CAMPAGNA TOSCANA: GIULIOTTI* RICORDA LA VITA CONTADINA, IL ROSARIO COLLETTIVO, LA PREGHIERA COL PADRE FATTORE

( Da:  Domenico Giuliotti (1887-1956),   Lettere agli amici , Vicenza, La Locusta 1980, pp. 36-7: Lettera a Padre Enrico Rosa)

28-4-06

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                    Si dice nel racconto sottostante che il Fattore era l'amico e il padre dei suoi sottoposti . Si dice che il pane era chiaramente del tipo più scadente , cioè nero . Si dice che la preghiera era di tre tipi : il rosario alla sera, l'Angelus Domini a mezzogiorno; il Credo , spontaneamente attorno al vespro .

                    Il brano ha dunque un valore documentario della vita contadina di fine ottocento , nel paese di Greve in Chianti (FI), presso la Villa Fattoria di Verrazzano : ivi infatti, il padre di Domenico Giuliotti * , svolgeva il lavoro di Fattore, ed era dislocato in una casa di proprietà del padrone, presso la Villa Fattoria  1) .

                    Si noti: nonostante che si tratta di una famiglia benestante, cioè di un Fattore, si mangia pane nero , vale a dire quello tipico dei contadini e dei più poveri; e probabilmente questo pane è nero , perché fatto di segala; certamente non è pane toscano tradizionalmente bianco, perché non è fatto di farina di grano , ma di altri cereali (cioè di : fave, o orzo , o avena, o mais, o patata ...o di tutte queste cose assieme...ecc) .

                    Colpisce poi la nota che descrive il Fattore: Amico e Padre dei suoi sottoposti . Ciò è da rilevare, poiché la propaganda politica legata alla ideologia marxista , o al semplice revanscismo  popolare , mai ammette che figure di fattore, tipo quella descritta dal Giuliotti, siano potute  esistere . In realtà ci furono nelle campagne , numerosi fattori e Padroni illuminati, che vissero e operarono con profondo senso cristiano . Essi fecero pertanto in silenzio e con decoro, la loro rivoluzione, dando un contributo importante alla vita delle campagne. Fu grazie a questi uomini illuminati dalla religione, che per tanti secoli proprio in Toscana, la mezzadria (caso unico in Europa, secondo la durata) poté perdurare ininterrota dall' VIII° secolo d.C. fino alla seconda metà del secolo XX° .

                    Venendo poi alla Preghiera, si vede che questa ha il rosario come momento collettivo principale, alla sera , prima di cena, cioè quando il grosso delle faccende giornaliere e agricole, è stato fatto , e la famiglia si riunisce per sedersi a tavola . Invece , al mattino, dovendo fare molte cose impellenti, si è più sbrigativi : si ringrazia per il buon riposo e si chiede l'aiuto divino per la giornata . Ma nonostante la fatica, non  si dimentica L'Angelus di mezzogiorno . Il tempo rurale, è dunque scandito dalla preghiera oltre che dal lavoro.

 

TESTO

                            La mia infanzia, trascorsa in un'antica villa solitaria 1) , sulla cima d'un poggio, quando la campagna era ancora pia, fu religiosissima. Mi circondavano cose e persone pure. Era il tempo in cui i contadini , dopo le fatiche della giornata, si radunavano nella cucina rischiarata da una gran fiamma (dall'uscio socchiuso si vedeva dentro il chiarore) e, inginocchiati sull'impiantito sconnesso, dicevamo il rosario mentre, in un gran tegame, sfrigolava il soffritto odoroso, per la loro zuppa di pan nero.

                Mio padre, fattore , era l'amico e il padre dei suoi sottoposti. Mia madre, nata di famiglia popolana, purissima e solidissima donna , alternava il governo alla casa con la preghiera. La mattina un breve ringraziamento al Signore per averci concesso un buon riposo e l'invocazione del suo aiuto per le nostre opere della giornata; a mezzodì, l'Angelus Domini, prima di metterci a tavola: alle ventitré l'Ave Maria e il Credo. Eran preghiere che dicevamo tutti insieme e che ci discendevan nell'anima come una fresca luce. Tutte le cose intorno a noi, erano belle; si respirava in casa e fuori, sanità e purezza.

                Talvolta mio padre, in qualche pomeriggio, si metteva il fucile in spalla e mi conduceva con sé per la campagna. Il tramonto ci coglieva, di ritorno, uno avanti e uno dietro, per qualche viottolo sassoso, attraverso ai boschi. Passavano sulle nostre teste in alto, rapidi come frecce, passeri e fringuelli che andavano a dormire nel folto delle querce o su qualche tetto lontano. Una campanina di qualche chiesetta invisibile suonava l'Angelus ; un'altra le rispondeva, poi un'altra...Allora mio padre si levava il cappello (ricordo ancora la sua buona precoce calvizie) e mi diceva con la sua bella voce armoniosa: Nini diciamo il credo . E seguitando a camminare, uno dietro all'altro, recitavamo insieme, ad alta voce, il simbolo della nostra Fede. Quando ripenso, oggi, a queste remote cose divine, mi vien da piangere .

 

 

FINE

 

* Domenico Giuliotti soprannominato La Belva : Nacque a San Casciano Val di Pesa -FI- , nel 1877, e morì a Greve in Chianti -FI-  nel 1956 . Esponente di un cattolicesimo "reazionario",  fondò a Siena, con F. Tozzi, la rivista La Torre (1913) , succesivamente collaborò al Frontespizio. Publicò versi (Ombre di un'ombra 1910) , opere di narrativa (Il cavallo volante 1945) e saggi impetuosamente polemici (L'ora di Barabba, 1920; Tizzi e fiamme 1925; Pensieri di un malpensante 1936) . Ciò è quanto dice l' Enciclopedia  garzantina : Letteratura , Cernusco -MI- , Garzanti 2000 (rist. della 3° ed. del 1997), s.v. Giuliotti , pp. 419b-420a. 

                In genere il Giuliotti è considerato dai critici, uno scrittore dal cattolicesimo reazionario . E a tal proposito, la Garzantina soprastante, non fa eccezione. Tuttavia questo giudizio è errato per il seguente motivo : alla luce della storia successiva , è indubbio che il chiantigiano, si scaglia con la tipica veemenza del suo carattere, contro le maleintenzioni dell'epoca, che poi sfocieranno nell'epilogo fascista della seconda guerra mondiale . Sotto l'apparente etichetta da reazionario, è in realtà un profeta che ammonisce, uno che tenta mettere i contemporanei davanti ai loro difetti, nel tentativo di riportarli nella retta via . In questo percorso, è vero che commette anche qualche errore o eccesso (per es. attaccando la tecnica e il progresso che consegue...); ma sostanzialmente , la sua inquietudine ammonitrice, era vera, prendeva nel segno e l'Italia se avesse ubbidito a lui e al Papa medesimo, cioè a Cristo stesso anziché a Mussolini, avrebbe evitato la tragedia successiva .

1 : Il padre di Giuliotti , per mestiere, faceva il fattore ; e visse pertanto con la famiglia, finché non morì ( il 22 aprile 1890) ,  nella casa presso la Villa di Verrazzano, nei dintorni di Greve in Chianti (FI) . Morto il padre quando Domenico era ancora fanciullo, i Giuliotti, dovettero trasferirsi dalla Villa in paese, a Grève , dove tuttoggi si trova la loro casa (vicino alla piazza Centrale), nella facciata della quale è apposta da parte del Comune locale , una grande epigrafe a ricordo dello scrittore .

 

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