccle- sia Christi, lumen gentium! 

                     Madre Reverenda, non sogniamo dicendo queste cose. E' vero: vi sono nuvole; ma dietro le nuvole c' è il sole di Cristo risorto e di Maria Assunta! Vi sono nuvole, vi sono venti, vi sono piogge; ma il 21 marzo è già venuto: e la primavera avanza, in modo irresistibile, malgrado queste nuvole, queste piogge, questi venti, su tutta la terra! Il messaggio profetico di Pio XII e di Giovanni XXIII viene ogni giorno più confermato - malgrado le sofferenze - dai « fatti » della Chiesa e dei popoli! La nuova millenaria « civiltà della Resurrezione » sta elabo- randosi nell'intima struttura dei popoli e delle nazioni: Cristo risorto lo può ben dire: - « Io sono la luce del       mondo! ». 

                     Madre Reverenda, certo: vi sono sofferenze tanto pesanti per la Chiesa, in tanti punti della terra; c'è tutto lo spazio comunista; c'è tutto lo spazio « autunnale » : bisogna quindi pregare e non stancarsi mai! La Cina, la Russia, e così via! 

                     Ma la primavera è in atto: bisogna, con la preghiera, «forzarne» amorevolmente lo sviluppo! 

                     Giovedì di Pasqua 1964 (2 aprile).

                   Torna a 4  (Lettera LXII, pp.478-80).  Indice

 

  Vai in fondo  5. Missione di Firenze . Torna su

Vai in fondo     a. Essere un punto d' interpretazione cristiana .    Torna su

                     Egli solo (Cristo) è di questa storia il disegnatore e l'esecutore insieme; Egli ne è l'alfa e l'omega; il principio e la fine; il capitolo primo, il capitolo intermedio ed il capitolo ultimo; perchè la storia (come dice Fornari) altro non è che la biografia di uno solo, di Cristo (tutta la storia,  come la Sacra-Scrittura, non parla  -per chi ha intelletto adeguato per vederlo- che di Lui: Spiegò loro in tutte le Scritture quanto riferivasi a Lui (Lc 24,27).

                      A me pare sempre più chiaro, Madre Reverenda , che proprio questa è la vocazione presente e la missione presente di Firenze : Essere per tutti i popoli in certo senso , un punto di interpretazione cristiana e di saldatura cristiana della storia : essere quasi un ponte che unisce, per così dire, le rive cristiane del passato a quelle cristiane dell'avvenire : che mostra e opera insieme (in qualche modo, come è possibile!) questa necessaria saldatura fra la storia cristiana di ieri e la storia cristiana di domani!                                            

                                             Illusione? Io non credo, Madre Reverenda: i fatti stessi -di così vasta dimensione e ripercussione- di cui Firenze è stata testimone ed attrice in questi dieci anni (1951-1961) e di cui i monasteri di clausura sono stati, in certo modo, gli operatori efficaci (anche se, come le radici, invisibili) , mostrano visibilmente che non si tratta di illusione: si tratta di un « disegno » , che la Provvidenza del Signore -per i Suoi fini di grazia sui popoli e sulle nazioni- attua con esattezza quasi geometrica : un disegno che ha , fra i suoi punti di riferimento più marcati , anche Firenze! 

                       Ella vede, quindi, Madre Reverenda, l'importanza che noi attribuiamo al prossimo terzo Colloquio Mediterraneo: il Colloquio di Pentecoste : il Colloquio che è forse destinato, nei disegni del Signore, a portare una parola profonda di verità storica,  di orientamento storico, di pace e di speranza su tutto lo spazio (ancora tanto tribolato) delle nazioni mediterranee (Algeria, Egitto, Israele, ecc.) e delle nuove nazioni africane.

                        A questo medesimo tipo di « incontri » e di « appuntamenti » , appartiene pure, mi pare, un altro avvenimento importante che avrà luogo esso  pure nella seconda quindicina di maggio: cioè la prima riunione ufficiale solenne, in Palazzo Vecchio, per la fondazione a Firenze della Università Europea

                         Se anche questo avvenimento viene visto nella luce del Signore -quella luce che sola da significato, valore , validità e vocazione     all' Europa- allora esso acquista un significato preciso: appartiene cioè a quegli «appuntamenti di Firenze» coi popoli di Europa e del mondo: appuntamenti destinati -come abbiamo detto-  a saldare in unità la storia cristiana di ieri , con la storia cristiana di domani (con la civiltà cristiana e la cultura cristiana di domani). 

                    Torna ad a  (Lettera XXXVIII, p. 297-98). Indice

 

Vai in fondo  b. Essere città della pace aperta a tutti Torna su

 

                          Discorso del sindaco prof. Giorgio La Pira, per la cerimonia  della Tavola rotonda Est-Ovest. Firenze. 3 luglio 1964.

                          Cari amici, permettete che anzitutto io vi dica con viva cordialità e vivo affetto: « benvenuti a Firenze! ». E permettete che vi dica    « grazie » per la scelta di Firenze come sede di questa sessione della Tavola rotonda: è una scelta che costituisce essa medesima un segno di quella speranza storica di cui voi siete, in certo modo, gli annunziatori , gli analizzatori e gli stimolatori: speranza che sta gradualmente ed irresistibilmente fiorendo in tutta la terra! 

                           Sentitevi a Firenze come a casa vostra: come nelle vostre città; come presso i vostri popoli: perchè questo è il destino storico di Firenze: essere la città della pace, del dialogo; la città di tutti; aperta -con gioia, fraternamente- a tutti i popoli, a tutte le nazioni, a tutte le civiltà, a tutti gli uomini! 

                            E' proprio di pochi giorni or sono (19-24 giugno) un altro congresso simile al vostro: quello del quarto Colloquio Mediterraneo, un Colloquio che ha visto qui idealmente riuniti -in questo significativo salone savonaroliano dei Cinquecento- i popoli dello spazio di Abramo (il popolo di Israele ed i popoli arabi, i popoli, cioè, dello spazio mediterraneo) e di tutti i continenti (specie dell' Africa), qui convenuti per stabilire un dialogo di pace, di tolleranza, di eguaglianza fraterna fra tutti i membri dell'unica solidale famiglia degli uomini! 

                            Convegni analoghi, ormai, si susseguono con frequenza in questo salone, singolare testimone di tanta storia di ieri, di oggi: desidero solo ricordarvi il Convegno del Cospar che qui vide riuniti lo scorso maggio i massimi scienziati nucleari e spaziali del nostro tempo (messaggeri -essi pure anzi essi sovratutto -in certo senso, della pace e della speranza del mondo); il singolare Convegno dell' amicizia giudeo-cristiana che lo scorso maggio riunì fraternamente -attorno al ricordo di J. lsaac-  le rappresentanze in certo modo più alte e qualificate della intelligenza e della spiritualità di Israele e della cristianità; il Convegno mondiale della gioventù, che vide qui riuniti -lo scorso febbraio- giovani di ogni continente raccolti attorno alla comune speranza di un mondo nuovo costruito nella pace e nella fraternità! 

                              Potrei lungamente continuare, cari amici, nell' elenco di questi « convegni della speranza » di cui il Salone dei Cinquecento è stato testimone in questi mesi ed in questi anni (l' ultimo -di domenica scorsa- quello della « Confederation internationale pour le desarmement et la      paix »): ma mi fermo. 

                              Permettetemi solo di ricordare che in questo salone e mediante questi convegni fu piantato nel 1952 l' albero fiorentino della pace (i Convegni per la pace e civiltà cristiana): un albero rapidamente cresciuto sino a diventare nel 1955 quel patto di amicizia tra tutte le città capitali del mondo, che fu qui sottoscritto dal sindaco di Parigi come da quello di Mosca (e di tutte le altre capitali dèl mondo: Pechino compresa: l' Africa ancora non esisteva come continente politicamente indipendente): un albero nel quale drammaticamente spuntarono (nell'ottobre 1958: primo Colloquio Mediterraneo) le prime gemme della pace algerina e mediterranea; un albero che non è senza un profondo rapporto (anche se non visibile e diretto) con quel Patto di Mosca del 5 agosto 1963 col quale ha inizio la strada del disarmo, della conversione e della pace: la strada di Isaia, come noi                l' abbiamo chiamato alla Tavola rotonda di Mosca ,  richiamando le mirabili intuizioni storiche  -oggi così imprevedutamente attuali-  del più grande dei profeti di Israele! 

                              Ecco perchè, cari amici, la scelta di Firenze dà un particolare significato a questa sessione della Tavola rotonda: perchè la si attua nel quadro e nella prospettiva di pace e di speranza storica di cui Firenze, Palazzo Vecchio, il Salone dei Cinquecento, sono quasi la rappresentazione ed il simbolo! Per il fatto che questa sessione si svolge qui, nasce spontaneo nel cuore dei popoli di tutta Europa e del mondo un auspicio profondo di vittoria e di riuscita .   

                                                  Torna a b (Lettera LXIV pp.489-91 ) Indice

 

Vai in fondo  c. Essere il punto di attrazione per tutta la terraTorna su

 

                                                            Sento davvero che questa è la mia vocazione: il Signore ha preso il mio totale nulla (e non faccio retorica!), ha preso le mie «ossa» (come nella immagine di Ezechiele) e vi ha infuso questo soffio missionario che si estende a tutti i popoli del mondo!

                              E' così strano questo fatto: eppure ne ho ogni giorno esperienza .

                              Un nulla radicale che è tuttavia un lievito di speranza a livello di tutte le genti! 

                              La cosa mi reca davvero stupore, quando ci penso: possibile?  Eppure i fatti mi costringono a dire: sì, è possibile; Dio può tutto, anche questo! È così!

                               A me, l'ultimo degli apostoli -diceva san Paolo- è data la grazia di annunziare alle nazioni i divini tesori di Cristo! 

                               Pazienza, non è vero, Madre Reverenda! Il Signore umilia ed esalta; abbatte ed eleva; Egli solo è il creatore della storia individuale e collettiva degli uomini! 

                                E veniamo ora a Firenze (proprio in connessione con questi convegni). 

                                Vede, Madre Reverenda, io penso che bisogna fare di Firenze quanto il Signore dice -nella Sacra Scrittura- a proposito di Gerusalemme: fare, cioè, di questa città bellissima (bellezza teologale!), il centro di attrazione dei popoli del Mediterraneo, dell' Africa nera, degli altri popoli nuovi di Asia. Farli tutti venire a Firenze: questa intuizione di Firenze che fa venire a se tutti i popoli (leva oculos tuos et vide.!) 1' ha manifestata proprio ieri sera, in Palazzo Vecchio, anche il rappresentante  dell'  Africa nera: parlava un linguaggio di livello altissimo che ci ha tutti entusiasmati (e non è ancora cristiano!) . 

                                 Ecco il « programma » che sarà svolto a Firenze se il Signore mi chiamerà ad assumere la guida: fare di questa città cristiana , tanto prestigiosa ,  il punto di attrazione di tutta la terra! Ardimento quasi presuntuoso?  No, atto di fede: semplice applicazione storica ad una città        -che Dio ha collocata sulla cima più alta della civiltà cristiana-  delle parole divine del Salvatore : ... attrarrò tutto a me! 

                                 Questa divina forza di attrazione il Signore l' ha partecipata  e partecipa ai popoli ed alle città che lo hanno accolto e lo accolgono, che diventano -esse pure- luce del mondo e centri di attrazione del mondo! Firenze cristiana che attrae a se tutte le città e tutti i figli della terra: a che fine? Per diffondere su di essa la grazia, la bellezza, la luce, di cui Dio     l' ha arricchita. Poesia? Sogno? Non importano le parole: i fatti restano; questa attrazione della città cristiana esiste e diventa ogni giorno più efficace e potente: si chiami come si voglia: il fatto c'è! Il fatto c'è: e -non si dimentichi mai!-  questo fatto si radica nel suolo misterioso dei monasteri di clausura d' Italia e del mondo! 

                                   Fundamenta Eius in montibus sanctis (Sal. 86). E quando i fondamenti sono costituiti dall'  orazione e sono, perciò, posti da Dio stesso, allora la casa (la città, quindi) è costruita sopra la roccia e non teme le piogge ed i venti! Non è vero? Concludiamo: Madre Reverenda, grazie! Come vede. bisogna continuare con decisione l' opera intrapresa: le elezioni si avvicinano: altra tappa di questo cammino tanto faticoso (è vero!), ma tanto ricco di speranze per la pace degli uomini e la gloria di Dio!

                                   Pregare  dunque sempre: voi pregate e noi, pregando, avanziamo. Verso dove? Verso le terre nuove dei popoli nuovi e delle nuove nazioni (Africa, Asia) che cercano, anche senza saperlo , di entrare nella chiesa di Cristo e nell' orbita di civiltà che da Cristo deriva!  

                                     (6 ottobre 1960 ).

Torna a c  (Lettera XXXII , pp. 237-38). Indice

 

Vai in fondo   d. Essere il cielo storico nel quale in ogni momento di crisi , brilla la stella della pace Torna su

 

                                 E permetta che le domandi:   - mi dica: è vero o non è vero che da quattordici anni il fiume dell' orazione dei monasteri di clausura di tutto il mondo si svolge quotidianamente, senza interruzione ed in modo crescente, verso una « foce » ben precisata (Firenze) e verso un obbiettivo ben determinato (l'unità e la pace della Chiesa e del mondo)? 

                                   E' vero: la cosa è incontestabile. Ed allora? Queste forze di valore infinito dell'orazione (nelle quali noi crediamo!) potevano restare inefficaci? Poteva lo Spirito di Dio, con tanta insistenza e nel corso di tanti anni suscitarle, orientarle verso un luogo tanto qualificato (uno dei luoghi « più alti » della terra; uno dei vertici più elevati della civiltà cristiana ed umana; una autentica città sul monte, consacrata a Cristo Re ed a Maria Regina, messaggera, perciò, della resurrezione di Cristo e di Maria e della regalità di Cristo e di Maria su tutti i popoli della terra) e verso un fine così preciso (la pacificazione e la unificazione, e la elevazione dei popoli di tutta la terra nella nuova epoca spaziale della storia), senza fare spuntare sul cielo di questa città preziosa « la stella del mattino », la stella della speranza, l'arcobaleno della pace? 

                                   Risponda Lei, Madre Reverenda; e la risposta non può essere che positiva! 

                                   Nella strategia della storia presente della Chiesa e dei popoli lo Spirito Santo -« sollecitato » fervidamente dall'orazione dei monasteri di tutto il mondo-  ha scelto un luogo qualificato per farne  -in certo senso-  la dimora della speranza e la dimora della pace! 

                                  « Qui posuit fines tuos pacem » . 

                                  Lo Spirito del Signore -creatore della storia del mondo- ha messo Firenze - (come Gerusalemme) a servizio della pace della unità e della civiltà che devono inevitabilmente fiorire in Israele ed in tutte le nazioni, in questa nuova millenaria epoca spaziale della storia del mondo. 

                                  Ci illudiamo? Ma, Madre Reverenda, stiamo ai fatti e permetta che Le faccia questa nuova domanda: ha presente la « curva dei grandi eventi » che hanno caratterizzato questi ultimi dieci anni della storia della Chiesa, di Israele e di tutte le nazioni? I « fatti » dell' Italia, della Francia, dell'Europa; i « fatti » della Russia (e dei paesi comunisti: ora, specialmente, quelli della Cina e dell'Asia); i « fatti » della Palestina, di Israele e degli Arabi (del Mediterraneo); i « fatti » dell' Africa; ed i « fatti » dell'America (di ieri, con Kennedy, e di oggi: al nord ed al sud).

                                 E poi: i grandi « fatti » della Chiesa: i « fatti » di Pio XII (ricorda le tre udienze invisibili? Il discorso di San Giuseppe 1958? La morte - 9 ottobre 1958 ? ) ; i « fatti » di unità e di pace di Giovanni XXIII (l'elezione - 28 ottobre 1958; la indizione del Concilio - 25 gennaio 1959; l'apertura del Concilio - 11 ottobre 1962 ; la Pacem in terris - 11 aprile 1963; la morte - 3 giugno 1963); i « fatti » di Paolo VI (l'elezione - 21 giugno 1963; il viaggio di Palestina - Epifania 1964; il viaggio di Bombay - dicembre 1964; l'enciclica Ecclesiam suam). 

                                 Fatti della Chiesa e fatti delle nazioni: gli uni organicamente intrecciati con gli altri in vista di un unico movimento, di un unico fine: quello di introdurre tutti i popoli nell' età nuova, spaziale, del mondo: l'età della regalità di Cristo, l'età della inevitabile pace, unità ed illuminazione dei popoli di tutta la terra!

                                Madre Reverenda, come chiaramente si manifesta -vedendo questi fatti nel loro insieme, nell'unico tessuto che organicamente li unisce e  li finalizza-  la mano potente e delicata della Provvidenza (dello Spirito Santo!), che questi « fatti » ha suscitato ed ordinato per il bene temporale ed eterno della intiera famiglia umana!

                              Alzate lo sguardo e vedete! Ebbene, Madre Reverenda, mi dica: - è vero o no che tutti questi fatti della Chiesa e delle nazioni verificatisi nel corso di questo decennio (fatti che hanno davvero mutato « per millenni » la storia del mondo: basti solamente citare Giovanni XXIII e Kennedy!) sono stati, per così dire, « sollecitati » con la preghiera ed « anticipati » con la speranza che, malgrado tutto e nonostante tutto (spes contra spem), è rimasta sempre accesa nei monasteri ed a Firenze? 

                                                        Ecco il fatto che va messo in rilievo se vogliamo renderci conto del « posto» che nella strategia storica presente -della Provvidenza, perciò- ha occupato Firenze (ed i monasteri di clausura che vi si coordinano) in tutti questi anni ed in tutti questi eventi; un « posto» che gli attuali mutamenti amministrativi (dovuti alle « piccole» e « chiuse » tattiche dei partiti!) non possono in nessun modo eliminare! 

                           Come fare a spezzare un sistema di forze e di speranze -un fortilizio!- che, con tanta evidenza, lo Spirito del Signore (la « storia» direbbe un hegeliano ateo) ha creato a Firenze per la pace, l 'unità e la civiltà del mondo ? 

                           Ecco, Madre Reverenda, come noi vediamo le cose; come noi analizziamo la storia presente della Chiesa, di Firenze e dei popoli. Il nostro Strumento di analisi ricerca tutte le componenti del moto storico: e fra queste componenti ne considera una, in modo speciale (perchè fra tutte -come noi crediamo- la più efficace, la più motrice, la più finalizzatrice del moto storico), ed è la preghiera! La preghiera finalizzata,  « pianificata»  dei monasteri; questa preghiera che da quattordici anni si svolge, come un fiume, verso un luogo (Firenze) e mira ad un fine: l'unità della Chiesa (a partire da Abramo!) e la pace millenaria delle nazioni

                         Madre Reverenda, come mai -abbiamo detto all'inizio della circolare- quando nuvole di disunione e di guerra spuntano nel cielo delle nazioni, la stella della speranza e della pace riappare più luminosa nel cielo di Firenze? Vietnam (e Cina)? San Domingo (ed America Latina)? Medio Oriente (Israele-Arabi)? L 'orizzonte si annuvola gravemente in questi tre punti nevralgici del mondo? Ecco la stella della speranza riapparire nel cielo di Firenze: malgrado tutto -ridice con nuova energia il messaggio di questa    « stella del mattino »-  la guerra nucleare non si fa; gli equilibri turbati, anche se gravemente, si ricompongono; l'inevitabilità della pace si riafferma! 

                       Come mai questo immancabile, misterioso appuntamento -nel cielo della storia presente- fra le nuvole che minacciano la guerra e la stella di Firenze che preannunzia il sereno? Come mai? Scendete con l'analisi -noi diciamo- sino alle componenti in radice della storia attuale del mondo; scendete, con questa analisi, sino a trovare la componente più determinante quella della preghiera: quando avrete incontrato questo fiume misterioso   dell' orazione che attraversa la storia del mondo -questo fiume che passa da Firenze! -,  allora troverete la risposta che cercate! 

                      Come mai? La risposta non può essere che questa: -perchè nella strategia di amore dello Spirito Santo-  una strategia « sollecitata e     sostenuta » dalla orazione dei monasteri di clausura di tutto il mondo , questo è il posto assegnato oggi a Firenze: essere il cielo storico nel quale, in ogni momento di crisi, brilla -senza affievolirsi mai- « la stella del mattino la stella della speranza, la stella della pace

                     Giovanni XXIII  (per un verso) e Kennedy (per l'altro verso) hanno -in certo senso-  consegnato a Firenze il loro messaggio: e Firenze fedelmente -malgrado tutto- lo custodisce per la pace, la gioia e la speranza della Chiesa e dei popoli! 

                    I mutamenti amministrativi fiorentini di questi ultimi mesi (piccolo prezzo - sempre inadeguato!- di una speranza tanto grande!) non mettono sotto il moggio la lampada di Firenze che il Signore ha posto sul candelabro per la speranza mondo! 

                   Madre Reverenda, ecco il quadro di forze e di pensieri entro cui si situa il prossimo incontro fiorentino di Pentecoste (relativo alla « pace di Gerusalemme » e preparatorio del Colloquio di autunno): il « fiume dell'orazione » si muova con grande impeto verso questo « punto » -la «pace di Gerusalemme, la «pace di Israele e di Ismaele » -, attorno al quale si muove (ed in modo tanto  accelerato!) la storia odierna del mondo. 

                   Bisogna vincere: bisogna, cioè, che la pace torni ad abitare a Gerusalemme, la città della pace. Gesù lo vuole; la Madonna lo vuole; gli Apostoli lo vogliono; lo vogliono i Patriarchi ed i Profeti; lo vogliono tutti i santi del cielo; lo vogliono tutti i popoli della terra: lo esige la Strategia della Provvidenza che non può introdurre  -per così dire- i popoli della nuova epoca spaziale e millenaria della storia, senza aver prima pacificato Gerusalemme! 

 Torna a d (Lettera XVIII, pp. 523-26) Indice

 

Vai in fondo  e. La Chiesa di Firenze è Chiesa sul monte , a cui è congeniale l' irradiazione missionariaTorna su

                    Chiesa di Firenze,  Chiesa sul monte, cui è congeniale l'irradiazione missionaria e l'attrazione missionaria in tutte le direzioni della cristianità e del mondo! 

                    E dalla Chiesa, Madre Reverenda, passiamo ora alle città che la Chiesa come madre ha generato alla grazia, alla storia, alla civiltà del mondo.

                    Urbs perfecti decoris, gaudium universae terrae (città di perfetta bellezza, gioia di tutta la terra), come diceva Geremia di Gerusalernme.

                    Fundatur exsultatione universae terrae mons Sion (Sal.47): Sion è fondata per recare esultanza a tutta la terra.

                    Fundamenta eius in montibus sanctis (Sal 86): città cioè edificata sui fondamenti di roccia della Chiesa e della Santità.

                    Ebbene, Madre Reverenda, possiamo ripetere per la città di Firenze come tale (pel popolo di Firenze come tale , per la civiltà di Firenze come tale) che ad essa pure è congeniale -risponde alla sua anima, alla sua vocazione storica, alla sua missione storica- essere a suo modo, nella sua orbita civile centro missionario di irradiazione, di attrazione e di pace, per tutti i popoli, per tutte le genti

                    Possiamo in qualche modo, per analogia, trasferire a Firenze -in rapporto alla missione che essa deve esplicare nella civiltà cristiana- la visione messianica che di Gerusalemme ebbe il profeta Isaia (e i profeti di Israele)? 

                    Penso,  Madre Reverenda, ai testi più celebri di Isaia: « ... Sorgi, risplendi, o Gerusalemme... alza il tuo sguardo in giro e guarda; tutti costoro (le genti) si sono raccolti attorno a te, sono a te venuti » (60, 1-5 ecc.). 

                    E sarà negli estremi giorni il monte della casa del Signore preparato in cima ai monti, innalzato sopra i colli e vi afluiranno tutte le genti. E popoli numerosi accorreranno dicendo: -venite, saliamo al monte del Signore e alla casa del Dio di Giacobbe... E giudicherà le nazioni e farà da moderatore fra le moltitudini dei popoli; e trasformeranno le loro spade in  vomeri e le loro lance in falci e non brandirà più spada gente contro gente e non si eserciteranno più oltre a far guerra (Is. 2, 2 ss.). 

                     E penso pure al testo dell'Apocalisse, relativo esso pure alla Gerusalemme messianica: « ... E cammineranno le genti Sua luce, e i re della terra porteranno ad essa la lor gloria e l'onore » (Apoc. 21, 24-26).

                     Si sa: la nostra « trascrizione » è analogica: Firenze non è -è inutile dirlo tanto la cosa è evidente!- la Gerusalemme messianica, la città messianica che i Profeti vedono disegnarsi nell' orizzonte storico del futuro: e tuttavia questa trascrizione analogica ha una sua validità, perchè sono  i fatti storici medesimi ad indicarla.

                      Lo spirito  di  irradiazione universale , di attrazione universale delle città e delle genti, è congenito a questa città tanto singolare; a questo autentico vertice della storia e della civiltà cristiana.

                      Già a1 tempo di Dante, il nome di Firenze è diffuso nel mondo intiero. 

                      Firenze è, già in quel tempo, un centro essenziale della cristianità e del mondo. La dimensione operativa delle città è mondiale:          Si faccia -decreta la Signoria, la Cattedrale più grande e più bella del mondo intiero- . 

                      Tutta la meditazione, l'arte, l'attività economica, commerciale, finanziaria, politica delle città, possiede questa dimensione del mondo.  Non a caso la più celebre scuola cartografica -quella che fornì a Cristoforo Colombo le carte necessarie per la sua arditissima navigazione verso il nuovo mondo- sorge proprio a Firenze . 

                       E non a caso, da Amerigo Vespucci, fiorentino, scopritore   dell' America Latina, prese nome il nuovo Continente! E Giovanni da Verrazzano, fiorentino, mette piede per primo sull' isola ove sorgerà più tardi la più grande città degli Stati Uniti e del mondo: Nuova York. 

                       Non si tratta di fatti ed avvenimenti marginali, causali , si tratta di un disegno organico che la Provvidenza svolge nella storia della cristianità e del mondo, a partire da Firenze, facendo centro su Firenze (un « punto di forza » di Dio nel mondo: Israël potestas eius!). 

                        Ed a questo disegno organico della Provvidenza che fa di Fi- renze un « punto di forza », un centro Storico di irradiazione e di attrazione, un centro storico di gravitazione e di mediazione fra i popoli, bisogna ricondurre, fra l'altro, l'evento del Concilio fiorentino del 1437: il Concilio della mediazione e della partecipazione fra Chiesa di occidente e Chiesa di oriente, un Concilio la cui portata provvidenziale viene in rilievo proprio oggi, cinque secoli dopo: in questo anno 1960 che vede rapidamente avviarsi a realizzazione il prossimo Concilio ecumenico, che è, quasi per definizione, un Concilio dedicato alla conciliazione, alla mediazione, alla unità e alla pace fra la Chiesa di occidente e la Chiesa di oriente .

                         Era questo disegno organico della Provvidenza, ciò che        Savonarola così precisamente scriveva quando, rivolto alla città, da Santa Maria del Fiore con tanto veemente amore la investiva: - Firenze, Firenze! 

                         Ebbene, Madre Reverenda, veniamo ai nostri giorni: veniamo alla storia drammatica (per la Chiesa e la cristianità e pel mondo intiero) del tempo nostro! Questa storia che investe tutte le nazioni; che vede genesi imprevedute e spettacolari di popoli e di nazioni (l'Africa, l'Asia); che vede allargarsi a dismisura lo Spazio dei cieli; che vede così radicalmente discussa la validità stessa del cristianesimo, della Chiesa, dell' adorazione del Dio vivente; che vede il ritorno di Israele, il risveglio di Ismaele; le drammatiche incertezze delle nazioni cristiane di Europa ancora assopite: su questa storia di oggi, carica di tanti rischi e di tanta grandezza per la storia di domani, questo punto di forza Storico, che nel disegno della Provvidenza è Firenze, è rimasto inoperoso , inutile, assopito? O invece, ha generato, ha osato, ha Creduto, ha sperato? Ha nel nome di Cristo lanciato le reti? La vocazione storica di Fìrenze  -essere cioè centro di irradiazione, cristiana e civile, di attrazione, cristiana e civile, di pace cristiana per tutte le città e per tutte le genti-  si è ancora una volta operosamente e efficacemente manifestato nella storia di oggi? 

                        Madre Reverenda, ancora una volta la risposta va desunta dai fatti: parlino gli avvenimenti, che hanno caratterizzato in questi anni dal secondo dopoguerra la vita publica di Firenze .  Cosa sono stati i cinque convegni per la pace e la civiltà cristiana ( che hanno visto radunate a Firenze quasi tutte le nazioni della terra) ? Cosa è stato il convegno dei sindaci delle capitali (che ha visto radunate a Firenze tutte le capitali del mondo comprese  le capitali del mondo comunista dell'Est)? Cosa sono stati i due Colloqui mediterranei (che hanno visto Firenze, malgrado la la loro situazione di guerra, Israele, i popoli arabi e le nazioni cristiane del Mediterraneo)? 

                        Cosa sono stati i viaggi del Sindaco di Firenze (si resta sempre tali!) nelle parti più «nevralgiche» del mondo ? In Marocco , nel Medio Oriente (Libano , Siria , Giordania , Israele , Egitto) in Francia (Lourdes, Parigi ecc.)  ,  in Portogallo (Fatima) , a Mosca ?  E' chiaro: sono stati interventi vivi , efficaci , nella drammatica vicenda storica del tempo nostro; sono stati esercizio di quella vocazione e missione di Firenze, che consiste nell' attrarre a se -sulle sue «colline»- le città e le nazioni per irradiare sopra di esse -per così dire- una luce di grazia ed una speranza di pace!     

                         Madre Reverenda, quale continuità di azione, di irradiazione, di mediazione, nel corso dei secoli! 

                         Come ieri, così oggi: Firenze non è venuta meno alla vocazione di cui il Signore l' ha arricchita, alla missione che Dio le ha conferito: luce e pace delle nazioni

                         E domani? E' chiaro: continuare! Cioè, essere docile alla azione della Provvidenza che vuole servirsi di questo eccezionale punto di forza storico per vincere il demone della guerra; per vincere  il demone dell'ateismo e del materialismo; per spargere una  luce cristiana ed una speranza civile cristiana sui popoli nuovi di Africa e di Asia; per « svegliare » le nazioni cristiane di Europa (e dell'America Latina); per operare una convergenza fraterna tra le tre famiglie abramitiche dei popoli che abitano il Mediterraneo e che sono insieme destinate a tenere sollevata in alto, nella storia di oggi ed in quella di domani, la lampada di adorazione del Dio vivente: cui è assegnato il compito assegnato al piccolo Samuele: -perchè la lampada del Tempio sia sempre accesa, e non le faccia mai difetto l'olio di ulivo che la alimenta!- .

                         Si sa, è inutile dirlo: di questi punti di forza la Provvidenza  ne suscita tanti nel corso dei secoli e lungo lo spazio delle nazioni; e tuttavia è indubitato che, come nel passato, anche nel tempo presente uno dei più marcati fra questi punti di forza è costituito appunto da Firenze. 

                         Ecco, Madre Reverenda, il senso ultimo delle prossime elezioni fiorentine e della prossima elezione del suo sindaco. 

                         Rimettere in operazione, per così dire, questo punto di forza; fare prendere più propria coscienza al popolo fiorentino della vocazione e missione di Firenze; e procedere arditamente oltre, in questa opera di attrazione, di irradiazione, di pace! 

                         E sin da ora le direttrici della nostra azione futura sono ben chiare: faremo, infatti, e subito - nel 1961 - se il Signore vorrà , le  seguenti cose : 1. il terzo Colloquio Mediterraneo; 2. il Convegno dei sindaci delle città capitali del Mediterraneo e dell' Africa nera; 3. il « gemellaggio » fra Firenze (vertice della civiltà cristiana) e Fez (vertice della civiltà araba-islamica);  4. un centro di incontri e di studio fra i giovani più pensosi e  responsabili dei paesi mediterranei; 5. un convegno -nel nome di Galileo- dei più alti scienziati, tecnici e industriali atomici e spaziali (opere di pace!), 6. e, pensiamo, il VI Convegno per la pace e la civiltà cristiana. 

                          Come Ella vede, Madre Reverenda, non si tratta che di continuare un itinerario già tracciato ed in parte battuto negli anni passati: di continuarlo con una consapevolezza più propria 

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Vai in fondo   f. Politica culturale congeniale a Firenze Torna su

 

                        Una politica culturale congeniale a Firenze. Che significa? Madre Reverenda, per rispondere bene a questa domanda, bisogna avere, anzitutto, presenti il contenuto e le dimensioni della crisi attuale del mondo. 

                       Apra, idealmente, la carta geografica: consideri l'immenso spa- zio occupato dalla Russia comunista e dalla Cina comunista (spazio non tanto geografico, quanto sovratutto culturale e politico); consideri anche lo spazio che occupa nell'altra parte del mondo (cosiddetto mondo libero) la cultura      «separata  (cioè, in ultima analisi, materialista). 

                        Dove sta la crisi di tutta questa « cultura separata » che fa ombra su tanta parte della terra (dei popoli delle civiltà)? 

                        Appunto: nella « separazione » dalla teologia: o addirittura nella eliminazione radicale, nella negazione radicale, di ogni teologia trascendente; in una parola  nella negazione teoretica e pratica di Dio   (e, quindi, di Cristo e della Chiesa). 

                        Come Ella vede, dunque si tratta, di una cultura atea nel senso più tecnico del termine ! 

                        Ebbene, Madre Reverenda, in contrapposto a questa cultura atea (così intrinsecamente falsa e tanto praticamente, politicamente e storicamente perniciosa), quale è la cultura congeniale di Firenze? 

                        Cioè quale è la « visione del mondo » -nel che, in ultima analisi, consiste la cultura- che ha illuminato nel corso dei secoli la mente del popolo fiorentino, e si è espressa in monumenti davvero perenni di poesia (Dante), di architettura, pittura, scultura (da Amolfo a Brunelleschi a Leon Battista Alberti e Michelangelo; da Giotto a Masaccio, al Beato Angelico, a Leonardo; da Donatello al Ghiberti ai Della Robbia); di pensiero filosofico (tutta la rinascenza platonica, penetrata di luce cristiana, operatasi proprio a Firenze -dopo il crollo di Costantinopoli -, dove la cultura greca aveva trovato felice rifugio); di scienza (Leonardo, Galileo, Torricelli ecc.). 

                         La città tutta quanta, nella sua medesima strutturazione urba- nistica (centrata sulla cattedrale e su Palazzo Vecchio e tutta articolata di basiliche, di monasteri, di palazzi, di botteghe, di case) è un documento          « trasparente » -per così dire- di questa visione del mondo che, non senza una particolare « ispirazione » , illuminò per secoli la mente del popolo fiorentino e ne guidò l' azione « missionaria » -religiosa e civile- nel mondo intiero. 

                        Se vogliamo dare una « visibilità » a questa cultura fiorentina, possiamo vederla attraverso le più celebri biblioteche fiorentine: la Biblioteca michelangiolesca di San Lorenzo (la Laurenziana); la Biblioteca di San Marco; la Biblioteca di Santo Spirito; di Santa Maria Novella; di Santa Croce e così via; e la collina di Arcetri (sede della sperimentazione e della meditazione di Galileo!). 

                        Madre Reverenda, quali altezze di pensiero, di arte, di poesia, di scienza! Le vette più alte raggiunte dalle meditazioni umane e dalle creazioni artistiche e scientifiche umane!

                        Ebbene , tutte queste vette gravitano attorno alla «vetta» suprema : Dio e Cristo! 

                        Omnia traham ad meipsum (Gv. 12, 32): siamo davvero nella realizzazione piena della « profezia » di Gesù: omnia ad Te traxisti saecula (come dice san Gregorio Magno!). 

                         La teologia e la cristologia governano dal di dentro, come luce, come lievito, come causa finale, come principio di ordine e di bellezza, l'edificio totale (scientifico, artistico, letterario, filosofico ecc.) della cultura fiorentina. Edificio michelangiolesco davvero! Teologia divenuta poesia (Dante); divenuta arte (architettura, pittura, scultura); divenuta  filosofia (Marsilio Ficino ecc.); divenuta scienza sperimentale (fisica, astronomia, chimica, ecc.: Leonardo, Galileo, Torricelli ecc.). Teologia diventata -in certo senso civile- popolo e città: Firenze e il popolo di Firenze! 

                         Ecco la « cultura » congeniale a Firenze. 

                         Ebbene, Madre Reverenda, questa cultura è morta? Declino dell' Occidente (come è stato scritto su un libro tanto famoso quanto errato)?

                         No tutt' altro: può dirsi solo in certo modo, sopita . Perchè la cultura scientifica moderna -quella stessa atomica e spaziale; quella stessa  a struttura matematica e tecnica- non è che prosecuzione sperimentale e logica della scienza (fiorentina in tanta parte) galileiana !

                         Cioè siamo sempre ineluttabilmente condotti ad una fisica, sostenuta da una metafisica ed illuminata da una teologia. 

                        La più moderna scienza fisica e spaziale -malgrado le sue più grandi audacie sperimentali e teoretiche- non potrà mai spezzare il vincolo organico che la lega (attraverso la causa finale ed il principio di ordine cui necessariamente obbedisce) alla metafisica ed alla teologia.   

                        È vano tentare di spezzare questo vincolo che esiste in re         ( vincolo reale) e che la meditazione umana più alta (da Aristotele -e già da prima- sino a san Tommaso, a Galileo, a Newton così via) ha definitivamente a se acquisito. 

                        « L ' ateismo scientifico » è un autentico infantilismo scientifico! Lo dissi al Cremlino: l'ateismo ? un infantilismo deteriore che non è davvero titolo di onore per un popolo che vuole essere nella storia popolo guida!

                         Torniamo a Firenze, alla politica culturale congeniale di       Firenze: una politica culturale che si inserisce nel grande dramma odierno della cultura « atea » del mondo comunista e non comunista. 

                         Cosa fare, a Firenze? Chiaro: rilanciare questa cultura fiorentina di altissimo livello insieme fisica  (cioè scientifica), metafisica, teologica, artistica, civile. Rilanciarla, come cultura integrale, nutrita di sacra scrittura , illuminata dalla teologia (tomista) e tessuta con i fili più preziosi della più perfetta e permanente cultura classica, mediterranea (greca, latina , araba, europea).

                                                 Questo rilancio è un servizio prezioso, insurrogabile, direi   essenziale, che Firenze renderà alla cultura del mondo intiero; come una luce che servirà a fugare le nebbie dell' ateismo che ancora prospettano tanta ombra sulle conquiste sperimentali e teoretiche -davvero gigantesche- della scienza moderna (specie nucleare e spaziale). 

                          Gli strumenti di questo rilancio ? Madre Reverenda, la domanda è complessa: tuttavia Le dirò: vi sarà a Firenze una Università europea; ed io ho già fatto dei passi presso il Maestro Generale dell' ordine domenicano (e presso i più autorevoli Padri domenicani di Parigi) perchè sorga a Firenze uno studio teologico che sia al livello dei grandissimi problemi economici, scientifici,  tecnici, politici,  sociali, che interessano la edificazione di una civiltà nuova a dimensioni mondiali (teologia delle           « realtà terrestri » come dicono). 

                            Fare oggi a Firenze, ciò che fece nel 1200 san Tommaso a Parigi: battezzare Aristotele e l'intiera cultura che da lui dipende: battezzare, cioè, la tecnica, la scienza, l'economia, la politica, ecc., dando ad esse saldi fondamenti di teologia.

                            Ciò significa continuare una autentica tradizione culturale, teologica e storica fiorentina; perchè fra Dante e Galileo, fra Giotto e Leonardo, fra la fede, cioè, la mistica, l' arte, la scienza, non vi è contraddizione: ma -in certo senso- ordinata continuità e gerarchica armonia! 

                             Fides quaerens intellectum (sant' Anselmo), per un verso; ed intellectus illuminabitur a fide, per l'altro verso. 

                            Diremo agli scienziati russi (o americani): venite ad Arcetri e vedrete come la collina di Arcetri sia in collegamento organico , interno, illuminante, con la Biblioteca di San Lorenzo e con il Convento e la Biblioteca di San Marco! 

                            Teologia, metafisica, fìsica (scienze), arte, politica, economia. 

                            Ecco un organismo di pensiero diventato città: Firenze. Questa città sempre viva, che si appresta a rilanciare il suo permanente messaggio culturale nella direzione dell' Europa, del Mediterraneo, del mondo! Va e parla! Ritornano alla mente le parole infuocate del Savonarola: Firenze Firenze , se tu conoscessi ecc.

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Giorgio La Pira

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