L'ETICA CRISTIANA E' UN'ETICA DI RESURREZIONE

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(Da: Olivier Clement, Riflessioni sul Natale, Roma, Lipa 2004, pp. 11-12)

 

                Homo maximum perché inseparabile dal Dio segreto di cui egli svela la misericordia liberatrice, non è separato da niente, da nessuno. Il pane è il suo corpo, il vino il suo sangue, e tutto quanto gli succede, succede a noi.

                Quando sulla Croce grida quasi simultaneamente Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato e Padre nelle tue mani affido il mio spirito, la luce della vita riempie l'abisso che si era scavato tra il divino e l'umano. Dio si rivela nell'uomo e l'uomo si compie in Dio. La risurrezione non è la rianimazione di un cadavere, ma il germe della trasfigurazione del mondo. In Cristo sotto il soffio e il fuoco dello Spirito l'uomo trova pienamente la sua vocazione di Creatore Creato , chiamato a trasformare la Passione della Storia in Risurrezione. Ormai Dio combatte con noi, soffre e muore con noi, risuscita con noi. La vita eterna comincia da quaggiù. L'Etica cristica è un'etica di risurrezione

                Essa non si iscrive in un moralismo, ma in una ispirazione creatrice, prima di tutto viene la persona e la comunione delle persone. Perché il sabato è per l'uomo e non l'uomo per il sabato. Se l'Assoluto si è rivelato volto, ormai ogni volto testimonia l'Assoluto. La Chiesa diceva un grande spirituale dei primi secoli è questa prostituta che Cristo non cessa di lavare nel suo sangue per farne la sposa senza macchia. Essa non ha limiti: dappertutto l'uomo è il sacramento di Dio per l'uomo: Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare...ero forestiero e mi avete ospitato...ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo dei miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me (Matteo 25) .

 

FINE

 

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