ARCANGELO TADINI, PRETE FATTO SANTO DALLA PREGHIERA E DAL LAVORO, FONDATORE DELLE SUORE OPERAIE

 

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DON ARCANGELO TADINI (1846-1909)

Don Arcangelo Tadini  (1846-1909) tra le Suore operaie e le Filandiere. Santificato Domenica 26 aprile 2009.

 

                "Lunghe ore trascorreva in preghiera davanti all'Eucaristia sant'Arcangelo Tadini che, avendo sempre di vista nel suo ministero pastorale la persona umana nella sua totalità, aiutava i suoi parrocchiani a crescere umanamente e spiritualmente. Questo santo sacerdote, questo santo parroco, uomo tutto di Dio, pronto in ogni circostanza a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, era allo stesso tempo disponibile a cogliere le urgenze del momento e a trovarvi rimedio.

                Assunse per questo non poche iniziative concrete e coraggiose, come l'organizzazione della 'Società Operaia Cattolica di Mutuo Soccorso', la costruzione della filanda e del convitto per le operaie e la fondazione, nel 1900, della 'Congregazione delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth', allo scopo di evangelizzare il mondo del lavoro attraverso la condivisione della fatica, sull'esempio della Santa Famiglia di Nazareth.

                Quanto profetica fu l'intuizione carismatica di Don Tadini e quanto attuale resta il suo esempio anche oggi, in un'epoca di grave crisi economica! Egli ci ricorda che solo coltivando un costante e profondo rapporto con il Signore, specialmente nel Sacramento dell'Eucaristia, possiamo poi essere in grado di recare il fermento del Vangelo nelle varie attività lavorative e in ogni ambito della nostra società" 1) .

                "L’avvento dell’epoca industriale nella seconda metà dell’800 produce trasformazioni imponenti. Si va formando gradualmente una nuova classe, la classe operaia. La Chiesa si trova costretta ad affrontare una situazione del tutto nuova: un esodo biblico dalle campagne, l’urbanizzazione, la formazione del proletariato di fabbrica. La Rerum Novarum di Papa Leone XIII del 1891 pone i primi punti forti di riferimento sulla proprietà, il salario giusto, il contratto di lavoro, l’intervento dello Stato, il sindacato. Anche tra le pieghe del mondo cattolico più modesto, ecco sorgere intuizioni e soluzioni ispirate da problemi concreti e disagi evidenti. Don Arcangelo Tadini in una circolare del 1909 descrive la realtà delle giovani lavoratrici delle filande:

                “La classe operaia che lavora nei setifici è la più miserabile: perché l’operaia deve lavorare in un ambiente sempre chiuso, caldissimo, attaccata ad una bacinella dove l’acqua bolle a 80° centigradi; deve avere buona vista e sanità; è assai poco retribuita e non può neppur sperare in un avanzamento di posto o un miglioramento di paga”.

                Tadini ha davanti a sé il modello di Gesù lavoratore a Nazaret, che “non solo sacrificò se stesso sulla croce, ma per trent’anni non si vergognò di maneggiare la pialla, la sega ed altri attrezzi da falegname, così che le sue mani si devono essere incallite, la sua fronte dovette essere madida di sudore”.

                Nella concezione di Tadini il lavoro è il luogo dove l’uomo è chiamato a realizzarsi come uomo. Tadini intuisce che bisogna avviare una comprensione più positiva del mondo del lavoro: un mondo da incontrare, non da contrastare.

                L’annuncio del Vangelo di Gesù nelle mutate condizioni di vita delle lavoratrici alle prese con orari lunghi, ambiente malsano, spostamenti che allontanavano le operaie dal loro ambiente familiare, costituì il motivo fondamentale della sua missione e si tradusse in iniziative concrete: una Società di Mutuo Soccorso, una filanda, un pensionato per operaie e la fondazione della Congregazione delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazaret, presenza viva ed evangelizzatrice tra le operaie.

                Il grande intuito di fede di Tadini fu quello dell’annuncio e della testimonianza del Vangelo da parte degli operai nell’ambiente di lavoro, responsabilizzandoli, perché fossero loro stessi gli evangelizzatori dei loro compagni" 2).

                La Congregazione delle suore operaie rientra in questo disegno, tuttoggi vivo più che mai. Ecco infatti come le medesime suore si definiscono :

                "Oggi siamo circa 200 sorelle e viviamo per lo più in piccole comunità, in Italia, Svizzera, Inghilterra, Burundi, Brasile. Il nostro carisma è testimoniare Cristo nel mondo del lavoro attraverso, in primo luogo, la condivisione del lavoro stesso. Siamo chiamate ad entrare nel mondo del lavoro assumendo, per quanto ci è possibile, le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di quel mondo. Entriamo nello stabilimento “non tanto a dirigere o sorvegliare, quanto a lavorare insieme con le operaie, facendoci noi stesse operaie” (don Tadini), imitando Cristo che per 30 anni a Nazareth 'ha lavorato con mani d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo' (GS 22). Il luogo teologico in cui le Suore Operaie sono chiamate ad operare è il mondo del lavoro: viviamo preferibilmente in quartieri popolari, condividendo con i lavoratori le insicurezze e la fatica del lavoro e testimoniando, con la nostra presenza, i valori cristiani dell’amore e della giustizia. Siamo presenti nei vari organismi della pastorale sociale e del lavoro, ci occupiamo dell’emigrazione interna ed esterna, seguiamo i giovani nel loro cammino di maturazione con una particolare attenzione all’esperienza lavorativa, collaborando alla pastorale parrocchiale" 3).

                In conclusione che cosa insegnano l'esperienza di Sant'Arcangelo Tadini e le Suore operaie, a qualunque lavoratore ?

                Essi ricordano che esiste una via cristiana al lavoro; la quale non è una strada qualunque tra le tante; ma è la via maestra, è l'autostrada.

                Questa via è l'esempio di Gesù Cristo lavoratore, il quale essendo Dio, non aveva bisogno sia di pregare che di lavorare; ma in quanto Maestro (unico nostro Maestro), lavorando e pregando egli stesso, ci ha voluto insegnare che la via migliore è appunto pregare e lavorare. La preghiera infatti costituisce per così dire la dimensione verticale della Croce; il lavoro invece, costituisce la dimensione orizzontale; dallo incrociarsi di queste due dimensioni, scaturiscono i buoni effetti sia materiali che spirituali. Consegue cioè sia il progresso materiale (economico o tecnico che sia...) che spirituale (stabilizzazione e rafforzamento delle virtù, in compagnia di Dio e del suo mistero).


 

1 :  Da : http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/text.html#1  Il 27-4-09 ore 22,25 ;

2: Da :  http://www.suoreoperaie.it/archivio/testi/09_01_lavoroevita.pdf il 27-4-09 ore 22,26 .

3: Da : http://www.suoreoperaie.it/dettagli_prima.php?get_id=32  il 27-4-09 ore 22,36 .

 

 

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