GESU' TRA I DOTTORI

VAI IN FONDO

Lettere Natalizie

Finestra sul Natale

Precedente

HOME

Successiva

Ascolta : Tu scendi dalle Stelle

VAI IN FONDO

BUON NATALE DELL'ANNO 2008. BUON ANNO 2009. EPIFANIA DEL SIGNORE.

 

 

 

 

 

                     

 

   

 

Natale 2008

 

Natale 2008

 

 

 

 

 

 

Albrecht Durer, Gesù tra i dottori ,  1506., Olio su tavola (part.), Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza

   

Ascolta : Tu scendi dalle Stelle

     

 

                                Mi soffermo su un episodio che riguarda la fanciullezza di Gesù, anziché esclusivamente la sua nascita : è scritto che Lo trovarono …nel tempio, seduto in mezzo ai dottori intento ad ascoltarli e a interrogarli (Lc 2,46) .

                Verso i dottori del tempio è diretto quindi il primo tentativo di evangelizzazione da parte del Cristo .

                Dobbiamo chiederci pertanto che significato ha questo episodio, onde l’Uomo Dio comincia la sua missione, propriamente dai dottori d’ Israele.

                Vediamo di rispondere.

                Gesù nasce povero tra i poveri; tutta la sua vita terrena fu un sollevare l’uomo dalla povertà e dalle malattie spirituali e materiali, impedimenti al conseguimento del riscatto terreno e della salvezza eterna. Al contrario i dottori, spesso i farisei e gli scribi, sono potentemente rimproverati per la loro superbia e ipocrisia e il loro spadroneggiare anziché servire il popolo. Perciò si meritano le paurose invettive della Sapienza divina: Guai a voi Scribi e Farisei, guai a voi, serpenti, razza di vipere (Mt 23,29;33…) .     

                Il Cristo rimprovera perciò la superbia e la cavillosità a danno dei più umili, ma non nega la necessità dei dottori o periti : lo dimostra in modo eloquente, allorché ad essi per primi rivolge fin da fanciullo la sua predicazione. D’altronde Gamaliele dottore della legge, una specie di compendio della sapienza d'Israele (pertanto il più titolato a rappresentare sia i veri che tutti i dottori), suggerirà persino al Sinedrio di liberare Gesù perché se non fosse venuto da Dio, lui e i suoi seguaci si sarebbero dispersi da soli, senza necessità di condanna o persecuzione (At 5,34);  Nicodemo, membro del Sinedrio, sarà tra i partecipanti alla deposizione dalla Croce (Gv 19,39-ss…); dunque non solo stimava ma amava il Cristo e ne era ricambiato; e un fariseo, Saulo divenuto Paolo di Tarso, diverrà addirittura l’apostolo delle genti… ;  un commercialista usuraio dell’epoca, certo Matteo pubblicano o gabelliere, diverrà persino uno dei 12 apostoli…  .

                In questo episodio della predicazione precoce ai dottori, oltre al riconoscimento della importanza della categoria sociale, si nasconde però a mio avviso, un’altra grande verità : i dottori o gli esperti umani della Bibbia  e per estensione, di qualsiasi altra materia essi siano, sono quella categoria di persone, quella classe sociale che bene o male e in misura diversa a seconda dei settori della scienza ove opera in una data epoca, tenta una sintesi convenzionale o migliore, tra fede e ragione. 

                Perciò il Cristo, la luce delle genti (Lc 2,32 ) il sole di Dio, anzi Dio stesso che dall’alto del Cielo è venuto a visitarci sulla terra e a salvarci prendendo la natura umana (Lc 1,78-ss), rivolgendosi per prima ai dottori fin dalla sua fanciullezza,  ci autorizza a fare altrettanto, se e quando sarà  per noi necessario; ma in particolare è proprio a  questi dottori in primo luogo e al popolo che li interpella in secondo luogo, che Gesù  chiede di fare la sintesi migliore tra fede e ragione; e quindi, ben si badi,  non chiede una sintesi qualunque o convenzionale, ma quella migliore, cioè quella indicata da Cristo stesso con il suo insegnamento delle Scritture e con tutta la sua vita. Non si tratta perciò di una sintesi filosofica quanto di una sintesi che aggiornandosi a seconda dei bisogni principali della storia (pur essendo immutabile nella sostanza), coinvolge tutta la ragione e insieme tutto il cuore, tutta la persona, cioè coinvolge pure la scelta libera della fede e quindi la concezione e l’esperienza totale della vita e di Dio.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    

                Alla luce di questa affermazione che fa l’ipotesi che la sintesi fede e ragione del Cristo sia la migliore, si vede che il mondo antico e precristiano, coi filosofi greci ebbe si il merito di giungere con la sola forza del pensiero razionale, a localizzare l’esistenza di un Dio al di sopra degli dei e di chiunque (forse il Dio ignoto avente anche un altare in Atene -At 17,23- ); tuttavia nonostante il grande merito, questo pensiero manca della rivelazione biblica monoteista e profetizzante il Cristo; e perciò la sua sintesi è segnata da questa mancanza, sebbene di tale mancanza non ne sia responsabile. Invece gli Ebrei avevano la rivelazione biblica, ma i capi dell’epoca di Gesù, sbagliarono coscientemente a interpretarla a causa della degenerazione morale e politica che finì per giudicare conveniente negare e mettere in Croce il Messia, anziché accoglierlo come prescriveva da secoli la stessa Scrittura dai Giudei tanto devotamente tramandata. Insomma  i Capi Ebrei forse temettero che Gesù  con la sua popolarità, parola e miracoli sublimi, togliesse loro il potere, perciò lo uccisero; e lo fecero nonostante la Scrittura e la sua vita l’indicasse come il vero Messia.  

                Dopo la vicenda della civiltà cristiana, i tentativi di ottimizzare la sintesi tra fede e ragione, continuano: tra tutti eccelle dunque l’insegnamento tradizionale della Chiesa che col suo magistero e i suoi filosofi, non mette mai in contrapposizione la fede con la ragione e costantemente ne ricerca l’equilibrio, come ha fatto in ultimo anche il Papa Polacco con l’enciclica Fides et Ratio 1) , riprendendo una tradizione millenaria.   

                Però fuori dalla Chiesa, e specie fuori dal cristianesimo, spesso si arranca nell’errore o nell’eccesso : ci sono i razionalisti che fanno l’apologia della sola ragione umana a scapito della fede; ci sono i fideisti che predicano l’opposto e rappresentano talvolta il settore filosofico dei creduloni anziché dei credenti; c’è l’ampio e recente sistema dell’ateismo (una forma di razionalismo) che vuole affrancare l’uomo da ogni fede religiosa  per assoggettarlo alla ideologia che si ritiene migliore. 

                Per tutti questi tentativi di ricerca dell’equilibrio ottimo tra fede e ragione, c’è però un criterio di giudizio sicuro, dettato da Cristo stesso: l’Albero buono si vede dai suoi frutti (Mt 7,17…) : puntualmente è dunque un dato di fatto che la storia smentisce i buoni frutti delle sintesi fede e ragione fuori dalla Chiesa e fuori dal Vangelo :

                per esempio il comunismo è finito col cambiamento recente  della Russia e dell’Est europeo e ovunque ha il problema di riciclarsi e sopravvivere; finita la passione del proletariato, gli rimane però un’ampia compagnia di ideologie che concordano tutte nel dissacrare la famiglia e la vita;  il liberalismo ha da finire di distruggere la salute del pianeta e dei suoi abitanti (inquinamento, idolatria del mercato, sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente…); il fascismo e il nazismo tanto rapidamente quanto selvaggia fu la loro brama di dominio, son finiti suicidi e omicidi con immane carneficina; il socialismo segue l’epilogo comunista e ruba di tanto in tanto qualche concetto ai liberisti, nel tentativo di far fare al mercato quello che non può più fare  (anche per ammissione degli stessi socialisti) l’economia socialista; la  democrazia cristiana veramente cristiana in origine, tuttavia si è oggi sminuita e mimetizzata in altri partiti, proprio perché non abbastanza cristiana come nel dopoguerra; il laicismo esaspera la vita delle nazioni mettendo il potere temporale contro quello spirituale, cioè è un formidabile decostruttore ideologico della pace sociale; il neomarxismo cinese ancora non ha capito che lo sviluppo dell’economia abbisogna anche della democrazia (cioè del giusto rispetto delle persone che hanno doveri ma anche diritti che lo Stato stesso deve tutelare e non reprimere) e pertanto tenta una sua strada, cioè conciliare il mercato col collettivismo marxista; onde finisce che per ora, trionfa solo la dittatura del mercato, alla quale s’aggiunge però la mano pesantissima, della dittatura del partito …; ma queste due dittature, sommate insieme, strangolano il popolo. E si potrebbe continuare nell’elenco. 

                Tuttavia ve n’è a sufficienza per dire che mai come in questo frangente della storia, è e è stato evidente il primato della sintesi  tra fede e ragione, che scaturisce dall’Evangelo e che è il prodotto naturale e insieme soprannaturale, della fede nella Persona di Cristo quale Uomo-Dio, cioè quale Dio che ha preso la natura umana per condurre di persona col suo esempio e insegnamento mirabile, gli uomini verso il bene terreno e eterno.                                                                                                                                                               

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                        

 Igino Legnaghi, Gesu tra i dottori del tempio 

Buon Natale ,

 

Orlando Metozzi

 

 ______________________________________________

 

1La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s'innalza verso la contemplazione della verità (Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Fides et Ratio, Roma 4-9-1998, Esordio)

 

FINE

 

TORNA SU

Lettere Natalizie

Finestra sul Natale

Precedente

HOME

Successiva

Ascolta : Tu scendi dalle Stelle

 

TORNA SU