LA CHIESA DICE CHE ANCHE NELLO STATO VEGETATIVO, BISOGNA NUTRIRE L'INFERMO

 

(Da: La Voce dell'Antoniano Rogazionista, diretto da Vito Magno, Anno LVIII, N 1 Gennaio 2008, p.3)

 

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                La Chiesa risponde che mai è lecito interrompere nutrimento e idratazione del malato in stato vegetativo. Diversi documenti del magistero a partire dal Papa Pio XII° (1939-58), spiegano che verso malati e morenti c'è sempre l'obbligo morale di mettere in atto le cure necessarie per conservare salute e vita. Giovanni Paolo II° in un intervento del 2004, ribadì che anche nello stato vegetativo non mutano il valore intrinseco e la personale dignità di ogni essere umano.

                In seguito all'intervento di Giovanni Paolo II° la Conferenza episcopale statunitense rivolse alcune domande circa l'alimentazione e l'idratazione artificiale, sembrando che potessero omettersi senza obbligo di coscienza. Il 15 settembre scorso è stato pubblicato il testo della Congregazione per la dottrina della fede:

 Risposte a quesiti della Conferenza episcopale statunitense circa l'alimentazione el'idratazione artificiale .

Primo Quesito

                E' moralmente obbligatoria la somministrazione di cibo e acqua (per vie naturali oppure artificiali) al paziente in "stato vegetativo..." ?

Risposta

                Si. La somministrazione di cibo e acqua, anche per vie artificiali, è in linea di principio un mezzo ordinario e proporzionato di conservazione della vita. Essa è quindi obbligatoria, nella misura in cui e fino a quando dimostra di raggiungere la sua finalità propria, che consiste nel procurare l'idratazione e il nutrimento del paziente. In tal modo si evitano le sofferenze e la morte dovute all'inanizione e alla disidratazione .

Secondo Quesito

                Se il nutrimento e l'idratazione vengono forniti per vie artificiali a un paziente in stato vegetativo permanente , possono essere interrotti quando medici competenti giudicano con certezza morale che il paziente non recupererà mai la coscienza ?

Risposta

                No. Un paziente in stato vegetativo permanente, è una persona, con la sua dignità umana fondamentale, alla quale sono perciò dovute le cure ordinarie e proporzionate che comprendono, in linea di principio, la somministrazione di acqua e cibo, anche per vie artificiali.

Approvazione di Benedetto XVI°

                Il sommo Pontefice Benedetto XVI° nel corso dell'udienza concessa al sottoscritto cardinale, ha approvato le presenti risposte, decise nella sessione ordinaria di questa congregazione per la dottrina della fede, e ne ha ordinato la pubblicazione.

William cardinale Levada, prefetto Angelo Amato, S.D.B. Segretario .

 

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GLOSSARIO

COMA : Stato di assenza della coscienza, dovuto a un danno di varia natura subito dalla corteccia cerebrale. Il paziente è totalmente incapace di relazioni con l'ambiente, con gli occhi chiusi. éuò evolvere verso tre condizioni: la piena ripresa, lo stato vegetativo, la morte .

STATO VEGETATIVO : Stato simile al precedente, ma caratterizzato precisamente dalla apertura degli occhi, che sono il segnale di un alternarsi di sonno e veglia. Il paziente respira e ha un battito cardiaco spontaneo. La prognosi è indefinita. Ma anche in caso di ripresa della coscienza restano postumi più o meno gravi .

MORTE CEREBRALE : Totale assenza di ogni attività cerebrale, segnalata da encefalogramma piatto da assenza di respiro e di battito cardiaco autonomi, per i quali è indispensabile l'ausilio di macchine per ventilazione assistita e circolazione sanguigna. La ripresa del soggetto n on è più possibile perché il cervello è completamente distrutto in tutte le sue parti: encefalo, corteccia e tronco .

 

FINE

 

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