LA CHIESA E' PERSEGUITATA PERCHE' E' ISTITUZIONE UNICA, CIOE' NON HA EGUALI NEL MONDO

[Gilbert .Keith Chesterton, Perché sono cattotlico, Milano, Gribaudi, 1994  (3° ed. 2002; prima originale inglese, 1929) pp.50-59. Titolo originale del capitolo : Perché sono cattolico II ]

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                .......Forse è un modo provocatorio per affermare la mia convinzione più sentita, ma mi potrei rispettosamente scagionare da quest'accusa ribaltando la questione: la provocazione venne dai Protestanti. Quando il protestantesimo pacificamente pretende di guidare tutte le anime con lo stesso tono con cui l'Impero Britannico vuole governare tutti i mari,  è possibile obbiettare che la vera quintessenza di tale sale si può trovare, nella sua più alta densità, nello stagnante Mar Morto. Inoltre è ancora più legittimo obbiettare che il protestantesimo pretende ciò che al momento nessuna religione può pretendere: vale a dire la devozione di milioni di agnostici, atei, edonisti, pagani, mistici indipendenti, analisti della psiche, teisti, teosofi, seguaci di culti orientali e tipi allegri che vivono come bestie. Pretendere che tutti questi siano Protestanti, è abbassare molto il prestigio del Protestantesimo, e' farne qualcosa di meramente negativo; ma il sale è qualcosa di ben consistente.

                Prendendo questo articolo come punto di riferimento e affrontando il problema attuale della scelta religiosa, ci scontriamo subito nel dilemma riguardante la religione tradizionale dei nostri predecessori. Il Protestantesimo  è un a realtà negativa oppure è qualcosa di positivo. Considerando il protestantesimo dal punto di vista positivo, esso è sicuramente morto. Ciò che lo caratterizza come insieme di particolari  credenze religiose non esiste più. L'originale credo protestante non è più quasi condiviso da nessuno: men che mai dai Protestanti. Essi hanno totalmente perso la loro fede originaria, tanto che non se la ricordano neanche più .  Chiedendo ad un nostro contemporaneo se per la salvezza dell'anima, è più importante la teologia oppure le buone opere (per esempio verso i poveri), egli risponderà senza esitare che le opere buone sono più gradite a Dio che la Teologia. Eppure rimarrebbe assai sorpreso se scoprisse che per trecento anni, la convinzione che solo la fede salvi, era un marchio protestante, mentre il sostenere le opere buone era l'etichetta vergognosa propria del papista. L'inglese comune (per chiamare in causa ancora una volta questo nostro vecchio amico) non avrebbe dubbi sul merito della disputa tra calvinisti e cattolici, cioè la disputa più importante e più qualificata intellettualmente, tra Protestanti e Cattolici. Se crede in Dio o persino se non è un credente, preferirebbe quasi sicuramente un Dio che ha creato gli uomini per renderli felici, con il desiderio di salvarli tutti, piuttosto che un Dio che deliberatamente, ha creato alcune persone affinché peccassero involontariamente e quindi condannate alla pena eterna. Questa era la disputa e i cattolici sostenevano il primo punto di vista, i protestanti il secondo. L'uomo d'oggi non solo non condivide ma neanche comprende l'avversione innaturale dei puritani nei confronti dell'arte e della bellezza riferita alla Religione. Eppure la ribellione protestante consisteva in questo, ed era facile trovare nel pieno dell'era vittoriana, matrone protestanti che si scandalizzavano di fronte al vestito lungo bianco, per non parlare degli abiti colorati. Su praticamente tutti i temi di contestazione protestante nei confronti della Chiesa di Roma, il cattolicesimo ne è uscito assolto, grazie al giudizio unanime del mondo intero.

                Risponde a verità notare come poco prima della Riforma, nella Chiesa di Roma si siano compiuti degli sbagli che provocavano ribellioni. Ciò che non riusciamo a trovare, sono quegli errori contro cui i riformatori si sono scagliati. Per esempio era un grave abuso il fatto che la corruzione nei Monasteri permetteva a volte che il nobile ricco avesse il ruolo del protettore quando non addirittura dell'abate, o prelevava dalle rendite che dovevano esser destinate alla comunità dedita alla povertà e alla carità. Ma il rimedio trovato dai riformatori fu di destinare tutte le rendite al nobile ricco, che si impadronisce dell'intera struttura per farne un Palazzo o un Porcile, e così sopprimere per sempre l'ultima leggenda di una comunità dedita alla povertà. I vizi peggiori del cattolicesimo mondano vennero resi ancor peggiori dal protestantesimo. Ma gli elementi migliori sopravvissero anche durante i periodi di corruzione; anzi sopravvissero persino durante l'era della Riforma. Sopravvivono oggi in tutti i paesi cattolici, non solo nel colore, nella poesia, nella religiosità popolare, ma anche negli insegnamenti più profondi della psicologia pratica. E questi elementi sono così importanti che dopo quattro secoli di giudizio della storia, vengono uno per uno imitati persino da coloro che li avevano condannati, solo che diventano delle caricature degli  originali. La Psicanalisi è un confessionale senza le garanzie del confessionale; il Comunismo è il francescanesimo senza le garanzie della Chiesa; e le sette americane dopo aver accusato per tre secoli i papisti di esser teatrali e di appellarsi esclusivamente ai sensi, ora illuminano le loro funzioni con degli effetti super-teatrali del tipo di raggi di rose rosse che si irradiano sul capo del celebrante. Se avessimo raggi luminosi da illuminare qua e là, non li indirizzeremo certo al celebrante.

                Allora il protestantesimo potrebbe essere un qualcosa di puramente negativo. Cioè potrebbe essere un nuovo e totalmente diverso insieme di accuse contro Roma, la cui unica continuità è data dal fatto che è ancora contro Roma. In gran parte si tratta di questo. Ed è ciò che presumibilmente, voleva evidenziare il Daily Express, quando affermò che il nostro paese e i nostri concittadini sono immersi nel protestantesimo come se fosse il sale. In altre parole la leggenda che Roma sia sempre nel torto è ancora viva, anche se tutti i tratti distintivi del mostro si sono mutati in una caricatura. Si tratta di una esagerazione se ci si riferisce all'Inghilterra odierna, ma in parte è vero. Solo che la verità quando viene applicata veramente, difficilmente soddisferà il protestante onesto e autentico. Perché dopo tutto che razza di tradizione è quella che cambia storia ogni giorno e ogni decennio e la cui unica coerenza, tra tutte le favole contraddittorie che vengono raccontate, è che è sempre diretta contro una persona o un'istituzione ? Che razza di causa santa è quella di ereditare dai nostri antenati l'odio nei confronti di qualcosa e la cui unica positività è nell'odiare, rimanendo volubili e falsi in tutto il resto, persino nelle nostre ragioni per odiare ? Vogliamo veramente dedicarci con serietà per inventare una nuova serie di storielle contro la gran parte degli altri cristiani, nostri fratelli ? E' questo il protestantesimo ? Ed è paragonabile al patriottismo o al mare ?

                Comunque sia questa era la situazione che mi trovavo ad affrontare quando iniziai a riflettere su queste cose, un bambino cresciuto in una casa protestante, nel senso comune del termine, e con antenati chiaramente protestanti. Ma di fatto la mia famiglia divenne liberale e quindi abbandonò il protestantesimo. Venni cresciuto nell'universalismo e nell'unitarismo, all'ombra di un  uomo formidabile, Stopford Brooke [(1832-1916) ex predicatore anglicano in Irlanda, che abbandonò l'anglicanesimo nel 1880 n.d.r.]. Non era un protestante se non nel senso puramente negativo del termine. Spesso si trattava dell'esatto contrario del protestantesimo, anche in quel senso. Per es. l'universalista non credeva all'inferno; e con molta enfasi affermava che il Paradiso era uno stato d'animo felice, una disposizione d'animo. Ma aveva il buon senso di notare che la maggior parte delle persone non vivono o muoiono in uno stato d'animo così felice da garantirgli il paradiso. Se il Paradiso è una disposizione d'animo, non è certo una disposizione d'animo universale, e la maggior parte della gente passa da questa vita con il malumore. Se tutte queste persone possono raggiungere il paradiso solo attraverso la felicità, deve accadergli qualcosa per permettergli questo stato d'animo. Quindi l'universalista credeva in un cammino di miglioramento dopo la morte, allo stesso tempo di punizione e di ricompensa. In altre parole credeva al Purgatorio, ma non all'inferno. Giusto o sbagliato che sia contraddiceva apertamente e chiaramente il protestante che credeva all'inferno, ma non al purgatorio. Il protestantesimo attraverso tutta la sua storia, ha portato avanti una guerra senza tregua contro questa idea del Purgatorio ovvero la possibilità di riscattarsi dopo la morte. Mi sono reso conto che il punto di vista cattolico comprende molto meglio queste tre idee: sono verità che si riferiscono alla volontà alla creazione e all'amore infinito di Dio per la libertà. Ma perfino all'inizio del mio cammino non vidi perché dovessi occuparmi del protestantesimo, che ha da sempre sostenuto l'esatto contrario di ciò che un liberale dovrebbe ora credere, anche se non avevo nemmeno la minima idea di che cosa fosse il cattolicesimo.

                Ho scoperto in poche parole che non vi era più motivo di aderire alla fede protestante. Era ormai diventata la questione se aderire alla faida protestante oppure no. E non senza stupore mi sono accorto che molti tra i miei amici liberali decisero di continuare con la faida protestante, anche se non credevano più alla fede protestante. Non sono in grado di giudicarli, ma per me, lo ammetto, sembrava un modo abbastanza ripugnante di venir meno alla propria onorabilità. Scoprire che hai calunniato qualcuno in riferimento a qualcosa, rifiutarsi di scusarsi e inventare un'altra storia plausibile contro di lui, giusto per tener fede all'impegno di diffamare, mi sembrava all'inizio, un modo di comportarsi alquanto infelice. Mi sono quindi deciso a prendere in considerazione quella istituzione calunniata, valutandone i lati negativi e quelli positivi e la domanda che emerse spontaneamente fu: perché i liberali su questo punto, si comportavano in maniera tanto illiberale? Cosa significava faida parola che ritornava così spesso eppure così contraddittoria ?La risposta arrivò dopo molti anni e sarebbe troppo lungo ricordare il cammino percorso. ma infine giunsi all'unica risposta sensata, confermata dalla quotidianità : che questa realtà è odiata, più di qualsiasi altra cosa, semplicemente perché è nel senso corrente del linguaggio comprensibile a tutti, una realtà che non ha paragoni in questo mondo .

                Non vi è in questa sede abbastanza spazio per approfondire quest'aspetto tra i mille che confermano questo fatto e che si confermano a vicenda. Potrei scegliere qualsiasi argomento a caso, dalla carne di maiale ai fuochi d'artificio, per illustrare la verità dell'unica vera filosofia: il detto che tutte le strade portano a Roma è molto realistico. Tra i molti possibili ho scelto un fatto: questa realtà viene perseguitata di secolo in secolo, da un odio irrazionale che cambia continuamente le sue ragioni. Ora si può dire che quasi tutte queste eresie morte, non solo sono morte, ma anche maledette; cioè sono condannate o verranno condannate dal buon senso, non necessariamente cattolico, una volta che passa di moda quello stato d'animo o fissazione. Nessuno oggi vuole restaurare la monarchia per diritto divino che i primi anglicani rivendicavano contro il Papa. Nessuno oggi è dispiaciuto perché gli iconoclasti non riuscirono a distruggere tutte le statue in Italia.Nessuno oggi è dispiaciuto perché i giansenisti non riuscirono nel loro intento di distruggere il teatro francese. Nessuno che conosca qualcosa sugli albigesi, si rammarica che non sono riusciti a convertire il mondo al pessimismo e alla perversione. Nessuno che comprenda la logica dei molto più simpatici Lollardi [eretici, seguaci di John Wyclif (1320-84) n.d.r.] , desidera veramente che avessero avuto successo nella loro idea di privare di tutti i diritti e privilegi politici coloro che non erano in uno stato di grazia. La sovranità fondata sulla Grazia era un ideale devoto, ma se diventa una scusa per non seguire la indicazione del vigile irlandese nel traffico londinese, fin quando non siamo sicuri che si è confessato recentemente al suo direttore spirituale irlandese, è mancanza di buon senso. Nove volte su dieci la Chiesa garantiva il buon senso e l'equilibrio sociale in opposizione agli eretici che si comportavano spesso come dei lunatici. Certo è che in ogni fase storica gli errori prevalenti agiscono pesando molto sui vari momenti e tali errori madornali investono intere generazioni, come l'influenza della Scuola di Manchester negli anni cinquanta del secolo scorso [indirizzo economico di stampo liberale n.d.r.] o la moda imperante durante la mia gioventù del socialismo fabiano [la Società fabiana fondata nel 1884 da Sidney e Beatrice webb, G.B. Shaw e altri, auspicava un socialismo riformista e non rivoluzionario]. Studiando i singoli casi storici emerge di solito uno spirito del tempo che sbaglia, e una Chiesa cattolica che cerca almeno di non sbagliare. E' una mentalità che è sopravvissuta a centinaia di nuove tendenze.

                  Voglio precisare che questo è solo un aspetto, ma fu per me decisivo e mi indirizzò verso gli altri. Quando un martello riesce a colpire il chiodo nel punto giusto centinaia di volte, allora viene da pensare che non si tratti di una casualità. Ma queste prove storiche non servirebbero a nulla se non fossero corredate da prove personali e particolari, che richiederebbero una descrizione di diverso tipo. Basti qui dire che coloro che sperimentano la pratica cattolica non solo la trovano giusta, ma la scoprono giusta mentre tutte le altre si rivelano sbagliate: rendendo il confessionale la quintessenza del candore, laddove il mondo esterno ne parla, senza cognizione di causa, quasi si trattasse di una cospirazione; tenendo alta la bandiera dell'umiltà quando ognuno esalta l'orgoglio; puntando tutto sulla dolce carità mentre il mondo parla il linguaggio brutale dell'utilitarismo; portando avanti una severa dogmatica mentre il mondo vaga nelle nebbie di un rozzo sentimentalismo, soprattutto oggi. Nel luogo dove tutte le strade portano, non vi è alcun dubbio dove convergano. Una persona può pensare le cose più diverse, la maggior parte delle quali sincere e molte vere sul percorso giusto da fare nei labirinti di Hampton Court [residenza dei reali inglesi vicino a Londra n.d.r ], ma non crederà che quello è il centro del mondo.

 

 

G.K.Chesterton

 

FINE

 

 

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