LA DOTTRINA

1-3-06

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Finestra sul popolo aretino, toscano, italiano

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                Al mattino c'era la scuola : i bimbi erano in balia del braccio paterno dello Stato , capace di pagare una maestra e addossarsi le spese dei locali per lo studio gratuito e obbligatorio .

                Alla sera invece era la volta della Chiesa , la quale  convocava a se maternamente quei fanciulli, mediante il suono della Campana di San Martino, alle diciassette . Puntuale , don Alberto , con la sua Fiat 850 , giungeva mezz'ora prima alla vecchia Abbazzia , suonava lungamente la campana maggiore, e poi concludeva col Cenno , come la domenica mattina per la messa :

                infatti , per questa anima sacerdotale e campagnola  , l' intera vita , senza eccezione alcuna , doveva essere una sorta di liturgia :

                insomma il presbitero pensava che così come si  nasceva sotto lo sguardo di Dio , allo stesso modo si operava anzi si doveva vivere e poi finalmente in pace morire , sotto il medesimo e paterno sguardo di Dio. Quindi un pò per comodità un pò per teoria , finiva per suonare lo stesso Cenno sia per chiamare a raccolta i  ragazzi , sia per il popolo partecipante alle Funzioni di maggio , o per la messa domenicale e festiva . 

                Subito dopo il cenno, si riversavano dunque sulla strada dalle case del paese , una decina di monelli , i quali chi prima chi dopo a causa delle diverse distanze dalla  Chiesa , pervenivano finalmente da don Alberto .

                Ma l' incontro col prete non era mai solenne , bensì sempre lieto, scherzoso,  adatto a dei fanciulli : don Alberto infatti aveva una sua filosofia sul come trattare la comunicazione con  l'infanzia :

                la prendeva cioè a pizzicotti , gli correva dietro, la smazzava, insomma rompeva il ghiaccio, li faceva correre, divertire , svagare, sapeva essere uno di loro, nonostante che essi fossero fanciulli e lui un uomo sui quaranta anni ; e poi finalmente la chiamava con solennità a raccolta , dentro la chiesa grande , onde quel gruppetto di ragazzini , stava tutto in due panchine, per l'occasione scelte vicino all'altare, cioè il più vicino possibile a Gesù, precisava il prelato, indicando il Tabernacolo e il trittico di San Martino, dove il Bambino Gesù era tenuto in braccio dalla Madonna.

                Cominciava dunque il catechismo : avete studiato immagino . Vediamo un po' :

                Chi ha creato il mondo ?

                Dio Creatore del cielo e della terra , rispondeva il più bravo .

                Giusto ! Ma siete tutti daccordo ?

                A me sembra che a creare il mondo sia stato anche Gesù , perché è anche lui , Dio , oltre che uomo .

                E ' stato Dio e Gesù .

                Ma Gesù è Dio !

                Fu la Trinità santissima , che creò il mondo.

                Ma Dio e Gesù , sono la Santissima Trinità , non è vero don   Alberto

                E' vero , ma manca qualcuno . Chi mi sa dire chi manca ?

                La domanda sembra un po' difficile per dei fanciulli da scuola elementare, anche se devono avere letto il Libro catechetico , fatto di domande e adeguate risposte.

                Finché una vocina di colomba , si fa avanti e dice :

                Io lo so !

                Bene Luigina : sentiamo ! Di pure:

                Manca lo Spirito Santo .

                Bravissima ! E chi mi sa dire che cosa è lo Spirito Santo ? Abbiamo detto che è parte della Trinità , anzi è la Terza persona della Trinità . Ma che vuol dire , più precisamente ?

                Passa un lungo minuto di silenzio . Poi si fa avanti un fiero, che sente l' importanza della risposta :

                Vuol dire che è il frutto dell' Amore tra il Padre e il Figlio , così come anche noi siamo il frutto dell' Amore tra nostro padre e nostra Madre .

                Bravissimo Fabrizio . Ne sai più di un teologo .

                E' scritto nel libro , ma ce l'hai detto anche te , don Alberto, non ti ricordi ?

                E' vero l' ho sentito anch'io; l'ho letto anch'io . E pure io .            E io ...  .

                Bene benissino i miei figlioli . Anzi , i miei angioletti .  ...  Per oggi basta così . Diciamo l' Ave Maria e il Padre nostro . Poi cominceremo la funzione , sento infatti che le donne son già arrivate dai campi e dal villaggio .

                Infatti nel mese di Maggio , viene detta la cosidetta Funzione alla Madonna , cioè rosario e litanie più una messa in onore della Madonna e sempre in adorazione di Dio . Ma per i piccoli la solennità del rosario è forse un po' troppo ; perciò mentre don Alberto in chiesa col popolo fatto in gran maggioranza da donne e qualche vecchio , sfilava già la corona d'Avemmarie , i ragazzi uscivano sull'ampio cortile della antica abbazzia e giù si davano a nascondino o a rinchiappino a seconda dell' umore e del numero della tal   sera .

                Poi don Alberto suonava il cenno : ed era l' inizio della funzione in onore della Madonna e per il bene del villaggio e del mondo ; pertanto anche i fanciulli dovevano esser presenti . Ma non c'era quasi mai bisogno di chiamarli perché qualcosa di istintivo quanto misterioso li attirava alla   Chiesa ; ed anche per questo oltre che per giocare con don Alberto, andavano molto volentieri dalla dolce madre, in chiesa, tra quel popolo di grandi, sentito comunque tanto naturale e vero e ben disposto verso i più piccoli, e spesso armato di fiori, che lasciava davanti alla statua di Gesù o della sua dolce Madre .

 

 

FINE

 

 

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