IL CASTELLO E LA CERAMICA DI TREGGIAIA

[Da : La Storia del Valdarno,  San Giovanni Valdarno -AR- , Landi Editore (Firenze Litografia Terrazzi per Luciano Landi Editore), 1983, vol. 4, pp. 969-70]

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2.Collina del Castelluccio 260 m s.l.m.

1.Treggia nel 1983 -?- : Ancora la via non è asfaltata, ma i vigneti hanno già subito (almeno in parte) la trasformazione da coltura promiscua in intensiva

6. Pecore di Antonio Ledda sulla collina di Treggiaia est, nel maggio 2009. Ancora oggi, grazie ai sardi signori Ledda, la pastorizia convive con la viticoltura .

5. Il pastore Victor, albanese, pascola le pecore per conto di Antonio Ledda, la sera del 5 maggio 2009

3-4 . Ceramiche medioevali dalla Collina Il Castelluccio

 

                Per quanto ci risulta, la Treggiaia è menzionata come Castro solo incidentalmente nel 1346, quando un Ceccarinus Fidutii de Castro Tregiarie, rettore dello Spedale di Montemarciano, dipendente dalla Abbazzia di Nonantola, propose al vicario dell'Abate di trasferire l'Ospizio presso la Villa di Renacci 1) .

                Ma la citazione del Documento nonantolano ci sembra sufficiente per poter stabilire se Treggiaia era un luogo fortificato o meno, poiché è noto come in questo genere di scritture veniva usata spesso la comune denominazione di Castrum anche per località che fortificate non erano mai state; tantopiù che in altre carte, riguardanti la Chiesa di San Benedetto anch'essa soggetta alla Badia nonantolana, tale Chiesa è detta semplicemente De Tregiaria 2) .

                Più positiva è invece la documentazione archeologica che può offrire la località. Infatti a circa 600 metri a Nord Est da Casa Treggiaia, in una dilavata collina appellata Castelluccio (q. 260 c), sono presenti frammenti di laterizi e di ceramiche medioevali attestanti un antico insediamento, forse rovinato in seguito al franamento della collina stessa 3) .

                La ceramica  tipica degli stanziamenti del Basso medioevo, è caratterizzata da vasellame di fattura piuttosto rudimentale. Fra i frammenti più caratteristici rinvenuti (Foto 3-4), segnaliamo :

                1 : Testi con fondo non lisciato, a pareti spesse ed espanse, in argilla grossolana brunastra;

                2 : Orli ricadenti di argilla dura color nocciola;

                3 : Grosse anse con sovrapposto bastoncello con ondulazioni imprese con le dita;

                4 : Frammenti di vasi spessi, in argilla nocciola, con profonde rigature a stecca nella parete interna;

                5 : Frammenti di vasi più piccoli d'argilla dura color nocciola;

                6 : Frammenti di argilla dura nerastra e nocciola, decorati a pettine;

                7 : Frammenti di argilla chiara piuttosto fine;

                8 : Frammenti d'impasto marrone chiaro, con granuli bianchi inclusi.

                Inoltre sono stati rinvenuti anche frammenti di vasi smaltati, con decorazione a vernice.

 

NOTE

 

1 : G. Tiraboschi, Storia dell'Augusta Badia di San Silvestro di Nonantola , Modena 1785, Tomo I, pag 384 ;

2 : G. Tiraboschi, op, cit., Tomo I, pag 383 (anno 1339). La Chiesa di San Benedetto de Tregiaria, compare per la prima volta nel Decimario del 1302-3 fra quelle sottoposte alla Pieve di Gropina (M. Giusti e P. Guidi, Rationes Decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV. Tuscia II : Le Decime degli anni 1295-1304, pag 130 .

3 : Oltre che nelle fonti storiche, Treggiaia manca anche nel Repetti e nel Pieri. Tuttavia quest'ultimo riferendosi ad altre Treggiaia, riporta il toponimo come derivazione da Treggia .

 

 

FINE

 

 

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