L'EREDITA' DI SAN TOMMASO

Da:  G.K. Chesterton,  San Tommaso d'Aquino, Verona, Fede & Cultura, 2008, pp. 104-10; Titolo originale del capitolo : Cap VIII L'Eredità di San Tommaso .

VAI IN FONDO

G.K. Chesterton

HOME

VAI IN FONDO

Guercino, San Tommaso assistito dagli Angeli (Part.), 1662, Bologna, Basilica di San Domenico

                Si disse sovente che San Tommaso a differenza di San Francesco, si proibì nelle sue opere, l'elemento poetico; infatti egli non parlò mai dei piaceri che la natura ci procura, dei fiori, degli uccelli, delle piante. Pure leggendolo ci pervade una particolare impressione, un sentimento analogo a quello da noi provato ammirando dei dipinti : ad esempio quelli dei migliori artisti moderni, allorché nei loro quadri, una luce strana, quasi cruda, illumina oggetti rigidamente rettangolari. E ciò forse perché San Tommaso possiede qualità primitive, nel senso migliore di questo vocabolo non sempre ben adoperato. Egli, come i pittori, parla senza parole : della parola non subisce né i vantaggi né gli svantaggi. Quale contrasto con Sant'Agostino, il prosatore poeta, dallo stile ricco e fiorito! Tuttavia l'opera del d'Aquino è tutta soffusa da un intima, profonda, poesia, che illumina l'intero suo pensiero: egli colpisce non solo il nostro intelletto ma anche la nostra immaginazione.

                Nei suoi scritti gli oggetti diventano parte integrante dell'intelletto; anzi l'intelletto diventa soltanto oggetto: non crea l'oggetto. In altre parole l'oggetto è un oggetto che può esistere ed esiste al di fuori dell'intelletto di cui diviene una parte. L'intelletto dopo avere aperto porte e finestre all'attività naturale dell'interno della casa, tenta trovare cosa vi sia all'esterno.

                Esso non è puramente ricettivo: non si limita ad assorbire le sensazioni simile a carta assorbente: è ben lungi dal materialismo, il quale considera l'uomo completamente servile all'ambiente che lo circonda.

                In San Tommaso il concetto della vita assume un carattere straordinariamente virile, quasi ardito. Il suo eterno buon senso gli dice che due fattori devono lavorare: la realtà e il riconoscimento della realtà: e poiché in lui l'incontro di questi due fattori crea un fecondo connubio, si può affermare che la filosofia tomistica, è la sola veramente feconda; essa produce risultati pratici.

                Il Maritain ricorse ad una fulgida metafora: i fatti esterni fecondano l'intelligenza come l'ape feconda il fiore. Su questa unione si fonda l'intero sistema di San Tommaso : Dio ha dato all'uomo la facoltà di venire a contatto con la realtà, e ciò che Dio ha unito, l'uomo non può distruggere.

                Il tomismo possiede una Particolare qualità costruttiva: mentre gli speculatori più recenti sono ai primi gradini e dibattono ancora vivamente la questione se potranno o no possedere gli arnesi adatti per edificare la casa, il d'Aquino d'un balzo è già in cima alla scala, intento a costruire il suo grande palazzo. Egli è in anticipo d'un secolo, non soltanto sul suo tempo ma ancora sui nostri perché ha gettato un ponte sugli abissi del primo dubbio, al di là del quale ha trovato la realtà: e su di essa, sicuro ha incominciato a edificare. Il suo ragionamento ci dà fatti, non parole, a differenza di Kant e Hegel, egli ha una fede che è ben lontana dall'avere un dubbio sulle questioni del dubbio; non quella che comunemente si chiama una fede basata sulla fede, ma una fede basata sui fatti. Da questo momento egli deduce, sviluppa, decide, come chi, fondata una città, si riconosce il diritto di governarla. Prima di lui nessun filosofo aveva mai pensato alla realtà delle cose, né alla realtà dei sensi.

                Da tutto questo si comprende che San Tommaso tratta le questioni sociali in rapporto a quelle spirituali; e non solo se ne impadronisce, ma le tiene in una morsa di ferro nascosta sotto il guanto di velluto.

                Liberale e ottimista in relazione alla sua epoca, egli fu anche buon profeta: per primo previde il pericolo che già ai suoi tempi si delineava all'orizzonte e che doveva ai giorni nostri approdare a un completo collasso universale. Egli disapprovò ogni genere d'usura. Costatò che tutte le produzioni destinate alla vendita sono inferiori a quelle destinate al consumo .

                E qui paradosso della storia, il sistema tomistico paragonato ad altre filosofie -il buddismo, il monismo, il calvinismo, la teosofia- non solo è il più attivo, ma ancora il più produttivo e il più ricco in speranze feconde sia nel campo sociale che in quello politico .

                E allora perché il tomismo non ebbe conseguenze immediate alla morte di San Tommaso ?

                Il XIII° secolo segna è vero, un grande progresso sociale, e il medioevo ha assai migliorato le condizioni del contadino. Onestamente però non si può asserire che la Scolastica abbia fatto grandi passi. I Frati e San Tommaso coi loro profondi sentimenti di giustizia e la loro carità, ebbero certamente una notevole influenza sul mondo d'allora e apportarono non pochi miglioramenti. Ma nel campo del metodo intellettuale, ogni promessa parve degenerare con strana rapidità, almeno tra gli Scolastici che della Scolastica parvero assorbire l'elemento meno elevato per renderlo peggiore. Essi continuarono a contare i gradini della logica, ma ognuno di questi gradini li portava lontano dal buon senso. Dimenticando che San Tommaso era stato dapprima quasi un agnostico, essi sembrarono sicuri che nulla in cielo e in terra, potesse dirsi agnostico, e si mutarono in stizzosi e arcigni razionalisti.

                Gli antichi scolastici per noi eccessivamente pedanti e fastidiosi, non sono tuttavia se ben compresi, privi d'un certo spirito di libertà, il libero arbitrio. Se Eva non avesse mangiato il frutto proibito, che sarebbe avvenuto degli animali, dei vegetali, degli angeli? Magnifica, commovente domanda, se si considera ch'ella aveva infatti l'imbarazzo della scelta; ma che s'appiattisce non poco nelle mani degli scolastici della decadenza, i quali (perdonate il paragone) del romanzo poliziesco detengono unicamente il meccanismo delle deduzioni e non l'intreccio avventuroso. Di qui una fioritura di milioni di scritti miranti a provare logicamente che soltanto Dio può sapere:  prodigi di sterilità dottrinale, mentre il Tomismo della Scolastica svilupperà la parte migliore, destinata a dare tutti i suoi frutti. Quali le cause di simile decadenza ? Ricordiamo la Morte Nera che spezzò le reni al Medioevo e che decimandone la popolazione, favorì la decadenza della cultura dei religiosi e finì col provocare la Riforma.

                Ma credo d'essere forse nel giusto sospettando vi abbiano contribuito non poco gli stessi avversari del d'Aquino. La loro scuola benché vinta, continuava a sussistere. I rigidi agostiniani, coloro che vedevano nel cristianesimo unicamente un angusto sentiero, e non comprendevano neppure lontanamente l'entusiasmo del grande Domenicano per l'Essere e per la glorificazione di Dio in tutte le creature, non cessarono di appoggiarsi febbrilmente su ogni testo, su ogni dogma onde trarne tutto il possibile pessimismo. Questi tenebrosi cristiani s'insinuarono nel cuore stesso della Cristianità e vi rimasero in attesa dell'ora della riscossa. Battuti, restavano aggrappati alle loro convinzioni. E in un monastero del Nord covava l'esplosione.

                Tommaso aveva sferzato è vero, un gran colpo al Manicheismo, ma i conti coi Manichei non erano ancora interamente regolati -e forse non lo saranno mai. Il d'Aquino ci lasciava in eredità un cristianesimo soprannaturale, ma non antinaturale e che non doveva essere oscurato da una falsa spiritualità che facesse dimenticare il Creatore e l'Uomo-Dio.

                Ma questa bella tradizione poco per volta si trascinò in abitudini di pensiero meno liberali o meno creative; e mentre la società per svariate cause decadeva, nella religione un certo spirito od elemento nobile e necessario, ma che abbisogna d'essere equilibrato da tutto ciò che la nostra fede ha di dolcezza e di magnanimità, incominciò a tornare a galla nel rigido scolasticismo.

                Il timore di Dio, principio della saggezza, domina sovrano sui primi esordi, le fredde ore precedenti l'alba delle grandi civiltà e delle grandi religioni, quale soffio possente del deserto, che spezza gli idoli di pietra; quale forza dominatrice a cui i popoli d'Oriente si prostrano adorando e che incita ed ispira i primi profeti, nudi e urlanti: timore radicato nell'essenza stessa di tutte le religioni vere o false; timore di Dio: principio ma non fine d'ogni saggezza.

                Sovente si parlò dell'indifferente atteggiamento, in ogni tempo e in ogni luogo, dei capi di governo davanti alle rivoluzioni dei popoli. Qui dobbiamo accennare alla leggerezza con cui un pontefice del Rinascimento accolse gli albori della Riforma. Una contesa di frati ?  Diss'egli all'annuncio del movimento protestante scoppiato allora in Germania. Benché i Papi fossero abituati alle frequenti liti tra i diversi ordini monastici, tuttavia questa cecità nel non afferrare l'importanza del grande scisma del XVI° secolo, è davvero sorprendente.

                Eppure in senso recondito e profondo, quel pontefice aveva ragione! Gli scismatici possedevano una specie di eredità spirituale ch'era veramente una lite di frati.

                Il nome di Sant'Agostino, Padre della Chiesa, venerato e combattuto da Tommaso, rappresenta una Scuola di pensiero le cui radici si ritrovano ovunque, giacché ogni differenza tra Cattolici si riduce sempre ad una pura differenza, diremo così, d'accento. Gli agostiniani insistevano sull'importanza dell'uomo al cospetto di Dio, sul sacro timore e sull'umiliazione dell'orgoglio intellettuale, più che sulla verità del libero arbitrio, della dignità umana e delle belle e buone opere.

                Forse effettivamente s'incominciò con una semplice lite di frati: ma il Papa non aveva ancora conosciuto il modo con cui un monaco sa e può litigare! In un monastero sepolto nelle foreste della Germania, sorse un monaco singolarissimo, dalla parola particolarmente facile, e dotato d'una forza d'enfasi e d'accento da trascinare e scuotere ogni cosa come un terremoto. Quest'uomo dalla voce possente e con una certa spiccata personalità, pensoso, sincero, violento, malaticcio, era figlio di un tagliatore d'ardesia: si chiamava Martin Lutero. Egli spronava a vendicare l'antica tradizione agostiniana. Uscito dalla sua cella in un giorno di tempesta e di rovina, la sua voce possente s'elevò fino al cielo: era un appello ad una religione elementare ed effettiva, scevra da qualsiasi filosofia. Lutero odiava i filosofi greci e la Scolastica da loro fondata: la sua teoria distruggeva tutte le teorie, come la sua teologia racchiudeva la morte della scienza teologica. L'uomo non poteva dir nulla a Dio, né di Dio né per mezzo di Dio: gli era concesso soltanto un grido inarticolato onde ottenere la pietà e l'aiuto soprannaturale di Cristo in un mondo in cui tutte le cose naturali erano inutili; inutile la Ragione, inutile la Volontà: l'uomo non poteva muoversi d'un pollice più che non lo possa una pietra; non poteva fidarsi della sua testa più che lo potesse d'una rapa; nulla rimaneva nel cielo, né in terra, se non il nome di Cristo mormorato in solitaria invocazione, grido lugubre di bestia inseguita.

                Dobbiamo però rendere giustizia alle gigantesche figure che rappresentano le cariatidi della storia. Per quanto ferma sia la nostra convinzione in tale controversia, tuttavia non dobbiamo abbassarci a supporre che il mondo potesse essere trasformato da potenze, influenze triviali. Consideriamo quindi con imparzialità il grande monaco agostiniano, il quale vendicò gli agostiniani ascetici del Medioevo, e le cui larghe spalle massicce bastarono a bloccare, per quattro secoli, la lontana poderosa persona del d'Aquino.

                Non si tratta minimamente di teologia: i Protestanti d'oggi si farebbero uno scrupolo di toccare anche con le pinze il sistema teologico di Martin Lutero. Quel protestantesimo era sinonimo di pessimismo: una nuda affermazione dell'inutilità dell'intera virtù umana considerata come mezzo per evitare l'Inferno. Sebbene quel luteranismo non abbia più alcuna realtà, Lutero non fu certo un personaggio irreale: bensì uno di quei grandi barbari primitivi ai quali è dato sconvolgere il mondo.

                Inutile anche ingiusto sarebbe paragonare sul piano della filosofia, queste due figure d'importanza storica: al cospetto della grande e possente mente del d'Aquino quella di Lutero passerebbe quasi inosservata.

                Tuttavia non è possibile negare che Lutero abbia inaugurato un'epoca nuova: l'epoca moderna. Per primo egli adoperò coscientemente la sua coscienza o quella che più tardi fu chiamata la sua personalità - personalità davvero spiccatissima.

                San Tommaso che ebbe una personalità anche maggiore e possedette un illimitato ascendente, un'eccezionale prontezza di spirito nella discussione, non avrebbe mai pensato di ricorrere soltanto alla sua dialettica per difendere una verità o un'opinione: adoperare il d'Aquino come un'arma in favore del d'Aquino. Ma nelle controversie risultò essere servito da vantaggi personali -casato, educazione, doti morali mentali. Egli apparteneva ancora ad un'epoca d'incoscienza intellettuale, direi d'innocenza intellettuale, molto intellettuale.

                Invece Lutero inaugurò l'abitudine di introdurre nelle discussioni il punto di vista moderno, di prendere in considerazione le cose anche non di ordine intellettuale.

                Non è questione di biasimo o di lode. Poco importa che egli sia stato un profeta ispirato o un polemista violento: ma quando Lutero citava un versetto della Bibbia e vi aggiungeva di sua iniziativa qualche parola che non era nella Bibbia, egli si limitava a gridare all'indirizzo delle critiche impertinenti. Dite loro che il dottor Lutero vuole così . Ecco quello che si dice possedere una personalità! Ma anche non volendo parlare né di vantaggi né di svantaggi, dobbiamo pur ammettere che questo grande pessimista agostiniano non solo trionfò sull'Angelo della scuola; ma inaugurò un'era novella: egli ha distrutto la ragione sostituendola con la suggestione. Si narra che il grande riformatore abbia bruciato personalmente la Summa Theologica e tutte le opere del d'Aquino: e con l'incenerimento di questi volumi poderosi, il mio piccolo libro può ben giungere alla fine.

                Non è facile bruciare un libro e sarà stato assai difficile ardere la grande montagna di scritti coi quali il Domenicano aveva sostenuto le controversie della Cristianità. Un sinistro apocalittico sentimento ci pervade dolorosamente davanti a simile distruzione! Essa è quella di tutta una compatta complessità, d'un immensa enciclopedia sociale morale e teoretica. Le dense definizioni che includevano tanti errori e tante esagerazioni; il largo  equilibrato giudizio sul bene e sul male; le magnanime speculazioni sull'arte del governare e sulla giustizia; le sottili distinzioni tra l'uso e l'abuso della proprietà privata; le regole ed eccezioni sul grande flagello della guerra; l'indulgenza infinita per le umane debolezze e la sollecitudine per la salute dell'umanità; tutta la massa dell'umanesimo medioevale si contorse e s'alzò in spirali di fumo davanti agli sguardi nemici. E gli avversari si rallegrarono che i giorni dell'intelletto fossero tramontati. Frasi su frasi, sillogismi su sillogismi,  e tante massime d'oro si convertirono in fiamme dorate nell'ultima gloria morente di ciò ch'èra stata la grande saggezza della Grecia. La più alta sintesi della storia, l'opera perno destinata ad allacciare il mondo antico al moderno si sperse in fumo e per la metà dell'universo non fu altro che sottile, tenue vapore.

                Per lungo tempo la distruzione parve definitiva; ma lentamente col passar del tempo, le opinioni subirono non pochi mutamenti e si cominciò ad avvertire un ritorno al passato: ed oggi, l'alta figura di san Tommaso ci viene incontro più grande, più sublime che mai nella grande resurrezione della philosophia perennis : la filosofia eterna .

 

 

FINE

 

 

TORNA SU

G.K. Chesterton

HOME

TORNA SU